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 Musidams consiglia: i 10 migliori singoli di ottobre

Ottobre sembra non voler finire, probabilmente in accordo con le case discografiche. Singoli promettenti e irresistibili, le nuove uscite sono state davvero tante. Scegliere la top 10 non è stato facile ma eccola qui, pronta a farvi scoprire i brani che hanno fatto vibrare il mese.

“Io sono il viaggio”- Caparezza

Non sentivamo parlare di Caparezza dal suo ultimo album Exuvia (2021). Ecco ora il grande ritorno del rapper di Molfetta: un singolo per annunciare il nuovo lavoro Orbit orbit, uscito il 31 ottobre. Si tratta di concept album sullo spazio che è anche un fumetto ed è presentato in questi giorni al Lucca Comics. Lo stesso Caparezza consiglia di alternare la lettura dei capitoli con l’ascolto delle tracce. “Io sono il viaggio” racchiude molto bene questo spirito eclettico e multidisciplinare: Capa è pronto a partire per un viaggio tra atmosfere elettroniche, citazioni fumettistiche e riferimenti a personaggi letterari. Non ci resta che partire con lui.

“Pixelated Kisses” – Joji

Dopo tre anni di silenzio, Joji torna con “Pixelated Kiss”, un brano di due minuti che segna una svolta radicale nella sua estetica. L’artista giapponese-australiano abbandona le tipiche atmosfere malinconiche e raffinate per abbracciare un suono ruvido e distorto in cui l’imperfezione diventa linguaggio.
Il pezzo racconta l’amore nell’era digitale, tra schermi, distanze e connessioni instabili, trasformando la disconnessione in poesia.
Autoprodotto e pubblicato sotto la nuova etichetta Palace Creek, il singolo rappresenta un atto di emancipazione creativa: Joji torna a controllare pienamente la propria musica segnando l’inizio di una nuova fase, più libera e sperimentale.

“Pelle d’oca”- Rossana De Pace

Cantautrice classe ‘96 originaria di Mottola (TA), Rossana De Pace ha una penna politicamente impegnata, e tratta spesso di tematiche civili e ambientali. Fa parte del collettivo transfemminista Cantafinoadieci (con Anna Castiglia, Francamente, Irene Buselli e Cheriach Re). Non è quindi un caso che abbia partecipato al concorso Music for Change indetto da Musica contro le Mafie e abbia vinto proprio con questo brano: una denuncia commovente esplicita e potente contro il genocidio del popolo palestinese e l’indifferenza del mondo che «ha la pelle d’oca alle ossa perché la pelle non sente più niente». Brividi dall’inizio alla fine.

“The Manifesto” – Gorillaz feat. Trueno and Proof

“The Manifesto”, ovvero sette minuti che richiedono qualche ascolto per essere metabolizzati. La produzione è arricchita da strumenti indiani (sarod, bansuri, ottoni e un coro montano tipico di alcune regioni dell’India). Il brano suona globale ma resta profondamente Gorillaz, riuscendo a combinare sperimentazione e identità. Le voce di Trueno e il campionamento vocale postumo di Proof creano momenti intensi, a tratti cupi. 

Dopo “The Happy Dictator”, questo singolo anticipa The Mountain in uscita il prossimo 26 marzo. L’album è stato registrato e prodotto in India, e quello che abbiamo potuto ascoltare per ora mostra la “band” di Damon Albarn massimo: collaborazioni brillanti, sperimentazione e identità chiara, in un viaggio musicale e geografico-culturale intenso.

“Io e io”- Angelina Mango feat. Madame

Un altro grande ritorno è quello di Angelina Mango con l’album Caramé, uscito il 16 ottobre.

Angelina porta in musica la sua quotidianità e descrive con energia e verità il periodo di vita passato lontano dai palchi e dagli schermi. Un album maturo e cangiante, capace di raccontare le tante sfaccettature e i cambiamenti dell’animo umano. “Io e io” è forse uno dei frammenti più luminosi di questo prisma, un dialogo con sé stessa, due metà, due mood musicali differenti: un inizio acustico stile ballad in cui i due inconfondibili timbri di Angelina e Madame si fondono, contrastano e si riappacificano. Pian piano il brano si gonfia, si alza il pathos, e l’atmosfera si fa più elettronica per esplodere e poi tornare ad una dimensione intima che chiude il cerchio.

“Oblivious” – Jake Bugg

Nuovo splendente singolo di Jake Bugg, che anticipa la versione deluxe del suo ultimo album, A Modern Day Distraction. Originario di Nottingham, cresciuto con in cuffia Oasis, Beatles e Bob Dylan reinterpreta con freschezza le sue radici brit pop, indie e folk.

Il brano è limpido e luminoso, in perfetto equilibrio con la sua energia cruda. Questo gioco di luce e ombra si riflette nel testo: nostalgia con uno slancio di vita nel presente e futuro. Il ritornello è accattivante e canticchiabile. Jake Bugg ci dimostra che le sonorità di ieri continuano a vivere e trasformarsi nelle nuove generazioni. 

“Guarda le luci”- Dutch Nazari

Altro singolo che anticipa un album: Guarda le luci amore mio, uscito il 3 ottobre. Dutch Nazari, baluardo dell’indie pop, qui conferma la grande capacità di descrivere il piccolo e il privato di ciascuno come specchio del mondo globale, frenetico e in guerra, in cui viviamo. I social, lo smog al semaforo rosso, le pubblicità. Tutto ciò accade mentre cadono bombe su Teheran. Al bar i discorsi si mischiano con l’attualità. Quel fischio, quel sibilo che precede la bomba noi abbiamo il privilegio di poterlo commentare, di poterci inorridire. «Guarda le luci amore mio» è la frase che racchiude al meglio questo contrasto: per noi sono le luci della città illuminata, per chi è sotto le bombe sono le luci dei missili e dei droni che quella città la distruggono. L’unica cosa in comune che si può fare, l’unico piano attuabile che ci unisce tutti e ci fa tornare umani «È stringerti e dirti che t’amo».

