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Olly e Rosa Chemical al Flowers Festival 2023

È il primo luglio e il sole sta tramontando sul Parco della Certosa: questo lo scenario della terza serata del Flowers Festival 2023, che vede protagonisti Olly e Rosa Chemical. Entrambi reduci dall’ultima edizione di Sanremo (hanno partecipato rispettivamente con “Polvere”, certificato disco d’oro, e “Made in Italy”, disco di platino), i due cantanti hanno intrattenuto il pubblico di Collegno con due set durati all’incirca un’ora ciascuno.

Olly al Flowers Festival 2023. Foto di Clarissa Missarelli.

A dare il via alla serata è Olly con il suo brano “Una vita”, traccia di apertura dell’album Gira, il mondo gira. Sin da subito il cantante genovese sottolinea il suo legame con Torino, città dove ha iniziato la collaborazione con il produttore JVLI: questa connessione è ulteriormente consolidata dalla presenza sul palco di Oliver Green, rapper di Nichelino con cui canta “Non ho paura”.

Durante lo spettacolo Olly mantiene un approccio affabile e goliardico con il pubblico, trattando i suoi fan come se fossero amici di vecchia data; a loro volta gli spettatori non si sprecano con i regali, e nel giro di un’ora il cantante riceve tre reggiseni, un paio di sigarette e una bandiera della Liguria. A metà concerto arriva anche una richiesta dalla prima fila: una fan chiede un “balletto” e, dopo un breve scambio di battute, l’intraprendenza della ragazza viene premiata con un invito sul palco durante l’esibizione di “Bianca”. Al termine dello show, concluso con “Polvere”, Olly scende dal palco e dedica qualche minuto ai fan per foto e autografi.

Olly al Flowers Festival 2023. Foto di Clarissa Missarelli.

Breve pausa prima dell’arrivo di Rosa Chemical, che viene chiamato con calore dal pubblico: il rapper, nato a Rivoli e cresciuto ad Alpignano, inizia il suo set con “Polka 3”. Gli spettatori saltano e rappano con lui, non mancando di completare i versi delle sue canzoni quando viene loro porto il microfono. Accompagnato da due musiciste e da una pole dancer, Rosa Chemical alterna alle sue hit alcune cover tra cui “America” di Gianna Nannini, “COMINCIA TU” (la versione di “A far l’amore comincia tu” di Raffaella Carrà proposta durante la serata delle cover di Sanremo 2022 come ospite di Tananai) e “50 Special” dei Lunapop.

Rosa Chemical al Flowers Festival 2023. Foto di Clarissa Missarelli.

Rosa Chemical si prende un momento durante il concerto per leggere una lettera scritta prima dell’inizio della tournée estiva: il discorso inizia con un ringraziamento generale per chi l’ha sostenuto in questi mesi e termina con l’incoraggiamento a essere sempre noi stessi, senza badare a occhiatacce e commenti negativi. La serata si conclude con “Polka” e con un bis di “Made in Italy”, già eseguita nella prima parte dello spettacolo. Prima di lasciare il palco, il rapper fa un saluto speciale alla madre e alla nonna, che hanno assistito al concerto dietro le quinte.

Alcuni fan temporeggiano prima di uscire, nella speranza che Rosa Chemical si fermi a scambiare due parole con loro; altri si fermano per prendere qualcosa da mangiare, e c’è chi riguarda i video della serata. Ciò che colpisce di questo pubblico è quanto sia variegato: due cantanti che potrebbero essere associati ad un mondo di giovanissimi, vengono seguiti con veemenza anche durante persone più adulte, che durante lo show ballano e si scatenano.

Rosa Chemical al Flowers Festival 2023. Foto di Clarissa Missarelli.

Con l’arrivo della mezzanotte il Parco della Certosa si svuota, ma nonostante la fine della serata, rimane nell’aria un’atmosfera tutta rosa, sesso e libertà, pronta a cedere il passo agli artisti che si prenderanno la scena nei giorni a venire.

Foto in evidenza di Clarissa Missarelli.

A cura di Giulia Barge

MUSIDAMS CONSIGLIA: i 10 migliori singoli di maggio

Ecco la top 10 dei migliori singoli di maggio 2023 secondo MusiDams!

Dance the Night – Dua Lipa 

Il primo brano della colonna sonora di Barbie, l’attesissimo film di Greta Gerwig in uscita a luglio, è firmato da niente meno che da Dua Lipa con la produzione di Mark Ronson. “Dance the Night” viaggia sulla scia delle vibes anni ’70 di Future Nostalgia, proiettandoci direttamente sulla pista da ballo con Margot Robbie e Ryan Gosling

Voto: 28/30

America has a problem – Beyoncè feat Kendrick Lamar 

Il featuring a sorpresa fra Beyonce e Kendrick Lamar, uscito il 19 maggio, trasforma un brano sulla dipendenza affettiva in una critica alla dipendenza del mercato discografico statunitense nei confronti dello stesso Lamar, tanto che persino l’intelligenza artificiale cerca di clonare i suoi testi – senza grandi risultati – . Il singolo campiona il brano del 1990 “Cocaine (America has a problem)” del rapper americano Kilo Ali

Voto: 27/30 

Bellu uaglione – Rosa Chemical 

Rosa Chemical e il fantasma di Renato Carosone si uniscono per un revival di “O’ Sarracino”, che viene trasformato in un inno alla fluidità in chiave EDM. Il pride month è ufficialmente iniziato ed è firmato Rosa Chemical.

