10 tra i migliori album della prima metà dell’anno

La prima metà dell’anno, caratterizzata dalla pandemia di Covid-19, è stata sicuramente un periodo difficile per i musicisti di tutto il mondo, che hanno dovuto annullare o posticipare l’attività live. Molti hanno rimediato con dirette sui social per intrattenere i propri fan, altri hanno caricato online di propria iniziativa interi concerti. Nonostante tutto, nella prima metà dell’anno sono usciti diversi dischi interessanti. Questo articolo ne analizza 10 in ordine sparso, senza l’intento di fare una classifica.

TAME IMPALA – THE SLOW RUSH (psychedelic pop)
Dopo 5 anni, Kevin Parker torna con un album che prosegue il percorso iniziato dall’acclamato Currents, con un sound caratterizzato dall’uso massiccio di sintetizzatori. Tornano i groove catchy di basso e batteria in canzoni come “Borderline”, “Lost in Yesterday” o “Is It True”, alternate a brani più atmosferici come l’opening track “One More Year” o “On track”. La chitarra, elemento chiave dei primi due LP, torna come supporto in “Posthumous Forgiveness” o in veste acustica in “Tomorrow’s Dust”. Il canto in falsetto molto riverberato e l’atmosfera psichedelica restano una costante di Parker, così come la decisione di avere tutto sotto controllo scrivendo e producendo l’intero album da solo.

THE STROKES – THE NEW ABNORMAL (alternative rock)
Gli Strokes tornano a 7 anni di distanza dal precedente Comedown Machine con quello che è forse il loro album più ispirato dai tempi di Room on Fire. Dall’inizio, con “The Adults Are Talking”, si riconosce subito la loro formula, con la cantilena di Casablancas, le chitarre di Albert Hammond Jr. e di Nick Valensi che si intrecciano supportate dal basso martellante e questa volta anche dai sintetizzatori, che rinfrescano il sound in brani come “Brooklyn Bridge to Chorus”, “Eternal Summer”o “At the Door”. Il disco scorre bene nonostante la durata dei brani, più lunghi di quelli a cui la band ci aveva abituati.

THE WEEKND – AFTER HOURS (r&b, synth pop)
Il quarto album dell’artista canadese ha avuto un impatto enorme, infrangendo record di streaming e creandone di nuovi. È un disco eclettico, che racchiude in sé diverse influenze in modo coerente: il sound anni ’80 con tanto di sax di “In Your Eyes” e del singolo trainante “Blinding Lights”, la uk garage di “Too Late” (la cui base potrebbe essere tranquillamente uscita da un album di Burial) o la trap di “Heartless”, prodotta da Metro Boomin. Notevole anche la produzione di Oneohtrix Point Never in “Scared to Live” e nella psichedelica “Repeat After Me”, dove si sente chiaramente la collaborazione anche di Kevin Parker.

CHARLI XCX – HOW I’M FEELING NOW (pop)
How I’m feeling now è un disco emblematico della prima parte dell’anno, in quanto scritto e prodotto durante la quarantena con aggiornamenti costanti sui social. Le canzoni trattano argomenti come la relazione della cantante (“forever”, “enemy”), la sua insicurezza (“7 years”, “detonate”) o la vita in quarantena, con nostalgia per la normalità (“c2.0”, “anthems”). Durante tutto l’album si susseguono tracce da club, come l’opening track “pink diamonds” o “claws”(in cui si sente la collaborazione di Dylan Brady del duo 100 gecs), alternate tracce bedroom pop più intime (“i finally understand”). Il fatto che tutto quanto sia stato scritto, registrato e prodotto in poco più di un mese di isolamento, con l’aiuto di pochi collaboratori, è un’ulteriore dimostrazione di quali siano le capacità di Charli.

GENERIC ANIMAL – PRESTO (itpop, emo)
Il terzo album di Generic Animal si presenta come una sintesi di quanto fatto nei due lavori precedenti. Il sound, che unisce le diverse influenze del cantante, fonde arpeggi di chitarra dal sapore midwest emo alla American Football, sintetizzatori e beat elettronici in brani come “1400”, “Scherzo” o “Presto”. Canzoni più intime e dall’arrangiamento minimalista ricordano l’esordio mentre altre come “Promoter” o “Nirvana”strizzano l’occhiolino alle sonorità di Frank Ocean. Tornano collaboratori fissi come Fight Pausa (Leute, 72-Hour Post Fight) e Jacopo Lietti (Fine Before You Came) a cui si aggiungono i featuring di Massimo Pericolo, Franco126, Nicolaj Serjotti e Joan Thiele.