“Anna Karenina” – Cigarettes After Sex

Con “Anna Karenina”, i Cigarettes After Sex costruiscono un piccolo universo sonoro sospeso tra sogno e realtà. La chitarra riverberata si muove come un’eco lontana, mentre il basso caldo e la voce sussurrata guidano l’ascoltatore in un’atmosfera fragile e intima. Ogni nota sembra trattenere il respiro e le pause diventano parte del ritmo stesso, creando un senso di tensione quasi cinematografica. Il riferimento a Tolstoj non è narrativo, ma emotivo: il brano esplora il peso delle emozioni incontrollate e la sensazione di non avere via d’uscita, trattando  il sentimento di vulnerabilità. Con questo brano, la band conferma la capacità di mescolare minimalismo musicale e profondità emotiva, trasformando una canzone in un’esperienza sensoriale totale.

“Panda 2013”- Selton feat. Emma Nolde

Il gruppo italo-brasiliano con questo singolo ha annunciato il nuovo album Gringo vol. 2. Interessante la scelta di collaborare con Emma Nolde, cantautrice toscana classe 2000, che è sicuramente avvezza alla sperimentazione, ma alla bossa non era ancora approdata. Anche questo brano, come “Gasati un mondo”, è una critica ironica alla società. Qui però il tema è il conformismo, l’accontentarsi di una vita insoddisfacente. Ma allo stesso tempo il brano ci spinge a fare i conti con la disillusione, le aspettative troppo alte. Dobbiamo accontentarci o no della nostra Panda 2013? «C’è ancora tanto da fare ma la voglia non si fa più trovare» ci dice il cantante dei Selton. Alla fine in un modo come quello di oggi è davvero così illegittimo pensare che «Fuori c’è l’apocalisse, mi sento vivo, e finisce tutto qui»?

“Stay in Your Lane” – Courtney Barnett

Courtney Barnett ritorna con “Stay In Your Lane”: è un grido sincero e diretto, che riflette lo stress e la frustrazione di trattenere emozioni non espresse. Il ritornello, con la frase «This never would’ve happened if I stayed in my lane, stayed the same way», evidenzia come certe situazioni siano nate proprio dal superamento di limiti personali o convenzioni sociali. La canzone unisce tensione emotiva e schiettezza, restituendo l’intensità di un momento di auto‑riflessione senza filtri.
Il brano cattura fin dai primi secondi per la sua essenzialità: il riff di chitarra tagliente, immediatamente riconoscibile, si intreccia con basso e batteria che spingono il ritmo senza tregua. Si conferma il talento di Courtney Barnett nel creare musica autentica e viscerale.

Michele Bisio e Linda Signoretto

Senegal: i 65 anni d’Indipendenza a ritmo di musica

Rispettare l’orario d’entrata previsto per un concerto può risultare una scelta azzardata e a volte anche noiosa. Nelle lunghe attese si può rischiare di incollare gli occhi al piccolo schermo che ci troviamo sempre in tasca e perderci totalmente ma, se si resiste alla tentazione, l’arrivo in anticipo può trasformarsi in un’occasione per osservare le persone che entrano nel locale. Infatti, tra i coloratissimi vestiti tradizionali senegalesi e piccolissimi bambini che correvano a destra e sinistra, la serata all’Hiroshima Mon Amour di Torino il 4 aprile si è aperta con tanta allegria. L’evento ha avuto il sapore di una vera festa, organizzata per celebrare il 65° anniversario dell’indipendenza del Senegal dal colonialismo francese, durato oltre tre secoli.

Per l’occasione, l’Associazione Africaqui e l’Associazione Culturale Tamra, in collaborazione con Hiroshima Mon Amour, hanno dato vita a un evento musicale che vuole essere anche simbolo di cooperazione tra Torino e Louga, città senegalese nel Nord-Est del paese, gemellate ufficialmente nel 2024.
La serata è iniziata con gli Afrodream, gruppo afrobeat, seguito dalla cantautrice senegalese Mariaa Siga. Subito dopo, l’esibizione dell’Orchestra dell’Africa Subsahariana e un dj set a cura di Dj Noname per chiudere.

Foto dal profilo Instagram @afrodream_ foto didi Lorenzo Gianmario Galli

Alle 22 circa la musica ha iniziato a risuonare in tutta la sala dell’Hiroshima con ritmi incalzanti che hanno fatto ballare anche gli spettatori meno avvezzi al movimento. Gli Afrodream sono nati a Torino, e il loro cantante e percussionista Abdou Samb ha origini senegalesi. Grazie alla fusione tra musica europea e senegalese hanno creato un ambiente accogliente per tutti. C’è stata una piccola interruzione dovuta alla corda del basso che si è rotta proprio in mezzo alla performance ma, oltre a questo piccolo intoppo, tutto è filato liscio come l’olio.
La band ha ottenuto un grande successo da parte del pubblico ma l’affluenza in sala ha subito un calo significativo con l’arrivo di Mariaa Siga, artista meno conosciuta rispetto agli Afrodream. Cantautrice dalle straordinarie doti vocali, Mariaa incanta con una voce potente e al tempo stesso delicata, capace di spaziare su un’estensione vocale notevole. Ha dedicato le sue canzoni principalmente a coloro che hanno sofferto, come i molti dispersi in mare nella speranza di raggiungere una vita più dignitosa in Europa e non solo. Una dedica speciale è stata fatta alle donne, in una giornata in cui, in Piazza Castello, in centro a Torino, si è svolta la manifestazione organizzata in risposta ai recenti femminicidi, tra cui quelli di Ilaria Sula e Chiara Campanella.
Finale con una canzone in onore della  sua madrepatria, il Senegal, con un pubblico finalmente molto più acceso.

Foto dal profilo Instagram @mariaasiga

L’Orchestra dell’Africa Subsahariana ha dato di nuovo il via alle danze, scatenando tutta la sala. La loro scelta strumentale è particolarmente interessante poiché combinano strumenti tradizionali del Centro Africa, come la kora e il djembe, con una varietà di percussioni, elettronica e un sax, che si fonde perfettamente con gli altri elementi.
Tra le parti cantate sono emersi momenti virtuosistici dei percussionisti e soprattutto del suonatore di kora. Sul palco sono stati fatti entrare anche di tanto in tanto dei ballerini che hanno creato uno spettacolo veramente esaltante.
Per il gran finale, l’Orchestra dell’Africa Subsahariana ha invitato sul palco Mariaa Siga e alcuni membri di Afrodream per eseguire insieme “Fatou yo”, un brano senegalese per bambini che sembra assumere un significato profondo per tutti: un finale sia maestoso che commovente, anche per chi non conosce pienamente la cultura del paese festeggiato.
Il dj set conclusivo ha permesso chi aveva ancora energia di continuare a ballare. 

