Concerto di mezza estate: “La Porta degli Uomini”

Cos’ha di tanto speciale la notte di mezza estate? Come mai in giro per il mondo si celebrano da secoli dei lunghi e affascinanti riti per festeggiare l’arrivo del Midsommar? Perché i giorni e le notti intorno al solstizio d’estate sono circondate da vecchie leggende, racconti magici e antiche credenze, anche al di là di Shakespeare?

La risposta è ovvia: è un giorno strano perché per tutto il resto dell’anno non ci sarà mai più così tanta luce e così poco buio, ed è anche un giorno bello perché la Natura è nel suo massimo rigoglio di generosità. Due motivi validi per festeggiare e raccontare storie. Ed effettivamente è successo qualcosa a Torino, quella sera: l’OMI (Opera Munifica Istruzione) ha organizzato un concerto nel suo cortile di via delle Rosine, riservato a pochi spettatori distanziati, nel quale il pianista Sandro Zanchi (in foto) e il mezzosoprano Laura Capretti (l’abbiamo intervistata qui) hanno accompagnato il trascolorare del cielo dal giorno più lungo alla notte più corta con una decina di Lieder composti da alcuni tra i massimi autori di questo genere: in ordine di apparizione, Wolf, Beethoven, Brahms, Schubert, Strauss, Mahler. Il titolo del concerto aveva un che di esoterico: La Porta degli Uomini; sottotitolo: Risveglio d’una notte di mezza estate. I testi dei Lieder, infatti, parlavano di Risvegli, Speranze, Rinascite e altre cose di cui la Midsummer Night è un simbolo e che i poeti e i musicisti del Romanticismo riportavano metaforicamente dalla Natura alla condizione umana, scandita anch’essa dalle stagioni e anch’essa in balìa di calamità fisiche, con le quali quest’anno abbiamo dovuto fare i conti più del solito. È per questo motivo che un rito che altrimenti tenderemmo a considerare semplice folklore si è caricato di un’urgenza e di un significato in cui tutti, ora, cerchiamo di credere: che il risveglio della Natura porti con sé anche il risveglio di un’umanità indebolita. Per marcare questo legame, a ogni Lied è stata associata una pianta che in qualche modo ne potesse essere una trasposizione dal regno musicale a quello vegetale, e, prima di ogni brano, dei lettori hanno narrato a turno miti e racconti popolari sul basilico, il gelsomino, la salvia, cercando di connetterne i profumi o le proprietà con i caratteri e le personalità dei Lieder che sarebbero seguiti. La musicalità dell’esecuzione è stata di grande qualità sia dal lato del canto, intenso, partecipato e, là dove richiesto, delicato e materno di Laura Capretti, che ritta sui gradini del cortile pareva la statua stessa della Natura, sia dal lato del pianoforte, di cui basterebbe accennare, per rendere un’idea della sua interpretazione, al modo lentissimo, sospeso e interrogativo con cui Sandro Zanchi ha suonato gli accordi iniziali dello straussiano Morgen! (Domani!) riuscendo a non interromperne mai la linea melodica, come a voler chiedere a quella stessa Natura se davvero domani accadranno le meravigliose cose che dice il testo. Il concerto non è stato quasi per nulla infastidito da grilli, uccelli e cicale che di solito minano la già traballante acustica dei concerti all’aperto, anzi, è stato come allontanarsi dalla città, passeggiare in un bosco e incontrare in una radura Beethoven o Schubert, immersi nei suoni della foresta per trasporli immediatamente su carta, e ascoltarne i risultati in diretta. A conclusione di una serata bella e strana come il giorno in cui si è svolta, due danzatrici, Federica Serami e Anna Gaiofatto dell’OFF AXIS Dance Company, hanno ulteriormente arricchito il canto del mezzosoprano, del pianoforte e degli animaletti circostanti coi movimenti dei loro corpi sul ritmo popolaresco dell’ultimo Lied, Mit einem gemalten Band (Con un nastro dipinto) di Beethoven, un po’ come omaggio al 250° anniversario della sua nascita e un po’ perché, soprattutto nelle terre più a nord dell’Europa, anche la danza è parte del rito di mezza estate. Non resta, alla fine, che sperare nel grande risveglio. Il concerto è legato a un progetto che si chiama CORTI.li, che si propone di riqualificare e ripopolare i due cortili dell’OMI in centro a Torino con iniziative di cultura e intrattenimento.

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