La vita di un’artista secondo Serena Brancale

Ritorna con un nuovo disco l’anima soul della cantante barese

Il 10 maggio è uscito il secondo disco di Serena Brancale, la cantante barese che abbiamo visto a Sanremo nel 2015 con il singolo “Galleggiare”, dell’omonimo disco.

Per chi non la conoscesse, Serena Brancale è un’artista un po’ fuori dagli schemi, che esprime tutta la sua naturalezza e la sua “pazzia” sui social, non preoccupandosi di voler apparire composta e formale, ottenendo la stima e la simpatia di una buona fetta di pubblico e di molti altri artisti.

A differenza del primo disco che aveva una forte vena jazz e lounge con qualche eccezione, Vita d’artista ha un carattere molto più soul, groovy, funk e R’n’B, con un uso di ritmi spezzati ed effetti elettronici, sfiorando argomenti e tematiche molto autobiografici, proprio come il pezzo che dà il nome all’album, dove parla dei “tipici problemi di un’artista”.

L’album, che è stato anticipato dal lancio del singolo “Come ti pare”, si apre con “Guerra in testa”, brano composto da un’ammucchiata di messaggi vocali di Whatsapp, utilizzando quindi un elemento comune di uso quotidiano, quasi volendo far emergere che nonostante la sua artisticità è una persona comune, come lo dimostrano anche le foto in copertina, che la ritraggono in momenti routinari come fare il bucato o con la busta della spesa.

Serena Brancale

Menzioni speciali: “Tempo” che vede la collaborazione del rapper torinese Willie Peyote, con il quale la Brancale ha stretto in passato un forte sodalizio, condividendo il palco insieme in alcuni concerti. Tra l’altro, in qualche concerto, la cantante ha chiamato in diretta Willie al telefono per farlo rappare insieme a lei.

Conclude il disco “I Feel for You”, un brano un po’ più movimentato, dove spiccano la batteria di Dario Panza, già batterista di Willie Peyote, che si rivela fondamentale nell’accompagnamento e nella composizione dei groove; presenti anche nel resto dell’album. Completano la band Domenico Sanna, fender rhodes e basso synth, Alfonso Deidda, pianoforte e fiati.

Pianista e percussionista di formazione, la cantante, che si è formata presso il Conservatorio di Bari, basa molto la sua espressione musicale su questi due strumenti, presenti sia nell’album che nei live, tanto da poter portare avanti un concerto anche da sola insieme alla sua strumentazione fatta di loop station, tastiere e batterie elettroniche.

“Eclettica, virtuosa e vulcanica”, così si legge nella sua bio, sono i tre aggettivi con cui si esprime. Infatti la sua ecletticità si può assaporare per tutto l’album e nei suoi live. «Con un bicchier di vino all’ascolto di “Più della musica” ma pronto a scattare al ritmo di “Come ti pare” » come afferma lei stessa, parlando del disco.

Dopo Cosenza e Cannes, il tour proseguirà il 23 maggio a Napoli e il 3 giugno a Roma, auspicando che si prolunghi con altre date e in molti altri posti.

Scrive sui social ironicamente (o forse seriamente) la cantante: «Vita d’Artista è […] essere contento di un nuovo brano che viene subito demolito da qualcun altro che ti convince che hai scritto una cagata».

Come non amarla?

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