Una festa indimenticabile che ha saputo intrecciare tradizione e modernità, regalando a tutti i presenti un’esperienza unica.

Marta Miron

Anastacia celebra alle OGR i 25 anni di “Not that kind”

Anastacia torna in Italia, alle OGR di Torino il 19 marzo, per celebrare il venticinquesimo anniversario dell’album Not that kind. È, infatti, solo dopo 25 anni dal suo esordio – dopo una pausa dovuta a problematiche di salute – che la cantante può finalmente portare in tour il lavoro che l’ha resa una delle icone pop degli anni duemila.

Da cartella stampa, foto di Giorgio Perottino

Se aveste la possibilità di viaggiare nel tempo per 90 minuti dove scegliereste di andare? Forse “i primi anni del 2000″ non sarebbe la risposta più comune, eppure vi perdereste una gran bella vibe. Nessun timore però, potete recuperarla al prossimo live di Anastacia. Nessuna nota negativa in ciò, che sia chiaro. La carica e la potenza vocale di Anastacia non lasciano spazio a momenti di tentennamento scenico e la performance risulta impeccabile. Ciò che è inaspettato è invece il pubblico; si passa da ragazze che commentano gli outfit delle sciure glitterate e paragonano l’ambiente a quello del kappa, a signore e signori di una certa età che probabilmente vogliono rivivere la loro gioventù. Il multiverso? Sicuramente un bel confronto generazionale.

Da cartella stampa, foto di Giorgio Perottino

Andando nel vivo dello show: Anastacia fa capolino sul palco sbucando dalla porta, parte della scenografia essenziale insieme a quattro finestre, cantando “One day in your life”. Continua poi, dopo dei brevi ringraziamenti iniziali, cantando altri brani celebri affiancata da due coristi/ballerini/intrattenitori con i quali si cimenta in brevi e semplici coreografie sulle note di “Paid my dues” e “Staring at the sun” scaldando il pubblico, ormai pronto ad urlare “Sick and tired”. A riempire invece i momenti di cambio abito ci pensa la sua band formata da percussioni varie e batteria, chitarra, tastiera e basso. I musicisti si cimentano in assoli strumentali e omaggi ad altre icone pop degli anni duemila. Sarà poi invece la stessa Anastacia ad omaggiare i Guns N’ Roses con “Sweet Child o’ Mine”, brano presente nel suo album di cover It’s a Man’s world. Il concerto volge al termine poi con i brani più celebri: “Not that kind”, “I’m Outta Love” e “Left outside the love” cantata a cappella insieme al pubblico. 

Ciò che rimane di questo concerto è sicuramente la semplicità e il divertimento di Anastacia, che regge il palco e intrattiene il pubblico con lo stesso entusiasmo e la stessa carica di una ventenne, ma con un’esperienza ventennale che le permette di non sbagliare una virgola. 

Claudia Meli

“Volevo essere un duro” – e invece mi sono addormentata durante la finale di Sanremo 2025

Questa autrice fa parte della generazione che ha iniziato a vedere Sanremo poco prima che scoppiasse la pandemia da covid-19 e che ha continuato un po’ per abitudine, un po’ perché fra zone rosse/gialle/arancioni non si poteva fare granché, un po’ perché Amadeus e Fiorello alimentavano il trash di edizione in edizione ed era divertente aspettare di vedere fin dove si sarebbero spinti. 

La selezione musicale era diventata quasi un’appendice, una piccola postilla in fondo alla pagina di cui ogni tanto qualcuno si ricordava, senza mai prestarci troppa attenzione perché tanto c’era altro da guardare. D’altronde si sa, Sanremo è anche – e soprattutto – intrattenimento, e va bene se qualcuno cerca di renderlo più “attuale”, l’importante è che per gli over 50 ci sia sempre una Giorgia o una Bertè o un Ranieri da poter appoggiare incondizionatamente contro tutti gli altri. 

E poi? Che succede quando spogli l’intrattenimento dall’intrattenimento? Quando rimangono solo le canzoni, i volti, le parole? Che succede se ci sono 29 brani in gara ma te ne ricordi giusto tre perché gli altri sembrano uno il prolungamento dell’altro? Su cosa sposti allora la tua attenzione? …Siamo tutti d’accordo che la conduzione di Carlo Conti non sia la risposta giusta. 

In un calderone musicale governato dai soliti, cari, vecchi autori – Federica Abbate, Davide Petrella, Davide Simonetta, Jacopo Ettorre –, l’originalità sembra essere stata sostituita dal diktat basta che sia orecchiabile. Niente da dire a riguardo, la maggior parte di questi brani li sentiremo per tutta l’estate e li canteremo in macchina, in spiaggia, sotto la doccia. Manca però una cosa a mio parere fondamentale: l’eredità

Le canzoni devono essere libere di viaggiare. Devono essere associate a ricordi brutti e ricordi belli. Devono farti venire la pelle d’oca e riflettere e farti piangere. Soprattutto, devono poter passare di generazione in generazione. È questo che rende la musica – e più in generale l’arte – eterna. Senza eternità rimane una progressione di accordi poco pensati, la bozza di un autore annoiato.

Il festival di Sanremo è tante cose. Lo è sempre stato, d’altronde. Sanremo è politica, moda, commedia, pubblicità. Peccato che abbia perso il suo aspetto più importante, il suo sottotitolo: la canzone italiana

Peppe Vessicchio in un’intervista diceva che Sanremo è diventato ormai il festival dei cantanti, e forse sarebbe il caso di cambiare dicitura. 

A cura di Ramona Bustiuc

Sanremo 2025 – Le pagelle della quinta e ultima serata

La serata finale del 75° Festival di Sanremo è iniziata con l’esibizione di Gabry Ponte, che ha presentato “Tutta l’Italia”, diventato il jingle ufficiale del Festival 2025. Il conduttore Carlo Conti ha invitato come co-conduttori Alessandro Cattelan, che ha condotto fino ad ora il dopo-festival, e Alessia Marcuzzi.
Tra gli ospiti esterni al mondo musicale abbiamo Alberto Angela, il calciatore Edoardo Bove, e l’attrice Vanessa Scalera, insieme a Bianca Guaccero, Gabriele Corsi, Maria Sole Pollio e Bianca Balti. Tra gli ospiti fuori concorso hanno cantato Antonello Venditti e Mahmood all’Ariston, mentre i Planet Funk sono stati in collegamento dalla Costa Toscana e Tedua dal Suzuki Stage.
Non sono mancati momenti di dissenso da parte del pubblico, soprattutto durante la rivelazione della classifica, con particolare riferimento alla mancata presenza nella Top 5 di Giorgia e Achille Lauro. La finale si è conclusa rapidamente rispetto agli standard di Amadeus, il precedente conduttore, ma questo non è stato necessariamente un aspetto negativo per questa nuova edizione.

Classifica Finale
La classifica della Top 5 di quest’anno ha valorizzato la figura del cantautore:
1° posto: Olly
2° posto: Lucio Corsi
3° posto: Brunori Sas
4° posto: Fedez
5° posto: Simone Cristicchi
Olly ha vinto la 75ª edizione del Festival di Sanremo con la canzone “Balorda nostalgia“. Il voto finale è stato determinato dal televoto (34%), dalla Giuria delle Radio (33%) e dalla Giuria della Stampa, TV e Web (33%). Lucio Corsi ha chiuso al secondo posto, mentre Brunori Sas si è classificato al terzo.

PAGELLE

Francesca Michielin – “Fango in Paradiso”
Prima cantante ad esibirsi, indiscutibile è la sua interpretazione tecnica. Canzone orecchiabile ma che non resta, con un testo di poca rilevanza. Probabilmene la si dimenticherà entro poche settimane.

Voto: 24

Willie Peyote – “Grazie ma no grazie”
Canzone che non smentisce lo stile di Willie ma non è neanche una delle sue canzoni migliori. Il testo vuole essere impegnato ma non convince. Hook efficace il che la rende molto probabilmente una delle canzoni più gettonate per la radio.

Voto: 27

Marcella Bella – “Pelle di diamante”
Marcella Bella in chiave femminista. La melodia rimane abbastanza in mente con un ritornello efficace. Di certo non da ultimo posto.

Voto: 23

Bresh – “La tana del granchio”
Appena la canzone comincia sembra di ascoltare un brano di De Andrè per la scelta strumentale. Bresh sembra voler omaggiare le sue origini genovesi, peccato che poi nel ritornello veniamo catapultati in provincia d’Imperia a Sanremo.

Voto: 24

Modà – “Non ti dimenticherò”
Che dire, non si smentiscono. Il testo che vuole essere commovente è invece a dir poco patetico, con tanto d’interpretazione discutibile.

Voto: 17

Rose Villan – “Fuorilegge”
Vuole accontentare chi ama lo stile sanremese e le nuove generazioni, ma diciamo che non riesce troppo nel suo intento. Strofa e ritornello che sembrano appartenere a due canzoni diverse, con tanto di aggiunta di un coro stile gospel a metà canzone.
Voto: 21

Tony Effe – “Damme na’ mano”
Se esistesse lo stile “neomelodico romano” sarebbe perfetto per lui. Vuole interpretare un personaggio che non lo rispecchia. Diciamo che non è neanche preciso nel cantare.

Voto: 17

Clara – “Febbre”
Per la finale sembra più sicura di se. Stupisce in positivo nonostante l’introduzione molto classica.

Voto: 25

Serena Brancale – “Anema e core”
Superficialmente molto ritmata e piacevole ma appena la si ascolta un po’, va a perdere. Una forzatura di ritmi esotici/sudamericani e jazz (citato anche nel testo) snaturato e sicuramente non “elegante”.

Voto: 22

Brunori Sas – “L’albero delle noci”
Come già detto, ricorda forse un po’ troppo “Rimmel” di De Gregori ma dalle rime troppo forzate. L’ascolto comunque non è per niente sgradevole, diciamo “senza infamia e senza lode”.

Voto: 24

Francesco Gabbani – “Viva la vita”
Come abbia fatto a entrare nella “Top 10” rimarrà un mistero. Un’osanna alla “bellezza della vita” ma niente di più.

Voto: 19

Noemi – “Se t’innamori muori”
Un’altra canzone fatta con lo stampino sanremese. Obbiettivamente ben eseguita ma non resta nella mente. La tematica amorosa viene portata quasi fino alla nausea.

Voto: 22

Rocco Hunt – “Mille volte ancora”
Sempre i soliti temi del ragazzo di strada napoletano. Con ritornello con un hook efficace in un italiano “napoletanizzato”.

Voto: 21

The Kolors – “Tu con chi fai l’amore”
Se non viene citato l’amore è difficile che una canzone venga presentata a Sanremo. “Premio simpatia” per aver accettato Gianluca Fru sul palco.

Voto: 22

Olly – “Balorda nostalgia”
Canta bene ma, oltre a ciò, sembra di ascoltare una cover di un brano già esistente. Un primo posto anonimo.

Voto: 23

Achille Lauro – ” Incoscienti Giovani”
Testo con metafore non troppo comprensibili « l’amore è come una pioggia sopra villa Borghese »… Però tolta qualche incomprensione si rivela uno stile diverso dal suo solito ma molto sanremese.

Voto: 24

Coma Cose – “Cuoricini”
Tempo ritmato un po’ come una “disco music sanremese”. Il ritornello è quella melodia fastidiosa che purtroppo ti entra in testa e mette le radici. C’è da dire che “cuoricini” ha un hook efficace. « Stramaledetti cuoricini » …

Voto: 22

Giorgia – “La cura per me”
Non si smentisce mai, sempre le solite canzoni poco personali . C’è da dire però che è un’ottima interprete. Rimasta fuori dalla Top 5 con un dissenso del pubblico.

Voto: 26

Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola”
Da molti la canzone è considerata commovente, ma è stata resa pare involontariamente, un po’ troppo strappalacrime.

Voto: 26

Elodie – “Dimenticarsi alle 7”
Stesso discorso per la maggior parte dei cantanti in gara, bella esecuzione ma niente di memorabile. Efficace radiofonicamente. Eccelente la sua presenza scenica.

Voto: 24

Lucio Corsi – “Volevo essere un duro”
Felice parentesi del Festival. Un cantautore poliedrico, fuori dagli schemi sanremesi, una piacevole esecuzione di cantautorato indipendente.

