Ingresso nella Camera delle Meraviglie

«Abbiamo un desiderio: condividere con il maggior numero possibile di persone la bellezza della musica classica. Per farlo, la cosa migliore è ascoltarla dal vivo (in esecuzioni di qualità, ovviamente!) e poterne parlare a tu per tu con i musicisti, che la conoscono e la amano. Se siete curiosi di “capirci di più” o vi avvicinate, anche per la prima volta, alla classica… questo progetto fa per voi! Insieme entreremo nel laboratorio dei grandi compositori per ascoltare i loro capolavori (uno per serata) e scoprirne insieme i segreti. Lasciatevi sorprendere!»

Questo è quanto si legge alla voce Camera delle meraviglie sul sito dell’Unione Musicale. La voglia di lasciarsi sorprendere da questo progetto risale, in realtà, alla conferenza di presentazione della stagione 2019/2020 (ne abbiamo parlato qui) ma abbiamo approfittato del periodo natalizio per soddisfarla. Due domande, in realtà, ci premevano in particolare: la prima, come si sarebbero svolte le esecuzioni (quel «parlare a tu per tu con i musicisti» apriva prospettive accattivanti); la seconda, quale fosse effettivamente il pubblico di riferimento.

Il 14 dicembre siamo andati al Teatro Vittoria a svelare l’arcano. In programma, come per tutti i concerti Camera delle meraviglie, un solo brano, naturalmente da camera, possibilmente con organico insolito: stavolta è toccato all’Introduction et Allegro di Maurice Ravel per arpa, flauto, clarinetto e quartetto d’archi. Si spengono le luci e, invece dei musicisti, entra Antonio Valentino, docente e pianista del Trio Debussy, e per dieci minuti buoni spiega storia, caratteristiche e bellezza di questo brano. Entrano infine i musicisti, tutti freschi di Conservatorio, e, sotto le esperte indicazioni di Valentino, suonano, smembrano, ricompongono, tolgono questo e aggiungono quello alla partitura di Ravel. «Suoniamo l’inizio senza l’arpa» e via, senz’arpa. «Ora da capo, con l’arpa», e l’arpa pennella l’incipit con una cascata di note. «Sentite come cambia?». E avanti così per tutta la composizione. Se non si è musicisti, direttori d’orchestra, ingegneri discografici o qualcosa di simile, e la musica la si ascolta solo bella e pronta nei concerti o su Spotify, dove queste cose non sono possibili, la sala del Teatro Vittoria è davvero una Wunderkammer miracolosa. Quando vi ricapita, altrimenti, di sentire gli accompagnamenti pulviscolari di Ravel senza avere sopra le linee melodiche di violoncello o flauto? Significa davvero entrare nel laboratorio del musicista, esperirne la grandezza compositiva valutando alternative e possibilità, avvicinarsi di qualche passettino al grande mistero della musica. Alla fine, come di prammatica, l’esecuzione dall’inizio alla fine, senza interruzioni.

Esauriti i meritati applausi per i bravissimi musicisti, Valentino esclama «E ora, le domande!». È arrivato il momento di parlare del pubblico di riferimento. Chi era? Per cominciare, la fascia d’età presente quella sera andava, credo, dai quattro ai novant’anni. Molte famiglie, ma anche molto altro. Di solito, poi, quando a una conferenza arriva il momento delle domande, il pubblico colto e selezionato gela in uno schubertiano «Wohin?» (non troppo dissimile da certi nostrani «emmò?»). Qua, invece, neanche il tempo di battere ciglio che subito la torma di bambini, fatti abilmente riunire proprio a ridosso del palco per meglio godere dell’esecuzione completa, si è trasformata in una foresta di mani alzate. «Perché i fili dell’arpa sono colorati così?», «A cosa servono i pedali?», «Perché voi musicisti siete tutti vestiti di nero?», «Come fa il violinista a essere così bravo?», domande alle quali sfido molti a saper rispondere, e che i musicisti hanno soddisfatto con simpatia e competenza. Ovviamente anche il pubblico “grande” si è lasciato andare a domande che forse, senza quella formidabile nave rompighiaccio che sono i bambini, non avrebbe avuto il coraggio di porre. Per tutti, insomma, la Camera delle Meraviglie è stata aperta.

Antonio Valentino

Camera delle Meraviglie

  • Arpa: Deniz Esen
  • Flauto: Elisa Maccarrone
  • Clarinetto: Andrea Migliorini
  • Violini: Valerio Quaranta, Giulia Aonso
  • Viola: Rebecca Scuderi
  • Violoncello: Victoria Saldarini
  • Narratore: Antonio Valentino

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