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La Svezia vince l’Eurovision Song Contest 2023

Il 13 maggio si è tenuta la finale dell’Eurovision Song Contest – l’evento non sportivo più seguito al mondo – che ha visto trionfare Loreen con la sua “Tattoo”. 26 paesi in gara dopo l’operazione pulizia delle due semifinali (qui e qui per leggere le nostre pagelle) e molti graditi ritorni tra gli ospiti della serata fino al trionfo svedese, annunciato ormai da mesi e travolto da polemiche e contestazioni. Ma andiamo con ordine.

La serata si è aperta con la Kalush Orchestra che ha portato una nuova versione della sua “Stefania”, canzone vincitrice nel 2022, dando il la a una straordinaria flag parade intervallata dai rappresentanti ucraini più memorabili degli ultimi anni: i Go_A con “Shum” (2021), Jamala con “1944” (vincitrice nel 2016), Tina Karol con “Show Me Your Love” (2006) e Verka Serduchka con “Dancing Lasha Tumbai” (2007). Una volta terminata la sfilata, sul palco della Liverpool Arena è iniziata la gara.

Dopo le 26 esibizioni e con l’apertura del televoto, è stato nuovamente il momento degli ospiti. Sam Ryder, in gara per il Regno Unito l’anno scorso, ha presentato il suo nuovo singolo “Mountain” con Roger Taylor alla batteria. A seguire, un segmento dedicato alla musica di Liverpool a cui hanno preso parte il nostro Mahmood e altri ex concorrenti come Netta, Daði Freyr, Cornelia Jakobs e Sonia. L’esibizione si è conclusa con un’emozionante versione di “You’ll Never Walk Alone” cantata da Duncan Laurence, vincitore nel 2019 con i Paesi Bassi e con un collegamento dal Golden Gate di Kiev con Ruslana, vincitrice nel 2004 con l’Ucraina.

A circa un’oretta dall’apertura del televoto, l’annuncio della sua chiusura e l’inizio delle assegnazioni dei punti della giuria, compatta nella sua preferenza: quindici nazioni hanno dato i loro 12 punti alla Svezia, garantendo a Loreen uno stacco di 163 punti dalla seconda posizione (Israele). Bene per l’Italia con Marco Mengoni, che le giurie hanno piazzato al terzo posto. Il pubblico nell’arena però non sembrava apprezzare la piega che stava prendendo la classifica: dal palazzetto si alzavano cori incitando “Cha Cha Cha” o urlando il nome del rappresentante finlandese, che le giurie avevano posizionato al quarto posto.

Il televoto ci ha regalato, come sempre, grandi sorprese e momenti al cardiopalma. Tonfo inaspettato per nazioni come Austria, Francia e Spagna, che i pronostici davano in top 10 ma che sono tutte finite nella seconda metà della classifica. Grande salto per la Norvegia con Alessandra e la sua “Queen of Kings”, che dal 17esimo posto della giuria è volata al quinto. La tensione però è salita alle stelle con l’annuncio dei punti della Finlandia: Käärijä ha dominato il televoto, raccogliendo 376 punti e scalzando momentaneamente dal primo posto Loreen. Il rapper finlandese si è però dovuto accontentare della seconda posizione: Loreen ha infatti preso 243 punti al televoto, permettendole di portare a casa il trofeo una seconda volta con un totale di 583 punti.

Le assegnazioni dei 12 punti del televoto.

La vittoria della Svezia è stata, indubbiamente, storica: Loreen è diventata la prima rappresentante donna a vincere il contest per due volte (la svedese vinse nel 2012 con “Euphoria”) e ha portato inoltre la nazione a un totale di sette vittorie, a pari merito con l’Irlanda per il maggior numero di primi posti. Questo trionfo però non è stato accolto da tutti con entusiasmo: l’arena e il pubblico da casa parteggiavano chiaramente per la Finlandia (che ha ricevuto ben 18 set di 12 punti al televoto), e molti hanno accusato le giurie di aver avvantaggiato eccessivamente Loreen sia per il suo status di icona eurovisiva sia per la possibilità di organizzare l’Eurovision Song Contest 2024 in Svezia a 50 anni della vittoria degli ABBA con “Waterloo”.

La classifica dell’Eurovision Song Contest 2023.