Voto: 29

Irama – “Lentamente”
Entra come la Lady Oscar di questo Sanremo. Solita canzone d’amore niente di spettacolare né dal punto di vista musicale che del testo.

Voto: 22

Fedez – “Battito”
Nella Top 5 generale un quarto posto meritato, magari si poteva osare anche un po’ più in alto. Orecchiabile, ma non troppo coesa come canzone e con testo comprensibile, non scontato visto l’andamento di questo Festival.

Voto: 26

Shablo feat Guè, Joshua e Tormento – “La mia parola”
Sound piacevole, rivolto principalmente alle nuove generazioni. Presenti citazioni di un rap un po’ “vintage”.

Voto: 27

Joan Thiele – “Eco”
Interessante la scelta musicale delle strofe, nel ritornello ritorna sempre l’impronta del Festival… peccato.

Voto: 26

Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore”
Sanremo “old style” ma trovo giusto accontentare tutte le generazioni. Niente da dire contro l’interpretazione.

Voto: 22

Gaia – “Chiamo io chiami tu”
Ritmi sudamericani per mettere enfasi sulle sue origini brasiliane. Neanche troppo ballabile: anonima.

Voto: 20

Rkomi – “Il ritmo delle cose”
Come sempre per Rkomi la dizione si fa desiderare. Obbiettivamente la canzone è orecchiabile ed efficace radiofonicamente, ma le vocali sono fastidiose tanto sono aperte, soprattutto nelle prime frasi.

Voto: 24

Sarah Toscano – “Amarcord”
Alle prime armi, si può migliorare. Poco originale e personale.

Voto: 18

A cura di Marta Miron

«Ci scusiamo per il ritardo» e il ripasso del regolamento sui marchi: il racconto della quarta conferenza stampa

Anche la serata cover di questa edizione è giunta al termine e ciò significa che siamo alla fine di questa settimana che si preannunciava con alte aspettative, ma che si è rivelata più noiosa del previsto. Nonostante ciò, il Festival di Sanremo 2025 sta continuando a registrare un buon successo, come emerso dalla conferenza stampa di oggi, 15 febbraio, alla quale erano presenti Alessandro Mager (sindaco di Sanremo), Marcello Ciannamea e Claudio Fasulo (dirigenza Rai), Simona Sala (Rai Radio 2), Carlo ContiAlessia Marcuzzi e Alessandro Cattelan (co conduttori di questa serata). Infatti, i numeri lasciano ben sperare con un 70,8% di share e 13,6 milioni di spettatori, con un picco di ascolti all’annuncio delle vincitrici e una media delle prime quattro serate del 65% di share

Carlo Conti ha preso la parola per fare un bilancio della serata, scusandosi per il ritardo di (ben) sei minuti nella scaletta dovuto alla ripetizione dell’esibizione di Bresh a causa dei problemi tecnici. Nonostante questo, ha sottolineato la sua preferenza per un approccio diretto, senza «fronzoli» o «fuffa». Sul palco dell’Ariston, il suo ruolo di direttore artistico è sempre stato chiaro: un Festival di qualità, senza scandali e polemiche in linea con l’obiettivo Rai. Rispondendo alla domanda su cosa fosse più presente a Sanremo tra cicale e formiche, pur non cogliendo la reference della domanda posta di recente al presidente del consiglio, ha detto che il Festival ha bisogno di un equilibrio tra essere “cicale e formiche”: un po’ di leggerezza, ma anche tanto lavoro nonostante i successi. 

Alessia Marcuzzi ha raccontato come, pur non avendo mai sognato di calcare il palco dell’Ariston, oggi stia vivendo l’esperienza come una vera e propria festa che la riempie di felicità e che può considerare la ciliegina sulla torta della sua carriera.

Anche per Alessandro Cattelan, Sanremo non rappresenta l’ambizione per cui si alza ogni mattina e fa il mestiere del conduttore. Ma, nonostante ciò, si dice molto contento di essere al fianco di Conti e della Marcuzzi. Ha sottolineato che l’improvvisazione è ciò che rende l’intrattenimento più efficace, ed è questo l’approccio che ha deciso di seguire nel corso di questa serata, vivendo la sua partecipazione come una “discussione di tesi”, con l’obiettivo di divertirsi e di portare leggerezza. Ha dichiarato, inoltre, di non aver mai pensato a un suo futuro come successore di Carlo Conti nella conduzione. 

Un paio di questioni sono state toccate in maniera veloce, una di queste il regolamento sui marchi, visti i recenti scandali con la collana di Tony Effe. Per questo, Ciannamea ha parlato della visibilità dei marchi sul palco chiarendo che, secondo il regolamento, nessun logo può essere visibile in modo evidente. Se i marchi non sono riconoscibili, possono essere utilizzati, ma senza inquadrature troppo ravvicinate, ma sarà visibile il nome del marchio nei titoli di coda, poiché la presenza è legata all’artista.

Infine, i co-conduttori hanno condiviso la loro visione dell’esperienza. Alessia Marcuzzi ha sottolineato l’importanza della musica come centro dell’evento e ha dichiarato di voler essere ricordata per gli abbracci e l’energia positiva che porta sul palco. Cattelan, invece, ha parlato della difficoltà di portare leggerezza in un contesto così frenetico, ma ha evidenziato che lo spirito di ironia è ciò che rende il Festival speciale, soprattutto quando la macchina si mette in moto a tutta velocità.

A cura di Alessia Sabetta

Sanremo 2025 – Le pagelle della serata cover

Avevamo riposto tutte le nostre aspettative in una serata cover che risollevasse le sorti di questo Festival, invece anche questa serata ci fa sperare che tutto finisca presto.

Rose Villain con Chiello – “Fiori rosa, fiori di pesco” di Lucio Battisti 
Per Chiello l’esibizione non comincia al meglio ma lasciandosi trasportare dal carisma di Rose Villan si scioglie e con il suo stile ci affascina. Che dire di Rose, calorosa e coinvolgente, ci ha dimostrato di essere impeccabile.  

Voto: 27

Modà con Francesco Renga – “Angelo” di Francesco Renga 
A parte qualche errore di attacco di Kekko tutto nella norma, forse troppo. 

