Le pagelle di Sanremo 2020

Tra polemiche, intro di piano e altre polemiche, siamo nel pieno della 70° edizione del Festival di Sanremo.
Finalmente abbiamo ascoltato tutti i ventiquattro brani dei big in gara e finalmente possiamo toglierci la soddisfazione di trovarci, per una volta, dall’altro lato della cattedra.

Irene Grandi – “Finalmente io”
Aleggiano fantasmi del passato, in particolare quello di Vasco Rossi anni ‘90 (che, non a caso, è l’autore del brano).
La prima canzone in gara e non parla d’amore, un voto in più.
21/30

Marco Masini – “Il confronto”
Viene da chiedersi se Marco Masini si sia accorto di portare la stessa canzone ad ogni edizione del Festival a cui partecipa.
Quest’anno ci riprova con una tediosa ballad introspettiva che sa un po’ di crisi di mezza età
e un po’ di Claudio Baglioni.
17/30

Rita Pavone – “Niente (Resilienza 74)”
Buona energia e ritornello orecchiabile non bastano a far dimenticare chi si ha davanti: Rita Pavone che tenta disperatamente di dimostrare di non essere più quella di quarant’anni fa.
Il tentativo c’è, è sufficiente?
ok boomer/30

Achille Lauro – “Me ne frego”
Quando alla fine della seconda puntata del festival il body da donna glitterato di Achille Lauro continua ad essere il trend topic, vuol dire che qualcosa è successo.
Decisamente meno riuscita di Rolls Royce, ma per abbattere gli stereotipi di genere e la mascolinità tossica questo ed altro.
28/30

Diodato – “Fai rumore”
L’indie si ripulisce e incontra l’Ariston confezionando una classica hit sanremese.
Ce le ha tutte: intro di piano in sordina, crescendo di dinamica con esplosione di pathos e orchestra nel ritornello, ripresa con finale piano e voce.
Valerio Scanu ha fatto capolino, in tutti luoghi e in tutti i laghi.
24/30

Le Vibrazioni – “Dov’è”
Le Vibrazioni a Sanremo sono una delle poche certezze nella vita, come la pioggia il primo maggio e il traffico quando sei in ritardo.
Sempre presenti, quasi mai memorabili, non si smentiscono nemmeno quest’anno.
Ci rivediamo al prossimo appello.
beh/30


Anastasio – “Rosso di rabbia
L’unico brano rap non troppo “sanremizzato” di questa edizione: giusta attitude aggressiva, chitarre ignoranti e ritornello orecchiabile.
Il ragazzo ha studiato.
27/30

Elodie – “Andromeda”
All’arrivo sul palco di Elodie ci si ricorda improvvisamente di essere nel 2020, grazie anche allo zampino di Dardust e Mahmood.
Pur con una linea vocale affatto scontata, promette infiniti passaggi in radio.
25/30

Bugo e Morgan – “Sincero”
Qualcuno avverta Morgan che gli anni ‘80 sono finiti e con loro la moda dei sintetizzatori e che non basta nominare i social network per essere al passo coi tempi.
Ok boomer.
18?/30

Alberto Urso – “Il sole ad est”
Il Volo, come la Trinità, possono essere tre o uno: per l’occasione si incarnano in Alberto Urso.
ehm/30

Riki – “Lo sappiamo entrambi”
Gli tremano così tanto le mani mentre canta che quasi intenerisce, finché non arriva il vocoder.
19/30

Raphael Gualazzi – “Carioca”
I fiati e il ritmo sostenuto non salvano del tutto dall’abbiocco del fine serata.
Intelligente ma non si applica?
18/30

Piero Pelù – “Gigante”
Se si arriva al punto di rimpiangere Riki, c’è un problema.
18?/30

Elettra Lamborghini – “Musica (E il resto scompare”)
Un po’ triste vedere la twerking queen muoversi timidamente su un reggaeton completamente sanremizzato, noioso e veramente poco tamarro. 
Occasione sprecata.
19/30

Enrico Nigiotti – “Baciami ancora”
Decisamente meno imbarazzante di “Nonno Hollywood”, non che ci volesse molto.
19/30

Levante – “Tikibombom”
Levante rimane Levante fino in fondo, nella musica e nell’attitudine.
26/30

Pinguini Tattici Nucleari – “Ringo Starr”
Cugini dello Stato Sociale versione Ariston, sicuramente sanno stare sul palco e confezionano una canzoncina non abbastanza indie da finire in fondo alla classifica.
25/30

Tosca – “Ho amato tutto”
Semplice, classica, malinconica: Nilla Pizzi de’ noantri.
18/30

Francesco Gabbani – “Viceversa
Gabbani ha capito cosa piace al pubblico sanremese e batte il ferro finché è caldo, giustamente. Candidato perfetto per la finalissima e, chissà, magari anche per la vittoria.
23/30

Paolo Jannacci – “Voglio parlarti adesso”
Ma Simone Cristicchi non aveva più capelli?
noia/30

Rancore – “Eden”
Nemmeno il rap è stato risparmiato dall’intro di piano alla Sanremo.
Si salva il ritornello reggaeton orecchiabile con la nuova versione del clap clap di “Soldi” e l’hook che rimane in testa al primo ascolto.
20/30

Junior Cally – “No grazie”
Si può parlare di politica senza veramente parlare di politica e finendo col parlare del nulla assoluto?
Per Junior Cally evidentemente sì.
Tra una strizzata d’occhio a Salmo e una al pubblico sanremese pronto ad infiammare le tastiere per distruggere il capro espiatorio di turno, l’ennesimo rap addomesticato e l’ennesima occasione sprecata.
19/30

Giordana Angi – “Come mia madre”
L’interpretazione della Angi salva un brano altrimenti piatto.
Nel complesso, dimenticabile.
21/30

Michele Zarrillo – “Nell’estasi o nel fango”
Al di là del falsetto alla Mango sfoggiato nel ritornello, il ricordo di questa canzone è vago anche un minuto dopo averla sentita.
meh/30

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