Per quanto riguarda l’Italia, non possiamo di certo lamentarci: Marco Mengoni arriva sesto al televoto e finisce al quarto posto dietro all’israeliana Noa Kirel; il suo risultato garantisce all’Italia la sesta top 10 consecutiva. Inoltre, dal nostro ritorno in gara nel 2011, la nazione ha ottenuto per ben sette volte il miglior posizionamento in classifica rispetto agli altri Big 5, ovvero quei Paesi che sono di diritto in finale (oltre l’Italia sono Spagna, Francia, Regno Unito e Germania).

Si conclude quindi l’Eurovision Song Contest di Liverpool, un’edizione all’insegna della musica come mezzo di unione tra le nazioni europee con grandi tributi ad Ucraina e Regno Unito, che l’anno prossimo ci porterà nella terra del gravlax e dell’Ikea – e, appunto, degli ABBA: ci vediamo nel 2024!

La performance di Loreen dopo la proclamazione.

Foto in evidenza dal profilo Facebook dell’Eurovision Song Contest.

A cura di Giulia Barge

Eurovision Song Contest 2023 – Pagelle della seconda semifinale

Anche la seconda semifinale di questo Eurovision Song Contest 2023 si è conclusa, seppur con performance meno spettacolari e decisamente meno memorabili rispetto a quelle della serata del 9 maggio (ne abbiamo parlato qui). Spagna, Regno Unito, Svezia e Ucraina hanno avuto modo di presentare un’anteprima dei loro brani, che passano di diritto alla finale che si svolgerà alla Liverpool Arena sabato 13 maggio 2023 e che, come ogni anno, verrà trasmessa in eurovisione (e in Australia alle 5 di mattina. Perché? Non lo sappiamo).

Di seguito le pagelle in ordine di esibizione:

Breaking My Heart – Reiley (Danimarca)

Reiley apre questa seconda serata con un completo rosa glitterato – approvatissimo – e una canzone che strizza l’occhio ai nostalgici dell’epoca di Tumblr e alle sonorità del primo Troye Sivan. Carino, ma non convince abbastanza da passare in finale.

Voto: nostalgia, nostalgia canaglia/30

Future Lover – Brunette (Armenia)

Brunette continua con la scia dei testi a tema cuore spezzato intervallando momenti particolarmente carichi di pathos a uno stacchetto. Purtroppo però l’esibizione di Chanel dello scorso anno (potete rivederla qui: https://www.youtube.com/watch?v=jSQYTt4xg3I) risulta difficile da uguagliare. Apprezziamo tuttavia il tentativo e la canzone rimane bella.

Voto: 25/30

D.G.T. (Off and On) – Theodor Andrei (Romania)

Theodor Andrei osa portando un look in total pink e un brano che inizia in versione acustica e continua su base registrata, mantenendosi perfettamente intonato durante tutta la performance. Le uniche pecche sono la base stessa – forse troppo debole rispetto alla sua vocalità – e la scenografia che sembra recuperata da un video musicale a basso budget dei primi anni 2000. “D.G.T. (Off and on)” non sarà memorabile come l’iconica “Hola mi bebebè”, ma perché non farla passare in finale? Peccato.

Voto: 26/30

Bridges – Alika (Estonia)

Le relazioni difficili sono davvero un must in questa edizione dell’ESC – insieme agli inni alla pace, moltiplicatisi per ovvi motivi –. “Bridges” è un brano che riesce perfettamente a valorizzare la potenza vocale della cantante, e come tale arriva in finale senza troppa fatica. Punto bonus per il pianoforte che si suona da solo.

Voto: 24/30

Because Of You – Gustaph (Belgium)

Avete presente quando state guidando, sono le 2 del mattino e in radio passano quelle canzoni house o EDM che sembrano tutte uguali e non fanno altro che farvi venire ancora più sonno? “Because Of You” è una di quelle. L’unico entusiasmo è quello per la presenza in scena delle coriste e del ballerino di voguing PussCee West.

Voto: non me la ricordo nemmeno/30

Break A Broken Heart – Andrew Lambrou (Cipro)

Cipro è la quota “gilet ma con i piedi scalzi” di questo ESC 2023. Canzone tipicamente da Eurovision ricca di “uuuuuuh” e “aaaaaah” e come tale passa in finale. Andrew Lambrou comunque bravo.

Voto: 23/30

Power – Diljá (Islanda)

Altri “ooooh”, ma questa volta in versione più dance e preceduti da un “po-po-po-power”.

