Tutti gli articoli di Ramona Bustiuc

La musica classica riparta da Piazza San Carlo

L’OSN Rai e Stefano Bollani per MiTo Settembre Musica 2023

MiTo SettembreMusica è la dimostrazione che la musica sinfonica piace ancora, ma deve essere a un prezzo accessibile. Nella serata di sabato 9 settembre, oltre 5000 persone si sono riunite in Piazza San Carlo per New York, New York, concerto il cui programma ruotava proprio intorno agli ambienti e alle atmosfere della Grande Mela. 

L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Juraj Valčuha – attualmente direttore d’orchestra della statunitense Houston Simphony – ha fatto vivere al pubblico molto diversificato un’esperienza di ascolto riservata ormai ai pochi habitué della musica classica, suscitando grandi applausi ed espressioni meravigliate anche fra i numerosi bambini e adolescenti presenti. 

Sabato 9 settembre 2023 Piazza San Carlo MITO SettembreMusica TO -NEW YORK, NEW YORK Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Juraj Valčuha, direttore Stefano Bollani, pianoforte Foto: Gianluca Platania

Partendo dal newyorkese (di adozione) per eccellenza Leonard Bernstein con l’Ouverture dell’operetta comica Candide – tratta dall’omonima novella di Voltaire –, passando per la prima esecuzione italiana di Red da Color Field, composizione per orchestra ispirata al quadro “Orange, Red, Yellow” del pittore Mark Rothko e al concetto della sinestesia (l’accostamento di un suono a un colore) della compositrice contemporanea Anna Clyne, si è arrivati a Stefano Bollani, applauditissimo, che sul palco in un total white che mette particolarmente in risalto la sua figura. 

Sabato 9 settembre 2023 Piazza San Carlo MITO SettembreMusica TO -NEW YORK, NEW YORK Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Juraj Valčuha, direttore Stefano Bollani, pianoforte Foto: Gianluca Platania

Inizia così l’esecuzione di Rhapsody in Blue di George Gershwin, il manifesto per eccellenza della New York anni Venti, in cui Bollani spicca non solo per le sue indiscusse doti da pianista, ma anche per la sua travolgente energia: il jazzista saltella, alza una gamba, si ferma, riparte, alza l’altra gamba. La folla lo applaude, applaude l’orchestra, poi Bollani esegue due bis da solista: America, tratto dal primo atto dell’acclamatissimo musical West Side Story di Bernstein, e la colonna sonora che Nino Rota compose per l’di Fellini. 

La serata si conclude con la Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 “Dal nuovo mondo”, di Antonín Dvořák, così intitolata poiché composta nel periodo in cui il compositore ceco risiedeva negli Stati Uniti: risultano infatti evidenti le suggestioni degli gli spiritual afroamericani e della musica dei nativi americani.

Sabato 9 settembre 2023 Piazza San Carlo MITO SettembreMusica TO -NEW YORK, NEW YORK Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Juraj Valčuha, direttore Stefano Bollani, pianoforte Foto: Gianluca Platania

Nonostante l’impeccabile esecuzione dei musicisti in una bellissima cornice come quella di piazza San Carlo, purtroppo l’acustica del luogo e il fatto che oltre la metà degli spettatori stesse assistendo al concerto in piedi o seduta a terra, ha impedito di godersi appieno la serata. Molte persone hanno cominciato ad andare via subito dopo la performance di Bollani, altre ancora hanno deciso che un concerto era l’occasione giusta per videochiamare zii e cugini. I più concentrati? I bambini, impegnati a dirigere l’orchestra da lontano, seduti sulle spalle dei genitori, o a improvvisare qualche balletto. 

Insomma, a chi non ha speranze negli adulti del futuro possiamo dire di stare tranquilli, perché anche loro sono capaci di apprezzare la bellezza della musica. Forse bisognerebbe riflettere maggiormente sulla necessità di educare all’ascolto gli adulti di adesso… E magari aggiungere qualche sedia in più al prossimo concerto in piazza.

Foto in evidenza: Gianluca Platania per MITO SettembreMusica

A cura di Ramona Bustiuc

Eurovision Song Contest 2023 – Pagelle della seconda semifinale

Anche la seconda semifinale di questo Eurovision Song Contest 2023 si è conclusa, seppur con performance meno spettacolari e decisamente meno memorabili rispetto a quelle della serata del 9 maggio (ne abbiamo parlato qui). Spagna, Regno Unito, Svezia e Ucraina hanno avuto modo di presentare un’anteprima dei loro brani, che passano di diritto alla finale che si svolgerà alla Liverpool Arena sabato 13 maggio 2023 e che, come ogni anno, verrà trasmessa in eurovisione (e in Australia alle 5 di mattina. Perché? Non lo sappiamo).

Di seguito le pagelle in ordine di esibizione:

Breaking My Heart – Reiley (Danimarca)

Reiley apre questa seconda serata con un completo rosa glitterato – approvatissimo – e una canzone che strizza l’occhio ai nostalgici dell’epoca di Tumblr e alle sonorità del primo Troye Sivan. Carino, ma non convince abbastanza da passare in finale.

