Il trionfo di Billie Eilish

Si è tenuta domenica 26 gennaio 2020 al Microsoft Theatre di Los Angeles la 62esima edizione dei Grammy Awards, la cerimonia statunitense che premia i risultati conseguiti dagli artisti del settore musicale. 

A trionfare durante la serata è stata la 18enne Billie Eilish, entrata nella storia dei Grammys come la cantante donna più giovane a vincere in tutte le principali categorie, detronizzando Taylor Swift. Billie Eilish si è aggiudicata ben 5 delle 6 statuette per cui era nominata, fra cui Miglior Nuovo Artista, Album dell’Anno per When Do We Fall Asleep, Where Do We go?,  Disco dell’Anno e Canzone dell’Anno per la hit “Bad Guy”. 

Viene da chiedersi cos’abbia di speciale una cantante così giovane e con una vocalità non particolarmente potente: come è possibile che una ragazzina abbia battuto in una sola serata veterani della musica pop come Bon Iver, Ariana Grande, Ed Sheeran o Beyoncé?

Bisogna innanzitutto dire che probabilmente, se suo fratello non le avesse proposto di collaborare insieme, Billie Eilish non avrebbe raggiunto il successo così rapidamente.

Finneas, classe ‘97, ha co-prodotto e co-scritto quasi tutte le canzoni di Billie, ed è stato lui stesso ad avviarla alla carriera musicale, chiedendole di registrare un pezzo che aveva originariamente composto per la sua band. “Ocean Eyes” – questo il nome del singolo di debutto – è stato caricato su SoundCloud quando i due fratelli avevano rispettivamente 14 e 17 anni; inutile dire che da lì, la strada è stata tutta in discesa.  

Con il suo stile eclettico e la sua spiccata personalità, con le sue performance energiche e fortemente emozionali, Billie Eilish è riuscita a guadagnarsi un posto d’onore nel panorama pop mondiale, costruendo un personaggio originale, forte, apprezzato sia dal grande pubblico che dalla critica. Le sue soluzioni melodiche seguono un po’ quelle già tracciate da Lana del Rey, AURORA, Lorde, che appartengono al lato più indie del pop: un lato che preferisce l’emozione, lo stile e la ricerca alle grandi doti vocali. 

Questo distacco è inoltre ampliato dal suo rifiuto di omologarsi alla tipica immagine da diva pop, più sessualizzata che ammirata: lei stessa ha dichiarato che il motivo per cui indossa quasi esclusivamente baggy clothes, è il fatto che questi obblighino le persone a concentrarsi su qualcosa che non sia il fisico di una cantante, magari anche minorenne (nel 2019, quando la Eilish aveva 17 anni, è scoppiata una polemica per aver posato con dei fans in una canottiera).

Insomma, possiamo dire che Billie Eilish piace: piace a chi si sente alternativo ma senza esagerare, piace a chi si è stufato della solita ballata pop strappalacrime e vuole piangere a ritmo di canzoni tristi ma ritmate, piace a chi vuole uscire dalla sua comfort zone ma non troppo. Billie Eilish è riuscita a incorporare la sua particolare visione della musica in un genere che appartiene a tutti, dando vita a canzoni sì orecchiabili, ma anche ricche di significato: ha trovato l’unicità nel mainstream, cosa che oggi pochi artisti riescono a fare. 

Qualcuno ha già cominciato a ritenerla un fenomeno passeggero e sopravvalutato, ma le critiche negative sono il prezzo da pagare per un’ascesa così rapida. 

Foto in evidenza di www.instagram.com/Finneas

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