Voto: 24 e targa RENGANEK 

Clara con Il Volo – “The sound of silence” di Simon and Garfunkel
Chiaramente Clara ha provato a dare alla canzone un’interpretazione personale, invece, come potevamo aspettarci, Il Volo ha fatto Il Volo. 

Voto: 24 

Noemi e Tony Effe – “Tutto il resto è noia” di Franco Califano
Prima di tutto, dov’era la collana di Tony Effe? 
Parlando di cose serie: si vede l’impegno da parte di entrambi ma per Tony Effe non è abbastanza. Noemi, con la sua tecnica magistrale meriterebbe 27. Tony invece è sufficiente, ma di poco.

Voto: 23, Noemi, si sa che nei progetti di gruppo c’è sempre qualcuno che lavora di più. 

Francesca Michielin e Rkomi – “La nuova stella di Broadway” di Cesare Cremonini
Esibizione che segue due modalità interpretative diverse: quella di Francesca, meravigliosa e coinvolgente, e quella di Rkomi, stanca e spenta. Peccato.

Voto: 24 

Serena Brancale con Alessandra Amoroso – “If I Ain’t Got You” di Alicia Keys
Serena Brancale ha mostrato, con questo brano, un’altra parte di sé. Si è rivelata essere una cantante poliedrica dal talento e dalla tecnica esemplare. Complimenti. 

Voto: 29

Irama con Arisa – “Say Something” di Christina Aguilera 
L’intesa tra i due cantanti è particolare. Il brano struggente però risulta svuotato di tutti i turbamenti della versione originale, non riuscendo a restituire le forti emozioni che sono narrate dal testo. Performance tutto sommato discreta. 

Voto: 24

Gaia con Toquinho – “La voglia, la pazzia”di Ornella Vanoni
Esibizione dai toni allegri e scherzosi. Gaia ha reso la canzone sua donandole una potente interpretazione personale. 

Voto: 27

The Kolors con Sal Da Vinci – “Rossetto e caffè” di Sal Da Vinci 
Forse la canzone più apprezzata dal pubblico dell’Ariston. Stash preso benissimo. Che dire, i The Kolors hanno thekolorsato.

Voto: 25 e targa mainstream.

Marcella Bella con I Twin Violins – “L’emozione non ha voce” di Adriano Celentano 
Interpretazione molto personale che però perde la tenerezza della versione originale. Una versione forse troppo «forte, tosta, indipendente».  

Voto: 18

Rocco Hunt con Clementino – “Yes I know my way” Di Pino Daniele 
Hunt e Clementino super coinvolgenti. Grande omaggio al maestro Pino Daniele, che termina con un finale emozionale in cui la sua stessa voce chiude l’esibizione. 

Voto: 27 e targa commozione 

Francesco Gabbani con Tricarico – “Io sono Francesco” di Tricarico 
Canzone profonda che Gabbani fa sua rendendola più energica e giocosa. La sua interpretazione funziona ed è coerente.

Voto: 26

Sarah Toscano con Ofenbach – “Overdrive” di Ofenbach 
La canzone passa da “Overdrive” a “Be Mine” diventando un medley. Sarah, perfetta e sicura, dona il suo tocco chic all’esibizione, che risulta assolutamente pazzesca.

Voto: 28

A cura di Maria Scaletta

Lucio Corsi con Topo Gigio – “Nel Blu dipinto di Blu” di Domenico Modugno
L’annuncio del duetto con Topo Gigio aveva suscitato una grande curiosità tra il pubblico. Tuttavia, dopo l’esibizione, viene spontaneo chiedersi se si sia trattato di un colpo di genio o di qualcos’altro. Tutto molto dolce e candido, ma è una di quelle cose su cui bisogna riflettere un po’ per afferrarne davvero l’essenza.

Voto: Lucio sei un patato

Giorgia e Annalisa – “Skyfall” di Adele
Quelle brave della classe, ma studiano a memoria. Una buona interrogazione, ma ci siamo già dimenticati le cose che abbiamo studiato. Però si guadagnano la vittoria. 

Voto: 25

Simone Cristicchi con Amara – “La cura” di Franco Battiato
Potrebbe essere stata una scelta astuta e ben pensata (anche perfettamente legata alla canzone in gara), ma alla fine è una comfort zone.

Voto: 23

Coma_Cose con Johnson Righera – “L’estate sta finendo” di Righeira
Fausto e California iniziano con un duetto piano-voce e l’aspettativa di svegliarsi da questo coma sembra svanire. Poi, grazie all’apparizione mistica di Righera con un paio di occhiali veloci (che lo trasformano in un ciclope), l’operazione “alzarsi dalla sedia e ballare” è completata. Grazie Coma_Cose, sapevamo di poterci fidare di voi!

Voto: 26

Joan Thiele con Frah Quintale – “Che cosa” c’è di Gino Paoli
Questa versione downtempo di “Che cosa c’è” non dispiace affatto, anzi, è un ottimo esempio di cover rivisitata che funziona. I due hanno una bella sinergia, le loro voci si intrecciano alla perfezione e si conferma una delle cose più interessanti fino a questo momento.

Voto: 29

Olly con Goran Bregovic – “Un Pescatore” di Fabrizio De André
Bregović e la Wedding & Funeral Band riarrangiano il brano in versione balcanica e Olly è tutto un presabene. Il risultato è buono, ma disturba la lincenza poetica di Olly − ad un certo punto fin troppo preso bene – che urla che se canti lailallala tutto si risolverà (non lo so Olly). 

Voto: 28

Elodie e Achille Lauro – “A mano a mano” di Riccardo Cocciante e “Folle città” di Loredana Bertè
Un duo ben assortito: nessuno dei due ruba la scena all’altra persona anzi, sembrano a loro agio in quella che potrebbe essere l’esibizione di uno dei loro concerti.

Voto: 25

Massimo Ranieri con Neri per caso – “Quando” di Pino Daniele 
Forse bisognerebbe un attimo rivedere alcune scelte. L’idea non è male, ma la realizzazione lascia a desiderare: i due poli non dialogano poi così bene.

Voto: ritenta (ma anche no), sarai più fortunato 

Willie Peyote con Tiromancino e Ditonellapiaga – “Un tempo piccolo” di Franco Califano
A questo punto della serata sembra siano trascorsi secoli dall’inizio della puntata e l’esibizione, pur non essendo poi così male, passa quasi inosservata nel mezzo di tutto ciò che è successo nelle ore precedenti.