Voto: nostalgia, nostalgia canaglia/30

Future Lover – Brunette (Armenia)

Brunette continua con la scia dei testi a tema cuore spezzato intervallando momenti particolarmente carichi di pathos a uno stacchetto. Purtroppo però l’esibizione di Chanel dello scorso anno (potete rivederla qui: https://www.youtube.com/watch?v=jSQYTt4xg3I) risulta difficile da uguagliare. Apprezziamo tuttavia il tentativo e la canzone rimane bella.

Voto: 25/30

D.G.T. (Off and On) – Theodor Andrei (Romania)

Theodor Andrei osa portando un look in total pink e un brano che inizia in versione acustica e continua su base registrata, mantenendosi perfettamente intonato durante tutta la performance. Le uniche pecche sono la base stessa – forse troppo debole rispetto alla sua vocalità – e la scenografia che sembra recuperata da un video musicale a basso budget dei primi anni 2000. “D.G.T. (Off and on)” non sarà memorabile come l’iconica “Hola mi bebebè”, ma perché non farla passare in finale? Peccato.

Voto: 26/30

Bridges – Alika (Estonia)

Le relazioni difficili sono davvero un must in questa edizione dell’ESC – insieme agli inni alla pace, moltiplicatisi per ovvi motivi –. “Bridges” è un brano che riesce perfettamente a valorizzare la potenza vocale della cantante, e come tale arriva in finale senza troppa fatica. Punto bonus per il pianoforte che si suona da solo.

Voto: 24/30

Because Of You – Gustaph (Belgium)

Avete presente quando state guidando, sono le 2 del mattino e in radio passano quelle canzoni house o EDM che sembrano tutte uguali e non fanno altro che farvi venire ancora più sonno? “Because Of You” è una di quelle. L’unico entusiasmo è quello per la presenza in scena delle coriste e del ballerino di voguing PussCee West.

Voto: non me la ricordo nemmeno/30

Break A Broken Heart – Andrew Lambrou (Cipro)

Cipro è la quota “gilet ma con i piedi scalzi” di questo ESC 2023. Canzone tipicamente da Eurovision ricca di “uuuuuuh” e “aaaaaah” e come tale passa in finale. Andrew Lambrou comunque bravo.

Voto: 23/30

Power – Diljá (Islanda)

Altri “ooooh”, ma questa volta in versione più dance e preceduti da un “po-po-po-power”.

Voto: 23/30

What They Say – Victor Vernicos (Grecia)

Victor Vernicos appare in un outfit che ricorda molto i ragazzi innamorati delle protagoniste dei libri distopici… Sì, quelli che finiscono per sacrificarsi e morire al posto loro. Il mood della canzone è più o meno sulle stesse corde. Il brano è un omaggio a “Someone to you” di BANNERS.

Voto: Continua a crederci/30

Solo – Blanka (Polonia)

Blanka si presenta con una canzone frutto di un plagio clamoroso dal punto di vista musicale e testuale a “Solo” dei Clean Bandit con Demi Lovato; il resto della performance è risultato dell’evidente sciopero dei reparti scenografia e costumi. È però una delle poche esibizioni che riesce a ravvivare gli spiriti della Liverpool Arena, quindi passa in finale.

Voto: 24/30

Carpe Diem – Joker Out (Slovenia)

Il genere suonato dai Joker Out è stato definito dalla stampa slovena “Shagadelic rock”, ovvero un rock alla Austin Power, la celebre saga di film d’azione comici degli anni ‘90. Il look della band – fatto di pantaloni svasati e camicie a fiori – sicuramente aiuta a calarsi meglio in quell’epoca. In ogni caso rimane una gioia ascoltare brani cantati nella lingua di appartenenza degli artisti, che in questo caso ricordano un po’ un mix fra i Bnkr44 e i Dear Jack.

Voto: 25/30

Echo – Iru (Georgia)

Nel 2016 i conduttori dell’Eurovision Song Contest – che quell’anno si tenne a Stoccolma, in Svezia, dopo la vittoria di Måns Zelmerlöw con “Heroes” nel 2015 – deliziarono il pubblico con un brano satirico intitolato “Love Love Peace Peace” in cui venivano elencati gli elementi per creare la perfetta canzone eurovisiva: «Step one!/ Get everyone’s attention/ A powerful, majestic start/ Maybe battle horn of some kind?/ Step two! Drums!/ There has to be drums!», «Primo step!/ Attira l’attenzione di tutti,/ un inizio potente, maestoso/ Magari un corno da battaglia di qualche tipo?/ Secondo step! Percussioni! Devono esserci le percussioni!» La Georgia segue questi preziosi consigli, eppure non passa. “Love Love Peace Peace” rimane la canzone migliore mai cantata nella storia dell’Eurovision Song Contest.

Voto: 24/30

Like An Animal – Piqued Jacks (San Marino)

Le Vibrazioni ma in inglese incontrano lo stilista di Harry Styles.

