Archivi tag: Parco della Certosa

Olly e Rosa Chemical al Flowers Festival 2023

È il primo luglio e il sole sta tramontando sul Parco della Certosa: questo lo scenario della terza serata del Flowers Festival 2023, che vede protagonisti Olly e Rosa Chemical. Entrambi reduci dall’ultima edizione di Sanremo (hanno partecipato rispettivamente con “Polvere”, certificato disco d’oro, e “Made in Italy”, disco di platino), i due cantanti hanno intrattenuto il pubblico di Collegno con due set durati all’incirca un’ora ciascuno.

Olly al Flowers Festival 2023. Foto di Clarissa Missarelli.

A dare il via alla serata è Olly con il suo brano “Una vita”, traccia di apertura dell’album Gira, il mondo gira. Sin da subito il cantante genovese sottolinea il suo legame con Torino, città dove ha iniziato la collaborazione con il produttore JVLI: questa connessione è ulteriormente consolidata dalla presenza sul palco di Oliver Green, rapper di Nichelino con cui canta “Non ho paura”.

Durante lo spettacolo Olly mantiene un approccio affabile e goliardico con il pubblico, trattando i suoi fan come se fossero amici di vecchia data; a loro volta gli spettatori non si sprecano con i regali, e nel giro di un’ora il cantante riceve tre reggiseni, un paio di sigarette e una bandiera della Liguria. A metà concerto arriva anche una richiesta dalla prima fila: una fan chiede un “balletto” e, dopo un breve scambio di battute, l’intraprendenza della ragazza viene premiata con un invito sul palco durante l’esibizione di “Bianca”. Al termine dello show, concluso con “Polvere”, Olly scende dal palco e dedica qualche minuto ai fan per foto e autografi.

Olly al Flowers Festival 2023. Foto di Clarissa Missarelli.

Breve pausa prima dell’arrivo di Rosa Chemical, che viene chiamato con calore dal pubblico: il rapper, nato a Rivoli e cresciuto ad Alpignano, inizia il suo set con “Polka 3”. Gli spettatori saltano e rappano con lui, non mancando di completare i versi delle sue canzoni quando viene loro porto il microfono. Accompagnato da due musiciste e da una pole dancer, Rosa Chemical alterna alle sue hit alcune cover tra cui “America” di Gianna Nannini, “COMINCIA TU” (la versione di “A far l’amore comincia tu” di Raffaella Carrà proposta durante la serata delle cover di Sanremo 2022 come ospite di Tananai) e “50 Special” dei Lunapop.

Rosa Chemical al Flowers Festival 2023. Foto di Clarissa Missarelli.

Rosa Chemical si prende un momento durante il concerto per leggere una lettera scritta prima dell’inizio della tournée estiva: il discorso inizia con un ringraziamento generale per chi l’ha sostenuto in questi mesi e termina con l’incoraggiamento a essere sempre noi stessi, senza badare a occhiatacce e commenti negativi. La serata si conclude con “Polka” e con un bis di “Made in Italy”, già eseguita nella prima parte dello spettacolo. Prima di lasciare il palco, il rapper fa un saluto speciale alla madre e alla nonna, che hanno assistito al concerto dietro le quinte.

Alcuni fan temporeggiano prima di uscire, nella speranza che Rosa Chemical si fermi a scambiare due parole con loro; altri si fermano per prendere qualcosa da mangiare, e c’è chi riguarda i video della serata. Ciò che colpisce di questo pubblico è quanto sia variegato: due cantanti che potrebbero essere associati ad un mondo di giovanissimi, vengono seguiti con veemenza anche durante persone più adulte, che durante lo show ballano e si scatenano.

Rosa Chemical al Flowers Festival 2023. Foto di Clarissa Missarelli.

Con l’arrivo della mezzanotte il Parco della Certosa si svuota, ma nonostante la fine della serata, rimane nell’aria un’atmosfera tutta rosa, sesso e libertà, pronta a cedere il passo agli artisti che si prenderanno la scena nei giorni a venire.

Foto in evidenza di Clarissa Missarelli.

A cura di Giulia Barge

Skunk anansie @ Flowers Festival con “Celebrating 25 Years” tour

Il 1° luglio si è tenuta l’ultima delle date italiane degli Skunk Anansie che, in occasione del tour celebrativo per i 25 anni di carriera, si sono esibiti al Parco della Certosa di Collegno per il Flowers Festival.

Ad aprire il concerto sono stati i Manitoba (duo fiorentino già conosciuto per la partecipazione a XFactor 2020) e r.y.f. (pseudonimo di Francesca Morello, cantautrice portavoce della comunità queer) che hanno iniziato a scaldare la serata in attesa dell’arrivo sul palco della band britannica.

Poi le luci stroboscopiche hanno tinto di rosso il palco, su cui si sono posizionati Cass Lewis (basso), Mark Richardson (batteria), Martin Kent (chitarra) ed Erika Footman (cori, tastiere e percussioni). I quattro hanno iniziato a suonare “Yes Is Fucking Political”. Sui primi accordi, che hanno mandato il pubblico in visibilio, è arrivata Skin con una giacca arancione, dei pantaloni di velluto neri e un copricapo che ricordava i capelli della Gorgone Medusa.

Skin con il suo copricapo e Martin Kent (foto di Alessia Sabetta)

Già dai primi secondi sul palco, Skin sembrava intenzionata a tuffarsi sulla folla, proposito rimasto tuttavia irrealizzato. Nonostante ciò, già sul secondo brano in scaletta, “Here I stand”, è riuscita con pochi gesti a incitare al pogo i fan, che non si sono lasciati sfuggire l’occasione.

Dopo essere sparita giusto il tempo necessario per togliere l’ingombrante copricapo, Skin ritorna in scena sulle note di “Because of You”, per poi scendere dal palco su “I can Dream”, scavalcando le transenne e facendosi spazio tra la folla, incredula di averla accanto. Anche gli altri membri del gruppo – che si muovevano su una passerella montata appositamente sulla scena o si sporgevano sul bordo del palco, quasi a voler farsi osservare per bene – hanno saputo da subito creare una sinergia con il pubblico.

Foto di Alessia Sabetta

La scaletta prevedeva alcuni dei brani più famosi della band e il concerto è proseguito con ritmi serratissimi, senza particolari pause tra un brano e il successivo. Un momento estremamente toccante è stata l’introduzione del brano “Love Someone Else”, in cui Skin si è presa un momento per fare un discorso legato alla libertà degli esseri umani e al principio di uguaglianza, urlando diverse volte «My Body My Choice» (“Il mio corpo, la mia scelta”, celebre slogan nella lotta per il diritto all’aborto) prima di iniziare a cantare.

Al termine, dopo essere uscita di scena per qualche minuto, la band è riapparsa di fronte al pubblico, che non aveva alcuna intenzione di andare via. Nonostante la stanchezza e il caldo evidentemente accusati dai componenti, gli Skunk Anansie hanno continuato a cantare, esibendosi con alcuni dei brani più attesi tra cui le cover di “Higway to hell” degli AC/DC e “Best of You” dei Foo Fighters. 

La band saluta i fan (foto di Alessia Sabetta)

Si chiude così una serata che lascia l’adrenalina di un concerto hard rock, ma anche una nostalgia inspiegabile che sembra aver riportato tutti indietro nel tempo, agli anni ’90, quando la band dominava le scene. Complice forse anche il pubblico, composto per lo più da persone adulte (all’epoca poco più che ventenni), accorse per rivivere quei momenti.

a cura di Alessia Sabetta