Voto: vorrei votare ma non posso

Brunori Sas con Riccardo Senigallia e Dimartino – “L’anno che verrà” di Lucio Dalla
Brunori si porta sul palco Dimartino e Riccardo Senigallia ed è subito “Festa dell’Unità” con un’esibizione che, pur essendo un po’ rischiosa per la scelta del brano, alla fine trasmette quella sensazione di accoglienza familiare e una bella tavolata di pastasciutta.

Voto: 27 e targa Festa dell’unità

Fedez con Marco Masini – “Bella stronza” di Marco Masini
Ne Avevamo davvero bisogno? Rimaniamo (non è vero) in attesa del prossimo scoop.

Voto: /

Bresh con Cristiano De André – “Crueza De Mä” di Frabrizio De André
Una maledizione sembra essersi abbattuta su questa esibizione: prima il microfono di Bresh non funziona, poi Cristiano De André perde il microfono del mandolino e Bresh non riesce a nascondere la risata disperata di chi pensa “che difficoltà questa vita”. Nonostante tutto si portano a casa una bella esibizione!

Voto: 28 e targa Malocchio

Shablo ft. Guè, Joshua, Tormento con Neffa – “Amor de mi vida” dei Sottotono “Aspettando il sole” di Neffa
Dalla regia (la chat di Musidams) dicono che si tratta di un duetto importante per la scena hip hop italiana. 

Voto: 28 sulla fiducia 🙂

A cura di Alessia Sabetta

Sanremo 2025: la tanto attesa serata delle cover

La conferenza stampa tenutasi questa mattina inizia con le parole del direttore artistico, nonché conduttore, Carlo Conti, il quale annuncia che stasera al suo fianco, per l’apertura, ci sarà Roberto Benigni.

Dopo questa notizia Marcello Ciannamea, il Direttore Intrattenimento Prime Time Rai, condivide gli ottimi risultati della sera precedente con 10,7 Mln di ascolti medi e il 59,8% di share, un successo visto l’incremento di 1 Mln di ascoltatori rispetto lo scorso anno.

Successivamente, il sindaco Alessandro Mager ringrazia le forze dell’ordine per il lavoro che stanno svolgendo per permettere la totale sicurezza dei cittadini e, Marco Bocci, Presidente della Regione, conferma la sua presenza sul palco dell’Ariston per la consegna del Premio Liguria per la migliore cover. 

Claudio Fasulo, responsabile Rai, espone il programma della serata, il quale prevede la presenza di ben 144 artisti sul palco, tra cui la performance di Paolo Kessisoglu con la figlia e l’esibizione di Benji e Fede sul palco Suzuki: insomma, si prospetta un grande spettacolo. 

È presente anche Settembre, il vincitore di Sanremo Giovani, a cui viene consegnato il Premio alla Critica e il Premio Critica Sala Stampa Lucio Dalla. Il cantante coglie l’occasione per ribadire la forte stima che nutre per Alex Wyse, finalista con lui, ed esprime una forte gratitudine per la vittoria conseguita.

Viene poi lasciata la parola alla coppia dei due co-conduttori Geppi Cucciari e Mahmood accomunati non solo dalla provenienza geografica ma anche dalle affinità elettive. Entrambi si augurano il meglio per questa serata: Geppi lo fa con il suo solito sarcasmo mentre Mahmood con il suo ottimismo.

Tra le domande viene chiesta una delucidazione riguardo al perchè la collana sia stata negata a Tony Effe: i responsabili precisano che è stato necessario non far salire sul palco il cantante con il gioiello, in quanto una norma contenuta nel regolamento del festival prevede il totale divieto da parte degli artisti di esibire dei marchi.

Risoltasi tale questione, le domande successive ruotano tutte attorno al ruolo che Geppi Cucciari ha intenzione di ricoprire sul palco dell’Ariston, dove la tv viene intesa come spazio di evasione dalla realtà.
L’attrice risponde sempre con la massima eleganza affermando che «ogni giorno ci sono piccole/grandi battaglie da combattere » ma ci tiene ad evidenziare che mostrerà rispetto nei confronti delle decisioni prese dal direttore artistico.

Una cosa è certa: sono state create alte aspettative per questa serata e noi ci auguriamo che non vengano deluse.

A cura di Sofia De March

Sanremo 2025 – Le pagelle della terza serata

La terza serata del 75° festival di Sanremo inizia con un’emozionante esibizione di Edoardo Bennato con “Sono Solo Canzonette”. Dopodiché Carlo Conti accoglie le presentatrici per la sera: Miriam Leone, Katia Follesa e Elettra Lamborghini, per poi presentare gli artisti in gara.

Clara – “Furore”
Un po’ anonima nel timbro, Clara ha comunque un grande controllo della propria voce. L’abito contribuisce certamente al suo anonimato. 

Voto: 22

Brunori Sas – “L’Albero delle Noci”
Come nelle scorse serate, risalta all’orecchio una qualche  somiglianza con “Rimmel” di De Gregori. l testo toccante affronta dolcemente il tema della paternità. Apprezzabile la scelta di portare la chitarra sul palco.

Voto: 25

Sarah Toscano – “Amarcord”
Degna di nota è la differenza d’età rispetto agli altri concorrenti: Sarah è infatti classe 2006. Purtroppo la performance non è esente da stonature, ma ci piace il modo in cui dice “un po’ mi avevi illusa”. Per il resto il brano è piacevole.  

Voto: 23

Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore”
Base inusuale e lontana dal solito stile vecchia scuola di Ranieri, che tenta un avvicinamento al sound contemporaneo.

Voto: 22

Joan Thiele – “Eco”
Joan Thiele conferma una ragazza forte, il cui  timbro vocale personalissimo  le permette di distinguersi dagli altri artisti. Il suo outfit Gucci dà un tocco chic, efficace nella contrapposizione con il sound Seventies del brano. 

Voto: 28 

Shablo feat Gue, Joshua, Tormento – “La mia parola”
Una bella boccata di aria hip hop italiana, adattato in perfetta chiave sanremese. Restiamo in attesa del duetto con Neffa.