Voto: 22/30

Who The Hell Is Edgar? – Teya & Salena (Austria)

Teya & Salena portano un brano estremamente catchy, divertente e orecchiabile che a primo impatto potrebbe riguardare Edgar Allan Poe. La loro è in realtà una critica nemmeno tanto velata alle retribuzioni ingiuste nel mondo della musica: «0.003/ Dammi due anni e la tua cena sarà gratis»,

Voto: 26/30 e premio sindacalista

Duje – Albina & Familja Kelmendi (Albania)

Questa autrice ha un debole per i ritmi balcanici – forse un po’ per colpa delle sue origini – e non vede l’ora di ballare questa canzone al prossimo matrimonio o battesimo. Ingiustamente privata della finale lo scorso anno, questa volta l’Albania conquista anche i più restii con i fazzoletti rossi sventolanti e li rivedremo il 13 maggio.

Voto: 25/30

Stay – Monika Linkytė (Lituania)

Monika Linkytè è alla sua seconda partecipazione all’Eurovision e questa volta sembra decisa a portarsi il premio a casa. Il brano potrebbe essere l’ennesima ballad di questa edizione, ma il ritornello con il detto lituano permette di essere memorizzato piuttosto facilmente. La performance è impeccabile.

Voto: 25/30

Promise – Voyager (Australia)

Ogni volta che l’Australia si esibisce all’Eurovision Song Contest, un cittadino europeo mette in dubbio le sue conoscenze di geografia. Il brano è un misto fra elettronica, rock e – sorprendentemente – growl ma non passa la verifica del software antiplagio: già il citato Måns Zelmerlöw aveva fatto qualcosa di estremamente simile con la sua “Heroes”, brano vincitore dell’edizione ESC 2015.

Voto: 23/30

A cura di Ramona Bustiuc

Esibizioni diffuse a Torino per la settima edizione del Premio Buscaglione

È tutto pronto per il Premio Buscaglione, che si svolgerà a Torino fra il 4 e il 6 maggio 2023 in alcuni degli spazi musicali più importanti della città: Spazio211, Off Topic e CAP 10100, che da anni accolgono festival e concerti soprattutto di artisti emergenti. Due le semifinali in programma, in cui si sfideranno dieci fra cantanti e band provenienti da tutta Italia, tra cui verranno scelti i quattro finalisti che si esibiranno nel corso dell’ultima serata. 

L’obiettivo dell’Associazione Culturale F.E.A., che organizza il Premio, è promuovere la musica dal vivo e trovare la Next Big Thing italiana all’interno di uno spazio di condivisione creato per band, cantanti e per il pubblico stesso, che partecipa attivamente  alla selezione degli artisti. 

Il Premio Buscaglione, “una proposta alternativa in contrasto con i format televisivi dei talent dove il successo è immediato ma non duraturo”, nel corso degli anni ha lanciato artisti come Eugenio in Via di Gioia, Lo Stato Sociale, La Municipal, e in questa settima edizione ha visto ben 561 artisti iscritti. I premi principali – il Premio della Critica e il Primo Premio – consisteranno in un contributo in denaro e in un tour che farà tappa in 16 festival italiani fra cui Apolide (Piemonte), Memorabilia (Marche), Sud Est Indipendente (Puglia), RockunMonte (Toscana). Headliner delle tre serate saranno rispettivamente i Post Nebbia [4 maggio], Yosh Whale [5 maggio] e Gazebo Penguins [6 maggio]. Di seguito il programma completo delle tre serate:

Giovedì 4 maggioSpazio211
Headliner: Post Nebbia
Semifinalisti: Candra [Toscana], Fonni [Toscana], Giøve [Piemonte], Ufo Blu [Lombardia], Tommi Scerd [Liguria]

Venerdì 5 maggioOff Topic 
Headliner: Yosh Whale 
Semifinalisti: Cassio [Toscana], Frenesi [Piemonte], Hey!Himalaya [Lombardia], Miglio [Emilia Romagna], MiVergogno [Marche]

Sabato 6 maggio – CAP 10100 
Headliner: Gazebo Penguins
Esibizioni dei 4 finalisti 
Consegna Targa Gran Torino al cantautore Dente 
Closing party con DJ Set

I biglietti per le tre serate sono disponibili su https://oooh.events . Per chi non potrà seguirla dal vivo, la finale verrà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube del Premio Buscaglione, in diretta radio su RadiOhm e in diretta radio + video su RBE – Radio & TV.

Per ascoltare i brani dei semifinalisti 2023:

Maggiori informazioni sul Premio Buscaglione sono disponibili al link: https://www.sottoilcielodifred.it

A cura di Ramona Bustiuc


Boyband e solisti: Harry Styles al Pala Alpitour

Dagli anni ’90 a questa parte, per ogni membro di una boy band o girl band che si rispetti è diventata tradizione esordire da solista dopo qualche anno di carriera in gruppo; c’è chi abbandona il progetto perché non ha le qualità necessarie per farcela, e c’è chi invece ha un successo dirompente. Harry Styles fa decisamente parte della seconda categoria.

