Gazzelle al FLOWERS

Gazzelle @ Flowers Festival 2019

K-Way, occhiali da sole neri, intimismo e attitudine indie incontrano folla urlante di giovani, meno giovani e giovanissimi: l’attrito fa scintille, fa Flavio Pardini in arte Gazzelle, martedì scorso, al Flowers Festival 2019.
Nonostante non sia ormai più negabile la svolta mainstream dell’indie italiano, che riempie palazzetti e arene, assistere a questo contrasto dal vivo, ha tutto un altro sapore.

L’entrata in scena di Gazzelle, a pugno chiuso in alto, e della sua band interrompe l’attesa di pochi istanti prima, sotto al palco nel cortile della Lavanderia a Vapore dell’ex Manicomio di Collegno, tra striscioni con scritte in spray rosa shocking e accorati flash mob canori sulle note di
preso male che non c’è più nessuno come te.

L’atmosfera, illuminata da riflettori multicolore, è calda fin dai primi minuti di una scaletta che racconta il lavoro di Gazzelle degli ultimi due anni, densa di brani tratti sia da Punk , album che dà il nome al tour, sia dal precedente Superbattito, più il recentissimo singolo “Polynesia“, uscito questo giugno, ma già entrato nel cuore dei fans, che lo cantano a squarciagola.

L’estetica indie che porta sul palco Gazzelle attraverso i testi, intimi ma generazionali, e ancora di più attraverso il modo di presentarsi, di muoversi e di interagire con il pubblico è quanto di più lontano dall’immaginario di un festival e quanto di più vicino ad un piccolo locale in centro che ci possa essere. Le soluzioni di produzione del suono in studio che plasmano le sonorità che il pubblico riconosce come “indie”, dalla chitarra che suona “male” alla voce eccessivamente secca o eccessivamente riverberata, sembrano cozzare con la performance live di Gazzelle, come di tanti altri (vedi Calcutta, Coez, Coma-cose…).
La chiave sta negli arrangiamenti, e nella presenza di una band che dà grande sostegno: la scelta vincente affinché questo tipo di sonorità possa funzionare su un palco del genere.
E funziona, molto bene per giunta.
L’energia degli arrangiamenti non toglie nulla alla personalità di Gazzelle, alla sinergia con il pubblico, sempre pronto a rispondere ai tutto bene, regà? del loro beniamino tra una canzone e l’altra, all’emozione palpabile di brani come “Smpp”o alla nostalgia scanzonata di “Zucchero filato”.

C’è tutta la conferma del fatto che l’indie può affrontare i grandi palchi, nel Gazzelle del Flowers Festival quest’anno, che è arrivato al cuore, anche un po’ a quello di chi scrive, e ha fatto commuovere, urlare, ballare.

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