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Tre epoche, un dialogo: Yuki Serino e Martin Nöbauer 

Il 10 maggio al Teatro Vittoria si è conclusa la rassegna “Note tra di noi” dell’Unione Musicale con due giovanissimi e talentuosi musicisti: la violinista Yuki Serino e il pianista Martin Nöbauer. Lei nel 2024 si è aggiudicata il primo premio al Concorso Città di Cremona, lui nel 2023 è stato finalista al Concorso Internazionale Chopin su strumenti d’epoca di Varsavia. 

Quando, dopo il saluto del direttore artistico della rassegna, sono entrati i due musicisti, entrambi con un grande sorriso sulle labbra, si è respirato un piacevole senso di leggerezza (fra l’altro, parte del pubblico ha preso posto su alcune sedie posizionate sul palco per abbattere le barriere tra platea e artisti). 

Il primo brano che hanno scelto per questa serata è stata la Sonata in sol maggiore K. 379 di W. A. Mozart, che si apre con un “adagio” intimo e profondo introdotto dal pianoforte; il violino entra poco dopo, con un accordo pieno in imitazione delle prime note del pianoforte. Sono bastate poche battute per capire che davanti a noi avevamo degli autentici talenti nonostante la giovane età: questo inizio perfetto ci ha fatto subito entrare nel loro mondo. Il secondo movimento “allegro” cambia il carattere della sonata, con un gioco di imitazioni tra i due strumenti molto deciso e accattivante, mentre l’ultimo, “andantino cantabile”, contiene variazioni sul tema. Entrambi i musicisti hanno onorato la sonata mozartiana: se Yuki è riuscita a coinvolgere il pubblico con il suo modo unico di suonare, Martin non è stato da meno, e insieme hanno costruito un intreccio di colori e dinamiche che ha colpito gli ascoltatori. 

foto da Unione Musicale

Il programma è proseguito poi con le Tre romanze op. 22 di Clara Schumann. Il primo di questi vellutati quadri sonori è stato particolarmente suggestivo: calibrando ogni nota, i musicisti sono riusciti a trasmettere qualcosa del carattere appassionato della compositrice. Nel secondo, siamo entrati più in profondità nel racconto: con il suo vibrato e la precisione assoluta nei passaggi, era come se la violinista avesse assorbito lo spazio intorno a lei: impossibile distogliere lo sguardo!

foto da Unione Musicale

In chiusura del concerto è stata eseguita la Sonata in la maggiore op. 13 di Gabriel Fauré. (Molto raffinata l’idea dei due musicisti di farci attraversare tre periodi diversi con composizioni che rappresentano a meraviglia il carattere musicale e stilistico dei rispettivi autori!). Nel primo movimento di Fauré, Martin Nöbauer ha brillato in particolare per un crescendo perfetto, eseguito con naturalezza e un’irresistibile tensione. Un momento che ha sicuramente lasciato una forte impressione è stato il climax creato dalle ottave del violino e dagli arpeggi del pianoforte: sono stati impeccabili, raggiungendo il secondo tema con una dolcezza inaspettata, fuori dagli schemi. In tutto il brano sono riusciti a dimostrare una padronanza notevole, combinando destrezza tecnica e sincera espressività emotiva, frutto indubbiamente di un duro lavoro in fase di studio.

Le reazioni del pubblico sono state molto positive: i due musicisti, stanchi ma visibilmente appagati, sono stati acclamati con calorosi applausi (e pazienza se i battimani avevano interrotto le sonate dove il rito concertistico non lo prevede: i musicisti non hanno perso né la concentrazione, né il sorriso!). 

Francesca Modoni