Doppio compleanno al Conservatorio

Il direttore Mario Lamberto. In copertina, il clarinettista Nino Carriglio.

Tra le tante date importanti disseminate nel mondo della musica classica ce n’è una che ogni appassionato conosce: il 27 gennaio, compleanno di Wolfgang Amadeus Mozart. Forse però non tutti sanno che, presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino, dal 2017 è in corso un interessante progetto per festeggiare questa ricorrenza: è organizzato dal clarinettista Nino Carriglio, che compie gli anni esattamente lo stesso giorno dell’illustre compositore. Il 2 febbraio questa festa è stata celebrata da un concerto ricchissimo, con la partecipazione della pianista Patrizia Fossat e dello stesso Carriglio al clarinetto; Mario Lamberto ha diretto per l’occasione l’Orchestra Tonino Pardo, fondata dal curatore del progetto nel 2018 in onore del defunto Antonino Pappalardo (in arte, appunto, Tonino Pardo). La data 2021, inoltre, è già stata annunciata: sarà domenica 31 gennaio.

Nella sua presentazione iniziale, Nino Carriglio ha definito con grande umiltà «artigianale» la natura del concerto, ma sin dal primo brano proposto, l’Ouverture dell’opera mozartiana Così Fan Tutte, il direttore e l’orchestra hanno esibito un’estrema raffinatezza, poi mantenuta nelle esecuzioni successive. Mario Lamberto si è rivelato fin dall’inizio misuratissimo e al tempo stesso molto espressivo; è riuscito a indirizzare l’orchestra con grande chiarezza, grazie a pochi e semplici gesti, dando vita all’atmosfera elegante e dinamica del brano: un ottimo modo per introdurre un simile programma.

La grazia e la ricercatezza espressiva sono sbocciate poi brillantemente nel brano successivo, il delicatissimo Concerto n. 23 per pianoforte e orchestra, uno dei più intimi e poetici di Mozart. Fin dalle note iniziali del primo movimento, un Allegro intenso e arricchito da una vivace inventiva tematica, è risultata chiara la perfetta armonia tra lo strumento principale e il resto dell’organico. L’orchestra ha suonato in modo dolce e amalgamato, precisissimo e in accordo totale con la solista Patrizia Fossat, che è stata semplicemente meravigliosa: ha imposto la sua presenza dai primissimi interventi del pianoforte, e ascoltarla è stata una vera emozione. Interprete raffinatissima, ritmicamente impeccabile ma non fredda, ha reso con dolcezza e potenza espressiva ogni punto del brano, suscitando nei cuori del pubblico un ricco ventaglio di sensazioni culminate nella difficile cadenza, mantenendo un dialogo fitto e bilanciato con la linea melodica dell’orchestra. La tensione emotiva ha raggiunto l’apice nell’Adagio in minore, sospirato e malinconico, la cui delicata espressività ci ha regalato momenti di commozione pura. Con l’Allegro assai, invece, siamo tornati a un brioso maggiore, che ha chiuso brillantemente la composizione: il forsennato e virtuosistico rincorrersi di pianoforte e orchestra, in sincrono perfetto, ha assorto completamente gli ascoltatori, trascinandoli e ispirando loro, alla fine, un applauso lunghissimo e più che meritato.

Dopo la fine eleganza mozartiana siamo passati a un brano più frizzante, il Concerto n. 1 op. 73 per clarinetto e orchestra di Carl Maria von Weber, composto in pieno romanticismo tedesco. Il primo movimento, Allegro, è cominciato coinvolgendo il pubblico dai primi istanti, grazie a un tema trascinante, istrionico come Nino Carriglio, uno dei due festeggiati della giornata, che si è imposto con grande personalità e passione sul palco del Conservatorio. Impressionanti il gioco di dinamiche creato nel dialogo tra orchestra e clarinetto e la modernità assoluta del compositore, che con l’alternanza di pianissimi e fortissimi e un ritmo complesso è riuscito a creare una composizione di assoluta intensità drammatica. Mario Lamberto potrebbe essere definito un direttore apparentemente minimal: a differenza di alcune tendenze moderne, non si è sbracciato o dimenato, ma ha mantenuto per tutta la durata del concerto un atteggiamento di perfetta sobrietà e decisione, dando in questo modo una sicurezza pressoché totale all’orchestra, il cui timbro complessivo è risultato omogeneo in ogni punto della composizione – obiettivo difficile e non scontato da raggiungere, vista la difficoltà espressiva del brano. L’Adagio ma non troppo successivo, invece, è stato il vero e proprio momento di protagonismo di Nino Carriglio: un passaggio onirico e delicato, quasi una ninna nanna, con la dolce voce del clarinetto impegnata a esprimere poesia e sogno. Il musicista, grazie a un controllo del fiato stupefacente e a una grande sensibilità, ha regalato a noi ascoltatori un assolo suadente, accompagnato da un non so che di rassicurante: ci ha sempre dato stimoli molto precisi addirittura con le movenze del volto, come se sullo spartito avesse letto una storia e avesse voluto raccontarla. Il tutto si è concluso con energia, grazie al Rondò Allegretto finale, dal carattere molto danzante, ma il momento più coinvolgente è stato probabilmente quello a cui abbiamo assistito al termine dell’applauso, prima del bis: il solista, in un impeto di slancio, ha baciato con gioia il suo strumento, donandosi al pubblico con emozione ed entusiasmo puro.

La serata si è conclusa ritornando a Mozart, con l’esecuzione della Sinfonia n. 35 in Re maggiore, la cosiddetta “Haffner”, dal nome della famiglia che la commissionò al compositore. In tutti i quattro movimenti del brano (Allegro con spirito, Andante, Minuetto, Presto) ho apprezzato i tempi nitidi e precisi, l’atmosfera trionfale, la decisione, la grinta, la sensazione di enormità che scaturisce nell’accostarsi a una composizione di tale assoluta bellezza. Sono rimasta letteralmente incantata ad ascoltare, e nel mentre ho considerato e ammirato tutto lo studio necessario alla realizzazione di un concerto simile da parte degli organizzatori e di tutti i musicisti che si sono esibiti. La fedeltà alla partitura e il grandissimo rispetto della volontà dell’autore sono state chiare fino al termine dell’ultimo movimento, un Finale quasi fugato, contrappuntistico, che ha visto ripetersi il tema iniziale in una forsennata catena di variazioni. Proprio questa pagina si è trasformata in un bis richiestissimo, dopo un applauso entusiasta durato svariati minuti.

La pianista Patrizia Fossat.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *