L’ascolto musicale è sempre più una pratica di adattamento, cambiano le tecnologie, le sale e i contesti di ritrovo, ma rimane una parte centrale della nostra esperienza.
Se parliamo poi di musica elettronica sperimentale, ovvero l’esplorazione del suono nelle sue molteplici forme, trovare un luogo adeguato non è semplice.
Parte da qui il progetto Performing the Club curato da Cristina Baù, che punta a ripensare i club come spazi performativi unici e non convenzionali.
Il club in questione è l’Azimut: uno tra i più raffinati di Torino e con spiccata attenzione al pubblico più affezionato, in cui la qualità artistica e audio non è lasciata al caso. Dal contenitore passiamo al contenuto: “La Danza dell’Universo” in Cinque Movimenti, ideata da Domenico Sciajno e Riccardo Mazza con visual di Laura Pol, è la performance presentata in anteprima sabato 10 maggio, in apertura alla serata techno curata da GENAU. Sciajno e Mazza sono docenti di musica elettronica rispettivamente presso il Conservatorio di Torino e la Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, Pol è artista visuale e fondatrice di Project-TO insieme a Mazza.

All’ingresso ogni partecipante riceve una bustina con all’interno uno dei cinque elementi del Wu Xing (fuoco, acqua, legno, metallo, terra), ripensati sotto forma di ceneri, ghiaccio, minerali, polveri di metallo, germogli. Si arriva così nella sala principale. I tre artisti stanno in piedi attorno ad un tavolo centrale su cui è disposta la strumentazione necessaria: portatili, tablet, mixer audio. C’è anche una ciotola con sopra una telecamera collegata al computer di Laura che elabora il segnale video attraverso un algoritmo creando i visual proiettati sulle due pareti.

L’ordine seguito si potrebbe definire ascensionale, dall’esecuzione del movimento legato alla terra, caratterizzato da una bassa frequenza costante del sound System Funktion-One, che fa tremare la nostra stabilità. Si passa poi al legno e al fuoco, in cui i suoni iniziano a scontrarsi, sembra di raggiungere vette di altezze vertiginose per ricadere subito giù; poi tutto si trasforma in metallo, la fase più ritmata e veloce che precede il finale dell’acqua, in cui l’agitazione caotica diventa un flusso organizzato, sempre più calmo e avvolgente.

La performance è interattiva, il pubblico viene invitato da Laura a riversare il contenuto della propria bustina dentro la ciotola, creando così effetti visivi sempre nuovi a seconda dell’elemento: inversioni cromatiche, sovraimpressioni, illusioni quasi psichedeliche. Non si ricerca un equilibrio della forma, ma sempre una continua trasformazione sonora e visiva che non si arresta mai. Siamo completamente circondati da suoni e luci in un contesto diverso dal solito, in cui possiamo muoverci, esplorare, sederci e chiudere gli occhi. Un’esperienza di ascolto non riproducibile con altri mezzi, ma che si può trovare sulle piattaforme di streaming, così da poterla vivere almeno in parte.

Alessandro Camiolo