Martedì 26 luglio il Pala Alpitour ha ospitato la seconda data italiana del Love On Tour, inizialmente prevista per maggio 2020, poi spostata a febbraio 2021 e infine fissata per il 2022; inutile dire come l’aspettativa degli spettatori di Bologna il giorno prima e poi di Torino fosse alle stelle (alcuni di loro hanno persino campeggiato fuori dall’arena per giorni pur di garantirsi le prime file).

LAS VEGAS, NEVADA – SEPTEMBER 04: Harry Styles performs on stage during the tour opener for Love On Tour at MGM Grand Garden Arena on September 04, 2021 in Las Vegas, Nevada. (Photo by Anthony Pham/via Getty Images)

La serata si apre con l’esibizione dei Wolf Alice, gruppo alternative rock britannico nonché opening act di buona parte della leg europea del tour. Da subito la band sembra emanare una forte intesa e una forte energia, riuscendo a coinvolgere anche i più restii. La frontwoman Ellie Roswell si muove sul palco sicura e disinvolta, mentre il pubblico accompagna l’esibizione come se i Wolf Alice non fossero semplicemente un gruppo sconosciuto in apertura, bensì i veri protagonisti del concerto: i fan saltano, prendono l’iniziativa e battono le mani a tempo, accendono le torce durante le canzoni più lente. La band scende dal palco allegra e soddisfatta, mentre gli spettatori continuano ad applaudire.

Le luci si accendono nuovamente ed è impossibile non notare le stravaganti scelte di look dei 14.500 presenti, nessuno escluso: occhiali da sole di tutte le forme, boa di finte piume colorate, camicie dalle fantasie più disparate, stivali texani e una gran quantità di cuori e abbigliamento rosa – questi ultimi due fattori chiaramente ispirati all’estetica di Fine Line (2019), secondo album solista di Styles e inizialmente tema principale del Love on Tour. Qualcuno osa addirittura indossare scarpe col tacco, qualcun altro afferma di sentirsi ad un evento che è un misto fra un Pride e un concerto di Elton John.

Il concerto ha inizio ancora prima dell’effettiva apparizione dell’artista sul palco: sulle note di “Best Song Ever” degli One Direction e “Bohemian Rhapsody” dei Queen, il pubblico balla e canta a squarciagola, creando un’unione fra le diverse generazioni presenti. Qualcuno già piange. Poi le luci si abbassano, la band – interamente vestita di giallo: forse un tributo al nuovo film dei Minions? – si posiziona dietro agli strumenti e le prime note di “Music For a Sushi Restaurant” si diffondono nel palazzetto. La folla sta già urlando a pieni polmoni quando sul palco compare finalmente Harry Styles, vestito per l’occasione con un completo a righe arcobaleno pieno di paillettes.

I look Gucci di Harry Styles per i concerti di Bologna (sinistra) e Torino (destra). @harry_lambert via Instagram

La setlist prevede 20 canzoni tratte dai tre album da solista del cantante, rispettivamente l’omonimo Harry Styles (2017), il già citato Fine Line (2019) e il recente Harry’s House (2022), il miglior debutto in Italia per un disco internazionale dal 2021, con un paio di brani aggiunti apposta per l’occasione.

In un italiano semplice e grammaticalmente corretto, nel corso della serata Styles racconta di star imparando la nostra lingua «piano piano. Quindi, per favore, siate pazienti con me». Spiega di come abbia vissuto alcuni dei momenti migliori della sua vita qui: non a caso la costiera amalfitana è stata location per le riprese del video di “Golden”, quinto singolo estratto da Fine Line.

Screenshot dal video “Golden” di Harry Styles, via YouTube
Screenshot dal video “Golden” di Harry Styles, via YouTube

Fra balletti che sembrano per lo più tentativi per schivare gli oggetti lanciati dalle prime file e profusi ringraziamenti in italiano e in inglese ai Wolf Alice e a tutti quelli che hanno reso il concerto possibile – i tecnici, la band, lo stesso pubblico –, Harry Styles ci tiene ad assicurarsi che tutti stiano bene e si stiano divertendo, incitando gli spettatori a ballare e ad accettarsi: «stasera vorrei che foste liberi di essere chi volete». I fan intonano “Sei bellissimo”, il cantante risponde intonando a sua volta “Se telefonando” di Mina, mandando il pubblico in visibilio.

A prescindere dalle gran doti canore, dalla qualità dei brani e dalle ottime capacità performative (tutti fattori presenti), è evidente come l’ex membro degli One Direction abbia costruito una comunità vera e propria di persone che lo seguono non soltanto per la sua musica, ma anche per l’atmosfera che si respira entrando a far parte di essa: un’atmosfera all’insegna dell’amore, della libertà e dell’unicità. Durante i suoi concerti Styles esegue cover dei Fleetwood Mac e degli One Direction, canta brani che ha scritto per altri artisti o pezzi mai registrati come “Medicine” o “Anna”, che diventano un grandissimo successo di pubblico proprio perché unici e inseparabili dalla dimensione live.

