Con il debutto del Torino
Jazz Festival si è conclusa la quinta edizione de Beer & Jazz on Monday!, la rassegna curata da AR.CO.TE. che ogni lunedì ha portato il
jazz al Birrificio Torino.
Le contaminazioni musicali del Sahadeva Ensemble arrivano, in punta di piedi, sul palco del Piccolo Regio per la terza e ultima tappa del tour che ha portato già a Firenze e Vicenza la poesia e la musica, efficacemente riarrangiata, del maestro di meditazione Yoga Sri Chimnoy.
Quando il gesto quotidiano si trasforma in sintesi di percussione, danza e acrobazia: introduzione all’esperienza-Stomp
Segna la settimana del 15 maggio il ritorno degli Stomp al Teatro Alfieri di Torino. A quasi trent’anni dall’ideazione ad opera di Luke Cresswell e Steve McNicholas, lo spettacolo di “puro ritmo urbano” può oggi vantare numerosi successi internazionali, nonché il coinvolgimento di 5 formazioni fisse.
OFT Airlines, così si chiama la stagione concertistica 2018-2019 dell’Orchestra Filarmonica di Torino, dove ogni concerto è concepito come un’esperienza di volo verso una nuova meta. Il nono appuntamento della stagione si è tenuto il 14 maggio al Conservatorio ‘‘Giuseppe Verdì’’, con una meta molto particolare chiamata ‘complicità’.
Da Evan Parker a Thurston Moore, ecco in cosa consisterà il festival di quest’anno
La sonorità sperimentale di JAZZ IS DEAD! torna, per la terza volta, a popolare il Cimitero di San Pietro in Vincoli di Torino. La serie di eventi, distribuita nelle tre giornate del 24, 25 e 26 maggio, verrà inaugurata in qualità di epilogo del Torino Jazz Festival.
L’edizione 2019 del Flowers Festival, che si svolgerà, a Collegno, dal prossimo 27 Giugno e che, anche quest’anno, offrirà una lunga serie di grandi nomi della musica del momento in quasi un mese di spettacoli, si presenta con dei precisi, importanti seppur doverosi, obiettivi: protagonista del festival sarà infatti, come suggerisce il titolo dell’edizione “Building a New Society”, l’impegno nella costruzione di una nuova società e nel sollevare un dibattito, proprio attraverso gli artisti che si esibiranno.
Ritorna con un nuovo disco l’anima soul della cantante barese
Il 10 maggio è uscito il secondo disco di Serena Brancale, la cantante barese che abbiamo visto a Sanremo nel 2015 con il singolo “Galleggiare”, dell’omonimo disco.
La prima di ben sei date italiane, quella che, Mercoledì 8 maggio ha portato il rock’ ‘n’ roll indie degli A Giant Dog, in tour europeo, sotto i riflettori bluette del Blah Blah. La band, capeggiata dall’eclettica Sabrina Ellis, si forma undici anni fa nel mondo dell’underground e del grunge di Houston, in Texas, e, ad oggi, con quattro LP alle spalle, irrompe, prepotente, sui palchi italiani, tra sonorità originali e solida presenza scenica.
Da quasi dieci anni, tra i concerti organizzati dall’Unione Musicale di Torino, un appuntamento fisso è quello che il Teatro Vittoria ha con i Lieder di Franz Schubert, che dalla stagione 2011-12 è conosciuto come “Schubertiade”. Questo nome è molto più antico di quanto sembra: risale infatti al 1821, anno in cui il compositore cominciò ad organizzare un ciclo di incontri in cui la musica e la poesia erano le protagoniste indiscusse. Il pubblico cui erano rivolte era piuttosto ristretto e selezionato: musicisti, letterati, artisti e melomani che si riunivano a Vienna per passeggiare tra i boschi e leggere assieme passi dei più noti scrittori e poeti del primo Ottocento, ma soprattutto per conoscere e ascoltare le nuove pagine vocali del loro amico Schubert e di altri importanti compositori del tempo.
Sono due compositori ‘proverbialmente opposti’: un diffuso luogo comune vuole infatti che Mendelssohn sia quello leggero e Bruckner quello pesante. Quest’ultimo pregiudizio è addirittura tanto radicato da ridurre il pubblico dell’Auditorium Arturo Toscanini a un terzo della sua capienza, la sera dell’8 maggio in cui Marc Albrecht ha diretto l’OSN Rai nel Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Felix Mendelssohn-Bartholdy (al pianoforte Martin Helmchen) e la Sinfonia n. 7 di Anton Bruckner. Eppure, l’impressione al termine del concerto era che i due attributi fossero al contrario: un Mendelssohn pesante e un Bruckner leggero.
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