Voto: 23/30

What They Say – Victor Vernicos (Grecia)

Victor Vernicos appare in un outfit che ricorda molto i ragazzi innamorati delle protagoniste dei libri distopici… Sì, quelli che finiscono per sacrificarsi e morire al posto loro. Il mood della canzone è più o meno sulle stesse corde. Il brano è un omaggio a “Someone to you” di BANNERS.

Voto: Continua a crederci/30

Solo – Blanka (Polonia)

Blanka si presenta con una canzone frutto di un plagio clamoroso dal punto di vista musicale e testuale a “Solo” dei Clean Bandit con Demi Lovato; il resto della performance è risultato dell’evidente sciopero dei reparti scenografia e costumi. È però una delle poche esibizioni che riesce a ravvivare gli spiriti della Liverpool Arena, quindi passa in finale.

Voto: 24/30

Carpe Diem – Joker Out (Slovenia)

Il genere suonato dai Joker Out è stato definito dalla stampa slovena “Shagadelic rock”, ovvero un rock alla Austin Power, la celebre saga di film d’azione comici degli anni ‘90. Il look della band – fatto di pantaloni svasati e camicie a fiori – sicuramente aiuta a calarsi meglio in quell’epoca. In ogni caso rimane una gioia ascoltare brani cantati nella lingua di appartenenza degli artisti, che in questo caso ricordano un po’ un mix fra i Bnkr44 e i Dear Jack.

Voto: 25/30

Echo – Iru (Georgia)

Nel 2016 i conduttori dell’Eurovision Song Contest – che quell’anno si tenne a Stoccolma, in Svezia, dopo la vittoria di Måns Zelmerlöw con “Heroes” nel 2015 – deliziarono il pubblico con un brano satirico intitolato “Love Love Peace Peace” in cui venivano elencati gli elementi per creare la perfetta canzone eurovisiva: «Step one!/ Get everyone’s attention/ A powerful, majestic start/ Maybe battle horn of some kind?/ Step two! Drums!/ There has to be drums!», «Primo step!/ Attira l’attenzione di tutti,/ un inizio potente, maestoso/ Magari un corno da battaglia di qualche tipo?/ Secondo step! Percussioni! Devono esserci le percussioni!» La Georgia segue questi preziosi consigli, eppure non passa. “Love Love Peace Peace” rimane la canzone migliore mai cantata nella storia dell’Eurovision Song Contest.

Voto: 24/30

Like An Animal – Piqued Jacks (San Marino)

Le Vibrazioni ma in inglese incontrano lo stilista di Harry Styles.

Voto: 22/30

Who The Hell Is Edgar? – Teya & Salena (Austria)

Teya & Salena portano un brano estremamente catchy, divertente e orecchiabile che a primo impatto potrebbe riguardare Edgar Allan Poe. La loro è in realtà una critica nemmeno tanto velata alle retribuzioni ingiuste nel mondo della musica: «0.003/ Dammi due anni e la tua cena sarà gratis»,

Voto: 26/30 e premio sindacalista

Duje – Albina & Familja Kelmendi (Albania)

Questa autrice ha un debole per i ritmi balcanici – forse un po’ per colpa delle sue origini – e non vede l’ora di ballare questa canzone al prossimo matrimonio o battesimo. Ingiustamente privata della finale lo scorso anno, questa volta l’Albania conquista anche i più restii con i fazzoletti rossi sventolanti e li rivedremo il 13 maggio.

Voto: 25/30

Stay – Monika Linkytė (Lituania)

Monika Linkytè è alla sua seconda partecipazione all’Eurovision e questa volta sembra decisa a portarsi il premio a casa. Il brano potrebbe essere l’ennesima ballad di questa edizione, ma il ritornello con il detto lituano permette di essere memorizzato piuttosto facilmente. La performance è impeccabile.

Voto: 25/30

Promise – Voyager (Australia)

Ogni volta che l’Australia si esibisce all’Eurovision Song Contest, un cittadino europeo mette in dubbio le sue conoscenze di geografia. Il brano è un misto fra elettronica, rock e – sorprendentemente – growl ma non passa la verifica del software antiplagio: già il citato Måns Zelmerlöw aveva fatto qualcosa di estremamente simile con la sua “Heroes”, brano vincitore dell’edizione ESC 2015.

Voto: 23/30

A cura di Ramona Bustiuc