LORENZO SENNI – SCACCO MATTO (elettronica sperimentale)
Primo album di Senni pubblicato per la leggendaria Warp Records (Aphex Twin, Boards of Canada, Autechre), Scacco matto approfondisce le sonorità accennate nell’EP dal titolo ambizioso The Shape of Trance to Come. Le canzoni, dalla struttura minimalista, sembrano essere uscite da un videogioco retrò, costruite su layer di sintetizzatori senza l’ausilio di drum machine. Gli highlights del disco arrivano nella parte centrale, con le sonorità ambient di “Canone Infinito”, con “Dance Tonight Revolution Tomorrow” e i suoi arpeggi di synth in costante build up e con “The Power of Failing”, la traccia che forse esemplifica al meglio le sonorità dell’album.

JEFF ROSENSTOCK – NO DREAM (pop punk)
Rilasciato a sorpresa durante il mese di maggio, il quarto album di Rosenstock continua sulla linea dei precedenti ma senza cadere nel già sentito. Il suo pop punk non è mai banale, con influenze melodic hardcore nelle velocissime “NO TIME”, “Nikes” e “Monday at the Beach”, con cori emo coinvolgenti e brani più lenti come “State Line” o “Honeymoon Ashtray”. La title track e l’acustica “Old Crap” ingannano, con partenze tranquille che esplodono in riff di chitarra hardcore punk, mentre i backing vocals in “The Beauty of Breathing” e l’arrangiamento di “***BNB” ricordano molto i primi Weezer.

YUNG LEAN – STARZ (cloud rap)
Giunto al quarto album, il rapper svedese sembra aver trovato la sua maturità artistica. Le basi sono eteree, dalle atmosfere dream pop, ambient o vaporwave. I testi spaziano dai problemi della dipendenza (“Yayo”, “Low”) ad argomenti più romantici (“Outta my Head”, “Put Me in a Spell”, “Dance in the Dark”) o di nostalgia per il passato (“Butterfly Paralyzed”). Non mancano brani più puramente rap come “Violence”, “Iceheart”o “Pikachu”, dove tornano topos del suo passato come fama, soldi o il suo posto nell’industria discografica. Sono presenti qua e là riferimenti nerd, da sempre parte integrante della sua estetica, ma Lean abbandona definitivamente il suo lato più meme. L’unico featuring, quello di Ariel Pink nella title track, lascia un po’ a desiderare.

RUN THE JEWELS – RTJ 4 (hip hop)
Nonostante sia stato scritto e prodotto negli ultimi 2 anni, l’ultimo disco del duo formato da El-P e Killer Mike (entrambi al top nel rappare) è a tratti di un’attualità disarmante. Esempi perfetti sono “walking in the snow”, che parla di quanto sta accadendo negli USA, “JU$T”o il verso di Mike «Black child in America, the fact that I made it was magic» nella traccia di chiusura. Il disco è eterogeneo ma coerente: beat come quelli di “yankee and the brave”, “out of sight” o “holy calamafuck” sono cupi e intensi, il piano di “ooh la la”si rifà a sonorità più old school, mentre il basso invadente di “JU$T”ricorda i Death Grips di “No Love”. Compare anche la chitarra in alcune tracce, come nel sample dei Gang of Four in “the ground below”. I featuring sono un altro esempio della varietà dell’album: Pharrell e Zack de la Rocha in “JU$T” o Mavis Staples e Josh Homme in “pulling the pin”.

FIONA APPLE – FETCH THE BOLT CUTTERS (songwriter, art pop)
Uno dei grandi ritorni di quest’anno è quello di Fiona Apple, a distanza di 8 anni dall’album precedente. Per tutto il disco la voce, a cui si aggiungono cori di ospiti qua e là, è accompagnata da una strumentazione scarna, fatta di piano, batteria, basso e poco altro. Nei testi la Apple affronta temi personali e autobiografici, con tinte ironiche ma anche drammatiche come in “For Her”. “I Want You to Love Me” e “Shameika” sono un esempio perfetto del sound, dove la batteria è l’elemento chiave che in alcuni casi prevale anche sugli altri strumenti, come in “Fetch the Bolt Cutters”, “Newspaper” o “Relay”, che nella seconda metà si perde in una jam noise. “Cosmonauts” o “Under the table”, col suo refrain catchy, sono invece brani più convenzionali.

ALCUNE “HONORABLE MENTIONS” CHE NON SONO RIUSCITE A FAR PARTE DELLA LISTA:
King Krule – Man Alive! (indie rock)
Rina Sawayama – Sawayama (pop)
Moses Sumney – Grae (soul)




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