Harry Styles al Pala Alpitour. @justharried via Instagram

Dopo anni di attesa e continui rimandi, il concerto finisce forse troppo rapidamente, lasciando agli spettatori l’amaro in bocca e la malinconia del momento appena conclusosi. Fra il pubblico ci sono sì genitori trascinati a forza dai figli e gli stessi giovanissimi figli, ma anche chi segue Harry Styles dai tempi degli One Direction ed è cresciuto con lui: chi aveva 12 anni ai tempi di “What Makes You Beautiful” ha ormai passato i 20, e la sensazione è che sia tutto trascorso troppo in fretta.

Speriamo ci sia l’occasione di poter replicare presto, come d’altronde ha detto lo stesso Harry: «vi prometto che non passerà troppo tempo fino alla prossima volta in cui ci vedremo». E chissà, magari allora avrà già un C2 di italiano.

A cura di Ramona Bustiuc

Collisioni 2022: Tutto Normale

Cosa c’è di meglio per battere il caldo della pianura Padana che cinque ore di concerto non stop sotto al sole, precisamente sull’asfalto rovente di Piazza Medford ad Alba, nel cuneese? Difficile immaginarlo.

Il 16 luglio si è tenuta la terza giornata di Collisioni Festival. Nato a Novello (CN) nel 2009 e poi trasferitosi a Barolo e – quest’anno – ad Alba, il festival è organizzato da Associazione culturale Collisioni con il patrocinio di Regione Piemonte, Comune di Barolo, Agenzia Regionale per lo sviluppo rurale, Regione Friuli-Venezia Giulia e Agenzia Nazionale per i Giovani.  In particolare, la giornata di sabato si è tenuta all’insegna dello slogan Tutto Normale, inaugurato nel 2021 con un programma dedicato interamente ai giovani, particolarmente trascurati durante la pandemia. Il cartellone 2022 ha visto susseguirsi le performance di Madame, Tananai, Sangiovanni, Frah Quintale e Coez, artisti divenuti ormai virali fra gli ascoltatori under 30.

Il pubblico a Collisioni 2022 – Foto di Ramona Bustiuc

La prima artista ad esibirsi è Madame, che alle 20, puntualissima – la puntualità durante i festival non è mai scontata – sale sul palco di fronte a un pubblico entusiasta. Accompagnata alla console da Estremo, dj e producer che ha co-prodotto “Voce” insieme a Dardust per la partecipazione della stessa Madame al Festival di Sanremo 2021, la cantante ha alternato brani meno conosciuti a hit (“Marea”, “Sciccherie”, “L’eccezione”) e featuring (“Mi fiderò” con Marco Mengoni, “L’anima” con Marracash, “Il mio amico” con Fabri Fibra), in quest’occasione realizzati in maniera virtuale. Nonostante la maggioranza del pubblico viaggiasse fra i 15 e i 30 anni, capitava spesso di scorgere persone over 40 cantare a squarciagola e ballare ininterrottamente, non preoccupandosi di fare video o di far cadere la birra in mano.

Madame a Collisioni 2022 – Foto di Ramona Bustiuc

Dopo quarantacinque minuti di performance e un rapido cambio di strumenti è la volta di Tananai, ovvero l’incubo peggiore degli addetti alla sicurezza. Il cantante straripa di energia da tutti i pori, salta e corre da una parte all’altra del palco, si affaccia alle transenne e cerca di prendere tutto quello che il pubblico gli lancia – cappelli di paglia, cartelloni, ventagli, fiori. Sparisce e riappare continuamente e seguirlo in un mare di 15.000 persone diventa complicato, e tuttavia particolarmente divertente, perché è impossibile non sentirsi contagiati da tutto questo entusiasmo. Alberto Cotta Ramusino (nome di battesimo di Tananai) è giovane, umile, si è appena affacciato al successo e ringrazia più volte – a volte in modo sconnesso e imbarazzato – chi lo ha seguito finora, chi lo sta accompagnando nella sua carriera ma anche il personale di Collisioni che sta facendo impazzire, dedicando poi al cameraman (inciampato mentre camminava di spalle per filmarlo) “Sesso occasionale”: «Marco, questa è per te». Incita il pubblico e scherza con autoironia: «Non ho più scuse per fare schifo» dice, dopo essersi seduto alla tastiera  per cantare “Giugno” e aver chiamato soccorsi per risolvere un problema tecnico. E Tananai non fa assolutamente schifo, anzi. È bravo, carismatico e ha voglia di distinguersi.

Tananai a Collisioni 2022 – Foto di Ramona Bustiuc

Le ultime luci del giorno svaniscono, le prime stelle compaiono in cielo ed è la volta di Sangiovanni, che incarna perfettamente l’esempio di come un talent non sia in grado di fornirti gli strumenti necessari a diventare un vero performer. Nonostante gli importanti successi radiofonici come “Lady” e “Malibu” – entrambi risalenti alla sua partecipazione nel 2021 ad Amici di Maria de Filippi – e la partecipazione al Festival di Sanremo 2022 con “Farfalle”, è chiaro che al cantante manchi quella tanto spesso citata [JT3] gavetta, ma che ancora oggi riesce a fare la differenza fra un prodotto destinato a durare e uno confezionato per essere semplicemente alla moda. I giochi di luce e le proiezioni dall’atmosfera futuristica non colmano le mancanze causate da una scarsa presenza scenica e dall’intonazione vacillante.
Ad esclusione di qualche gruppetto di undicenni innamoratissime, Sangiovanni non riesce a convincere gli spettatori di Piazza Medford.

