Stupide canzoni d’amore con Gigliola Cinquetti


C’è fermento nell’aula magna della Cavallerizza Reale. Alle 18 è attesa Gigliola Cinquetti, per un dialogo con Jacopo Tomatis dell’Università di Torino, nel pieno delle due intense settimane di eventi organizzati da Universo. Se è vero che la canzone italiana è tanto tradizione quanto trasversalità, è presto spiegato l’eterogeneo pubblico che affolla la sala: c’è chi la Cinquetti se la ricorda ancora in bianco e nero a Canzonissima, ma ci sono anche gruppi di ventenni alternativi che scorrono TikTok
per spezzare l’attesa. Poi, alle 18 e qualche minuto, preceduta da un video che ne mostra brevemente la storia attraverso i giornali giovanili italiani, arriva lei. È bellissima, elegante, ancora la diva che splende sul palco del Festival di Sanremo, di Canzonissima, di Eurovision. Bastano poche battute e il titolo della conferenza, “Un’italiana ad Eurovision”, è smontato, rimodellato: Gigliola è un’interprete italiana, ma una diva europea. Ci tiene a sottolineare e ricordare quanto i suoi brani piacciano ai francesi, ai tedeschi, “persino agli inglesi”. La commozione dei figli degli immigrati italiani in Australia nell’ascoltare “Non ho l’età”, di cui racconta Tomatis, poi, sposta il discorso verso il forte sentimento di appartenenza europea della Cinquetti.

Foto: Nderim Kaceli

Una breve panoramica dei momenti più emozionanti della carriera della diva, poi, si legano al tenero ricordo di suo padre. Un uomo che ha sempre creduto in lei, supportandola anche contro i pregiudizi del resto della famiglia, che vedevano il mondo dello spettacolo come un luogo poco adatto ad una ragazza così giovane. Gigliola, infatti, quando ha iniziato a calcare il palcoscenico aveva appena 13 anni.
Dai licei a Sanremo il passo non è breve, ma per un talento unico come quello di Cinquetti, è sicuramente naturale. Da qui il ricordo di alcuni incontri preziosi, come quello con Domenico Modugno, con cui ha anche diviso il palco e di cui ha interpretato “Dio come ti amo”. O come quelli con Piero Ciampi, Paul McCartney e Jacques Brel.

Foto: Nderim Kaceli

Un ultimo sguardo al passato, poi, con Eurovision ‘74, edizione in cui la sua “Alle porte del sole” è arrivata dietro a “Waterloo” degli Abba.
È il momento della musica. Con Alessandro D’Alessandro all’organetto e Antonio Ragosta alla chitarra, Gigliola Cinquetti canta quattro brani e incanta la sala. “Il maestro è nell’anima” di Paolo Conte, “Go (before you break my heart), “Alle porte del sole” e, per finire, “Dio come ti amo” di Domenico Modugno. Sono tutti d’accordo. Viva le stupide canzoni d’amore, viva Gigliola Cinquetti!

Foto: Nderim Kaceli

A cura di Clarissa Missarelli

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