Prima serata senza Sergio Ricciardone, fondatore e direttore del C2C FESTIVAL, recentemente scomparso. L’edizione di quest’anno è dedicata alla sua memoria con il tema “Per aspera ad astra”, un motto che, con nostalgia e slancio nel futuro, custodisce e celebra il percorso intenso e visionario del progetto. Nato con il nome Club To Club, perché gli eventi erano dislocati in diversi club torinesi, e il pubblico si spostava da un club all’altro durante la notte, grazie anche a navette dedicate.
Con il passare degli anni, il Festival ha abbandonato la formula itinerante, concentrando la programmazione in spazi più ampi e strutturati. Dal 2022, prende il nome C2C FESTIVAL, richiamando graficamente una figura alata, simbolo di libertà ed esplorazione. Nel corso della sua evoluzione, C2C FESTIVAL è cresciuto fino ad affermarsi come una delle realtà più influenti della scena elettronica e d’avanguardia europea. Orgoglio torinese, il Festival ha raggiunto anche New York, con un’edizione al Knockdown Center.
Attese oltre 40.000 persone per quattro giorni immersivi tra musica e incontri, distribuiti tra alcune delle location più iconiche di Torino: Lingotto Fiere, OGR Torino, Teatro Regio, Combo e Le Roi. Il programma di quest’anno segue una forte continuità con la scorsa edizione, tra ritorni in forma differente, esordi dell’ultima stagione discografica, molte esclusive italiane e alcuni artisti segreti in lineup.

La serata di giovedì 30 novembre inizia con l’esibizione di Daniel Blumberg, compositore britannico, recente vincitore del Premio Oscar per la colonna sonora del film The Brutalist. Il suo concerto, tra i più attesi della serata, ci spiazza con una proposta lontana dalle previsioni. Sul palco Blumberg suona vari strumenti a percussione e programma drum machine, il tutto con l’accompagnamento di una violinista e un contrabbassista.
Il pattern principale sembra quello di un’improvvisazione libera in cui si cerca una fusione tra i ritmi ostinati – ma sempre diversi – delle drum machine, le melodie vocali di Blumberg con vari effetti di loop ed eco, e le incursioni aggressive dei due strumenti a corda. Il risultato finale è un effetto di sovrapposizione straniante. Le varie parti individuali risultano frammentate e impediscono la creazione di un flusso armonico. Il pubblico rimane comunque attento e silenzioso per circa trenta minuti, sperando in un bagliore improvviso, che purtroppo non arriva mai.
La serata continua con l’esordio italiano della band newyorkese YHWH Nailgun, che presenta l’album di debutto 45 Pounds. La loro esibizione è nervosa, elettrica ed esplosiva. Il frontman, al microfono, emette urla strozzate e si muove in preda a degli spasmi che diventano danza ossessiva. Il batterista è la vera guida di tutti, l’unico che non smette mai di suonare e che, con i suoi poliritmi, fa da ponte tra gli assoli del chitarrista e le incursioni quasi glitch del tastierista. La breve durata dei brani, tra parti scarne e minimali e altre disorganizzate e cacofoniche, coinvolge il pubblico in un concerto frenetico e istintivo.
Sale sul palco Jenny Hval, originaria della Norvegia, che presenta il suo ultimo lavoro Iris Silver Mist, pubblicato dalla stessa casa discografica del quartetto newyorkese. Hval intreccia sofisticati soundscape ad uno straordinario lirismo poetico per esplorare temi legati a corporeità, identità e politica. La sua voce è limpida, penetrante e sinuosa, capace di muoversi con versatilità tra canto e parlato, tra melodie e generi diversi. Artista minimalista, Hval mette in primo piano testi e suono, facendo emergere l’essenziale in un intricato mosaico di synth. L’esibizione è intima e allo stesso tempo teatrale.
A chiudere la serata inaugurale, Kelman Duran, dj e produttore dominicano nominato Grammy Awards del 2023 per il suo contributo in Renaissance di Beyoncé. Duran propone un set poliedrico che attraversa generi diversi come reggaeton e dancehall, mescolando elementi globali e tracce in lingue differenti, conferendo un respiro internazionale. Malgrado qualche problema tecnico, il set resta coinvolgente, anche se i richiami finali alle sonorità balcaniche risultano marginalmente dissonanti rispetto all’atmosfera generale.
Si chiude così, alle OGR Torino, la prima tappa del nostro viaggio “Per aspera ad astra”.
Cresce curiosità e attesa per le prossime giornate del C2C FESTIVAL, tra conferme, novità e punti interrogativi.
Linda Signoretto e Alessandro Camiolo