Sangiovanni a Collisioni 2022 – Foto di Ramona Bustiuc

Un’altra breve pausa e poi Frah Quintale arriva sul palco con un’energia pari a quella di Tananai – che nel frattempo ricompare sottopalco in qualità di fan –, ma con meno mal di testa per il personale di Collisioni. Il pubblico è in visibilio, le canzoni si susseguono senza interruzioni – fatta eccezione per l’apparizione di Coez, che sale sul palco senza preavviso e senza un particolare motivo – e il pubblico non smette di cantare nemmeno un secondo nonostante la stanchezza accumulata. Nelle brevi pause fra un brano e l’altro il cantautore sorseggia un calice di vino, dedicando un brindisi a tutti quelli che stanno bevendo insieme a lui in piazza e continuando poi a esibirsi senza fare una piega. Non mancano momenti romantici e suggestivi con le torce del telefono accese come durante “Nei treni la notte”, così come momenti di pura energia durante brani come “Amarena”, “Sì, ah” o “Due Ali”.

Frah Quintale a Collisioni 2022 – Foto di Ramona Bustiuc

È da poco passata la mezzanotte e Collisioni si prepara per accogliere l’ultimo e più atteso artista della serata, Coez, che per il 90% del pubblico è servito da colonna sonora in alcuni momenti importanti della vita; non si tratta di un dato scientifico, ma l’intera redazione dichiara di non conoscer persona che non abbia ascoltato il suddetto cantante almeno una volta con la sua dolce metà, pensando alla sua dolce metà, in viaggio con gli amici verso il mare o a chiusura in discoteca nelle notti estive. D’altronde Coez è attivo come solista dal 2009, e negli ultimi 13 anni ha avuto modo non solo di costruirsi una solida fanbase, ma di capire come farsi apprezzare anche dagli ascoltatori occasionali.
Il cantante è consapevole della stanchezza del pubblico, come lui stesso ammette, ma chiede a tutti un ultimo sforzo, e cioè di saltare e cantare insieme a lui. Fra una comparsata di Frah Quintale con una bottiglia mezza vuota in mano e le variazioni dei testi delle canzoni usando il nome di Tananai (che è ancora sottopalco), gli spettatori accolgono la richiesta di Coez e non vengono meno all’impegno richiesto, ballando e cantando fino all’una inoltrata.

Coez a Collisioni 2022 – Foto di Ramona Bustiuc

Filo conduttore delle cinque ore di concerti è stato sicuramente la serie di svenimenti fra il pubblico, accalcato dalle 16:30 davanti al palco e sopravvissuto per la maggior parte grazie ai pompieri che periodicamente azionavano la pompa dell’acqua sugli stessi spettatori. Non sono mancati nemmeno i cori in segno di gratitudine, decisamente molto più forti di quelli durante le esibizioni della serata: «Il corpo nazionale dei vigili del fuoco…».

I pompieri bagnano la folla a Collisioni 2022 – Foto di Ramona Bustiuc

Decisamente una serata – o meglio, una giornata – memorabile.

A cura di Ramona Bustiuc


Il trionfo dell’Itpop a Torino: Gazzelle

Domenica 5 giugno il Pala Alpitour ha ospitato l’ultima tappa del tour di Gazzelle, inizialmente previsto per i mesi di gennaio e febbraio 2022 e poi spostato a causa della pandemia da Covid-19.

Ad aprire il concerto è Centomilacarie, artista di Maciste Dischi (stessa etichetta discografica di Gazzelle) classe 2004 che si presenta sul palco con una chitarra acustica e un look sobrio e pulito. L’ansia è sovrana e si vede, tanto che il cantante comincia a suonare senza rendersi conto che lo strumento non è ancora attaccato all’amplificatore. Il pubblico lo sostiene e lo incita a dare il meglio di sé, forse intenerito dalla sua giovane età, e Centomilacarie si esibisce con un paio di brani inediti e una cover di “Diploma” degli Psicologi: – «Spero che questa canzone mi porti fortuna, dato che il prossimo anno mi devo appunto diplomare» –.

L’ultimo brano decide invece di dedicarlo «al vero me stesso», ossia a Simone, nome di battesimo dell’artista. Nonostante qualche imprecisione vocale (causata probabilmente dall’emozione), Centomilacarie lascia il palco con uno scroscio di applausi e urla di approvazione, segno che forse avremo modo di sentirlo presto in un concerto tutto suo.

Dopo mezz’ora le luci si abbassano nuovamente e una band composta da archi (Guendalina Pulcinelli al violino, Elena Bianchetti al violoncello), pianoforte (Ettore Mirabilia), basso (Gabriele Roia), chitarra (Claudio Bruno) e batteria (Claudio Laguardia) fa il suo ingresso, seguita da Gazzelle, vero headliner della serata.