Voto: 27

Noemi – “Se t’innamori muori”
Un bellissimo vestito funzionale alla teatralità dell’esibizione. Purtroppo, Noemi si è lasciata trasportare dal suo tratto vocale distintivo, offrendo una performance troppo graffiata.

Voto: 22

Olly – “Balorda Nostalgia”
Qualche stonatura e un’interpretazione troppo sdolcinata.

Voto: 19

Coma_Cose – “Cuoricini”
“Cuoricini” è la classica canzone indie-pop godibile, di quelle che si canticchiano tutto il giorno. Gli outfit della coppia sono audaci, e soddisfano le aspettative Gen-Z. Una buona esibizione, con ottima performance vocale, e dunque un buon voto.

Voto: 26

Modà – “Non ti dimentico”
Il ritorno dei Modà sul palco rende felici tanti italiani, e dal cantante, Checco, arriva un emozionante messaggio di forza e speranza per chi, come lui, combatte con la propria salute mentale.

Voto: 24

Tony Effe – “Damme ‘Na Mano”
Illudendoci, forse, ci aspettavamo il solito Tony, genuino come nei suoi brani abituali, al di fuori di Sanremo. Ti vogliamo più spavaldo! Torna al prossimo appello.

Voto: 17

Irama – “Lentamente”
L’autotune non rende giustizia al vero timbro vocale di Irama. Il testo, pur essendo più in vibe Blanco, ha però un che di romantico che, abbinato con il fascino di Irama, riesce ad arrivare al pubblico. 

Voto: 21 

Francesco Gabbani – “Viva la vita”
Un testo che inneggia a un migliore atteggiamento verso la vita. L’arrangiamento, però, è un po’ troppo rigido e impostato.

Voto: 24

Gaia – “Chiamo io Chiami tu”
Gaia si conferma cantante affascinante e talentuosa, e la presenza dei ballerini arricchisce la performance.

Voto: 26

Bonus!Duran Duran con Vic de Angelis: La performance della band ha emozionato grandi e piccini, anche grazie alla presenza young dell’ex bassista dei Måneskin.

voto: 110 e lode con bacio accademico (tra Katia Follesa e Simon LeBon)

A cura di Benedetta e Martina Vergnano

Sanremo 2025: conduttrici donne, giornata della radio e polemiche sul televoto

Se inizialmente la conferenza stampa del giorno 13 febbraio comincia con toni allegri e discorsi che preannunciano la terza serata del festival, l’atmosfera cambia radicalmente di lì a poco a causa di domande spinose su questioni come la corruzione del televoto.

In un primo momento viene annunciato il dono di uno speciale braccialetto floreale per la serata di San Valentino (quella di venerdì) composto di ranuncoli rossi per le personalità femminili di Sanremo, soprattutto per le giornaliste del Festival.

Vengono poi comunicati i record numerici della seconda serata: gli ascolti medi ammontano a 11.8 milioni, con il 64,6% di condivisioni. La maggioranza del pubblico appare essere quella dei giovani, con picchi di share verso le ore 00.30 da parte della fascia di età 15-24 anni.

Per quanto riguarda i social, la seconda serata ha visto un aumento delle views del +96% rispetto allo scorso anno. Viene confermato che il coinvolgimento è aumentato grazie alla presenza di Bianca Balti e Damiano David.

Gli ospiti della terza serata saranno il cast della serie televisiva Mare Fuori, i membri del Teatro Patologico e i Duran Duran. Quest’ultimi oltre ad esibirsi riceveranno anche un premio alla carriera.

Grande attesa per la finale delle Nuove Proposte dove sono in gara Alex Wyse con “Rockstar” e Settembre con “Vertebre”.

Si crea molto sgomento in sala stampa. Vengono chieste spiegazioni sul rapporto tra il concorrente Fedez e Luca Lucci (il capo degli ultras del Milan arrestato recentemente per spaccio di droga), ma Conti interviene subito spiegando di non essere un giudice, bensì un conduttore televisivo che si avvale della presunzione di innocenza.

La conferenza continua con domande di natura polemica sui conteggi finali dei voti. Molti giornalisti si sono chiesti: se il nostro voto vale il 33%, quanto inciderà sul calcolo finale?

Conti allora tenta di placare gli animi spiegando che quella percentuale è da aggiungere a un altro 33%, che sarà quello delle radio, arrivando al 66% del totale, con una rimanenza del 34% che spetterà al televoto.

Proseguono le domande, questa volta indirizzate a Miriam Leone, perlopiù inerenti al suo nuovo progetto televisivo: la serie TV Miss Fallaci, ispirata alla vita della giornalista Oriana Fallaci. L’attrice risponde che, proprio come la protagonista che interpreta, anche lei è piena di sfaccettature poiché le donne non sono definibili con un unico aggettivo o non possono essere inserite in un’unica categoria. Parla inoltre delle difficoltà incontrate nel portare sullo schermo tematiche forti come l’aborto.

I quesiti finali sono di natura più leggera: viene domandato a Katia Follesa quale sia il suo metodo per mantenere la calma sul palcoscenico, dal momento che in sala stampa appare molto tranquilla. La comica risponde di essere molto estasiata all’idea di portare sketch comici e di improvvisazione sul palco dell’Ariston all’età di quasi cinquant’anni. La sua arma più vincente è senz’altro l’autoironia.

A Elettra Lamborghini viene invece domandato che cosa ne pensi di canzoni con testi di natura spinta, come ad esempio il brano di Tony Effe, definito da molti «di cattivo gusto». Risponde che non bisognerebbe nascondere alcun tipo di parola o linguaggio nelle canzoni poiché in qualsiasi altro medium, ad esempio i videogiochi violenti o i film dell’orrore, appaiono elementi volgari o anti convenzionali.

Carlo Conti, essendo il 13 febbraio la giornata internazionale della radio, onora la figura di Guglielmo Marconi per la sua invenzione e per l’impatto che essa ha tutt’ora nelle vite degli esseri umani. Gli viene inoltre consegnato, da parte dell’emittente radiofonica “Radio Esercito” un attestato onorifico per il suo giuramento di fedeltà alla Repubblica italiana.

Vi è grande fermento per la terza serata del 75º festival di Sanremo, con personalità femminili forti a condurre e ospiti musicali di eccezione, come i Duran Duran che suoneranno assieme a Victoria De Angelis dei Måneskin.

                                                   a cura di Martina Vergnano Menzio