Foto: Ramona Bustiuc

Dopo qualche canzone Flavio Bruno Pardini – vero nome del cantante si fa portare un gin tonic e ringrazia la platea, euforica come se le ore passate in coda sotto al sole cocente, le ustioni sulla schiena e la disidratazione fossero improvvisamente sparite.

(Anche in quest’occasione è lecito domandarsi se le norme di accesso alle sale da concerto non dovrebbero essere riviste, dato che i tappi delle bottiglie d’acqua vengono buttati mentre oggetti più grandi e potenzialmente pericolosi possono passare).

Seguono due ore intense, fatte di momenti tristi – come il breve discorso di Gazzelle sui danni psicologici che le persone hanno subito negli ultimi due anni a causa del Covid –, momenti emozionanti – il pubblico che intona “Scintille” mentre il cantante lo ascolta in silenzio –, momenti di ballo e divertimento a ritmo di “Sopra” e “Destri”. 25 canzoni si susseguono velocemente in un tempo che sembra passare velocissimo, protagonista il trentaduenne romano che in pochi anni ha raggiunto la vetta delle classifiche dei singoli e dei dischi più venduti in Italia.

Foto: Ramona Bustiuc

Non mancano i ringraziamenti alla casa discografica, all’opening act Centomilacarie, all’organizzatore del concerto, ai musicisti che lo hanno accompagnato in questo tour; dato che era il compleanno del pianista, intonare “Tanti auguri” è stato d’obbligo.

Il finale con “Non sei tu” è un momento di pura emozione e commozione tra Gazzelle e i suoi fan, che vengono inquadrati dalle telecamere e proiettati sullo schermo dietro al palco: il cantante è rivolto verso di loro e li saluta, fino a quando anche le ultime note della canzone si dissolvono.

Foto: Ramona Bustiuc

A questo punto probabilmente il pubblico sarebbe uscito dal Pala Alpitour accompagnato da un senso di nostalgia e malinconia, ma la scelta di far partire “Song 2” dei Blur ha immediatamente impedito che qualsiasi emozione negativa potesse manifestarsi.

Così si è concluso il tour nei palazzetti di Gazzelle, che quest’estate si esibirà al Milano Summer Festival (17 luglio), al Rock in Roma (22 luglio) e al Teatro Antico di Taormina (24 luglio).

Pacifico: incontro al Salone Del Libro 2022

Domenica 22 maggio il Palco Live del Salone del Libro di Torino ha visto performance e conferenze di importanti figure della musica italiana, una fra tutti Pacifico, nome d’arte di Gino de Crescenzo. Autore e cantante di spicco, penna per Celentano, Nannini, Venditti (fra gli altri), nel 2022 Pacifico ha fatto il suo esordio nella narrativa autobiografica con il romanzo Io e la mia famiglia di Barbari, edito da La Nave di Teseo e presentato durante un incontro che ha visto intrecciarsi musica e riflessioni incentrate soprattutto sulla migrazione interna in Italia del secondo dopoguerra.

Dopo un breve set per chitarra e voce accompagnato alla viola da Antonio Leofreddi, il moderatore e scrittore napoletano Alessio Forgione chiede a Pacifico di leggere un breve estratto dal romanzo, che vuole «disinnescare la povertà con la fantasia». Come molte famiglie agli inizi degli anni ’60, anche quella dell’autore decide di emigrare da Napoli a Milano in cerca di altre opportunità. Non c’è pietismo nel racconto di De Crescenzo, non c’è autoassoluzione e spesso è la stessa fantasia a prendere il sopravvento. Il nucleo fondamentale è costituito da persone-personaggi, quasi tutte provviste di un soprannome evocativo del loro carattere: “Il sultano”, “La Sciamana”, “La carabiniera”. Questa scelta è dovuta all’estrema pudicizia della famiglia di Pacifico, cresciuto da una madre con un’infanzia vissuta in orfanotrofio.

Foto: Martina Caratozzolo

Dopo una riflessione su come nei romanzi degli scrittori meridionali spesso le donne si trovino al centro della narrazione – mentre al contrario gli uomini sono «soffusi, distanti» –, Forgione chiede al cantautore di approfondire la relazione fra i genitori – due dei pochi personaggi che invece vengono chiamati con il loro nome, Pia e Guido –. Pacifico sorride nel definire l’amore fra i due un «amore sovietico»: non mostravano mai alcun segno di cedimento, insieme erano unitissimi, una fortezza; il sentimento continua a durare nonostante la vedovanza della madre, che ogni tanto vede ancora il marito girare per casa: «”Quando vieni ci parli tu”, mi dice. E allora le chiedo “Ma perché non lo fai tu?” “Perché io ho paura”. Sa che è un fantasma, ma è troppo abituata alla sua presenza.»

Sempre a proposito della madre, De Crescenzo racconta che è stata lei ad avvicinarlo alla musica, ma con suo estremo disappunto ha abbandonato il pianoforte per la chitarra, compratagli dal padre nonostante il costo esorbitante; è un gesto da cui Pacifico sembra ancora essere commosso, essendo sempre stato cresciuto con la filosofia del «Prima il dovere e poi il piacere».

Fra risate complici e scambi di battute con il pubblico numeroso l’incontro finisce, non prima che Pacifico si esibisca con un altro brano – questa volta al pianoforte, forse per accontentare in qualche modo anche Mammà –.

Immagine in evidenza: Martina Caratozzolo

A cura di Ramona Bustiuc

Racconti dalla scena chierese: i Limeoni

È opinione diffusa che da un po’ di tempo a questa parte il rock sia un genere piuttosto bistrattato in Italia, eccezion fatta per i gruppi storici che entrano nella categoria degli artisti ritenuti intoccabili. Ai Limeoni (pronunciato “làimoni”) questo sembra però non importare, e “rock” è l’unico termine che può descrivere la loro anima musicale.

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VIDEOINTERVISTA: FRAN E I PENSIERI MOLESTI

Fran e i Pensieri Molesti è una band nata a Torino nel 2016, che attualmente ha all’attivo un album e diverse esperienze live importanti. In occasione dell’uscita del loro nuovo singolo, “Petrolio”, hanno deciso di raccontarsi per noi.

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Sanremo 2022 – Le pagelle della seconda serata

Fra sketch comici che non fanno ridere, monologhi infiniti, ritardi e cambiamenti in scaletta, anche la seconda serata di questo Sanremo 2022 è andata – per fortuna, aggiungerei -.

Sangiovanni – “Farfalle”
Sangiovanni, ovvero un confetto rosa che spunta direttamente dall’era house degli anni ‘80 per aggiungere un po’ di auto tune a questo festival – giusto perché non bastava -. Se “Malibu” non vi è bastata, preparatevi a sentirlo in radio anche quest’estate.
Voto: 24/30

Giovanni Truppi – “Tuo padre, mia madre, Lucia”
Giovanni Truppi si presenta con un look degno delle migliori spiagge di Sanremo e canta anche come se fosse ad uno dei migliori falò delle spiagge di Sanremo. Testo bellissimo, performance dimenticabile.
Voto: Camp Rock/30

Le vibrazioni – “Tantissimo”
Caro Sarcina, è proprio vero, fa male tantissimo questa canzone, perchè non c’è proprio verso che azzecchi una nota. Forse è tempo di prendere in considerazione la pensione e di lasciare il palco a chi stona un po’ meno.
Voto: anche basta/30

Emma – “Ogni volta è così”
Un ritorno sul palco dell’Ariston un po’ sottotono per Emma: è ormai chiaro che questo Sanremo se lo stiano contendendo Dardust e Mahmood, dato il loro coinvolgimento in quasi tutti i brani in gara. E si vede.
Voto: 23/30

Matteo Romano – “Virale”
Un Matteo Romano emozionantissimo alla sua prima apparizione davvero importante, che sorprende piacevolmente. C’è un buon margine di miglioramento.
Voto: 23/30

Iva Zanicchi – “Voglio Amarti”
Iva Zanicchi torna a Sanremo cercando di rimpiazzare la sensuale performance di Orietta Berti dello scorso anno, ma con scarsi risultati. +1 CFU per l’esibizione senza autotune.
Voto: 20/30

Ditonellapiaga e Rettore – “Chimica”
Un’accoppiata interessante su un pezzo ancora più interessante, che fa ballare dall’inizio alla fine, con un ritornello che sembra non uscirti più dalla testa. Divertente e leggero.
Voto: 27/30

Elisa – “O forse sei tu”
Elisa ritorna a Sanremo dopo 21 anni e lo fa col botto, garantendosi il podio di questa edizione grazie a una canzone lieve, sublime, perfettamente in linea con lo stile del Festival. Approvatissima.
Voto: 28/30

Fabrizio Moro – “Sei tu”
Sì, sei tu, proprio tu, Fabrizio Moro, che hai deciso di plagiare “Che sia benedetta” di Fiorella Mannoia. E non posso perdonartelo.
Voto: premio originalità/30

Tananai – “Sesso occasionale”
Tananai decide di debuttare sul palco di Sanremo con un tributo alle sigle dei cartoni animati di Cristina d’Avena, ma meno intonato. Il “Sesso e ibuprofene” urlato di Aiello di Sanremo 71 però non si batte.
Voto: premio nostalgia/30

Irama – “Ovunque sarai”
Irama decide di omaggiare tutti i nonni d’Italia indossando un centrino, poi cerca di vincere facile con una canzone in perfetto stile Disney. Ottime doti vocali sprecate su un brano mediocre.
Voto: 22/30

Aka7even – “Perfetta così”
Aka7even tira fuori il completo più anonimo dal suo armadio per regalarci una hit estiva da boyband del 2010 – chi vuole intendere intenda -. Carina, ma dimenticabile.
Voto: 22/30

Highsnob e Hu – “Abbi cura di te”
I Coma Cose incontrano Brunori Sas per tirare fuori qualcosa di interessante verso il finire della serata. Bonus per Hu che reclama i fiori anche per il suo collega.
Voto: 25/30

A cura di Ramona Bustiuc