Voto: 26/30

Mare Caos – Paola e Chiara

È finalmente maggio, il mese dei tormentoni estivi: non poteva ovviamente mancare il singolo delle maestre assolute di quest’arte, Paola e Chiara. “Mare Caos” è il secondo brano estratto dall’album Per sempre, uscito il 12 maggio, e non abbiamo dubbi che con le sue sonorità latin pop diventerà IL tormentone di questa estate 2023. 

Voto: 26/30

Pazza Musica – Marco Mengoni, Elodie

Dobbiamo ammetterlo: aspettavamo questo duetto da anni. E forse le nostre aspettative erano troppo alte, perché il risultato non riesce a soddisfarci pienamente: sa di già sentito. Il brano rimane comunque piacevole e rientrerà sicuramente nelle nostre playlist vacanziere.

Voto: 25/30

A cura di Ramona Bustiuc

Lawnmower – Bent Knee

Il primo singolo della band avant-garde statunitense dopo l’abbandono del sopracitato Ben Levin (ex-chitarrista) e Jessica Kion (ex-bassista) è una ballad che lascia spazio alla voce radiosa della vocalist Courtney Swain, con sonorità che sfiorano il country. Il contrasto con il disco precedente Frosting (composto per lo più da musica cacofonica e ostica) è sorprendente: il brano regala brividi dal quieto incipit, fino al finale distorto, mentre Swain ci racconta di come non taglia più il prato della sua casa in campagna.

Voto: 29/30

Nothing Is As Good As They Say It Is – Sparks

Dopo la prima avventura cinematografica con Annette, gli Sparks tornano in pompa magna con l’ennesimo album (siamo a venticinque!): “Nothing Is As Good As They Say It Is” è il grido punk rock di un bambino appena nato che chiede disperatamente a sua madre di tornargli in grembo. Il titolo dell’album, The Girl Is Crying In Her Latte, ci fa pensare che non ci siano pezzi particolarmente più allegri nel nuovo repertorio, e va bene così.

Voto: 28/30

Prince of Fire – Voyager

Forti del buon risultato al recentissimo Eurovision Song Contest con “Promise”, i Voyager continuano la promozione dell’atteso disco Fearless in Love. “Prince of Fire” va in contromano rispetto a quanto presentato a Liverpool: quasi 5 minuti per un brano dalla struttura irregolare, con synth e melodie sempre presenti, ma stavolta sovrastate dalla potenza delle ritmiche. Il disco esce a luglio e fa già caldissimo.

Voto: 28/30

Home – Einar Solberg ft. Ben Levin

Sebbene sia da sempre il compositore principale e frontman dei Leprous, Einar Solberg si prepara all’uscita del suo debutto da solista 16. Il disco è una buona scusa per esplorare sound che nella band striderebbero eccessivamente, e “Home” non fa eccezione. Una ritmica hip-hop fa da base a un brano pieno dei caratteristici vocalizzi del cantante, stavolta dallo spirito più commerciale che mai. A confermare questi sentori c’è Ben Levin che regala al brano una strofa rappata. Einar, ti vogliamo bene a prescindere, anche con la mazurka.

Voto: 27/30

Under You – Foo Fighters

L’inaspettato ritorno dei Foo Fighters sembra destinato a produrre un disco molto interessante. La band è quanto più vicina al loro esordio, quando Dave Grohl scrisse e registrò in solitaria il self-titled del 1995 – anche questo a seguito di una grave perdita, ovvero quella di Kurt Cobain: Grohl è stato batterista dei Nirvana per 4 anni – . “Under You” è un modo di celebrare quanto è stato Taylor Hawkins – batterista dei Foo Fighters dal 1997 e deceduto a marzo 2022 –  senza scadere nell’eccessivo melenso: il brano è fresco e movimentato, dall’ascolto semplice e d’impatto, che ci riporta a grandi successi come “Learn to Fly” o “Big Me”.

Voto: 26/30 

A cura di Mattia Caporrella

Immagine in evidenza: screenshot dal video https://www.youtube.com/watch?v=OiC1rgCPmUQ

SANREMO 2023 – Le pagelle della seconda serata

La seconda serata della 73° edizione del Festival di Sanremo ha riservato diverse sorprese ai telespettatori. Non sono mancate, però, altrettante delusioni. Tra uno sbadiglio e un balletto, ecco i quattordici brani che vanno a completare quelli presentati nella prima serata. 

Will – Stupido

Ad aprire le danze ci pensa un emozionato Will. Non si può non provare tenerezza per lui, che sul palco dell’Ariston esordisce con la voce tremante e l’adrenalina delle grandi occasioni. Empatia a parte, il suo è un brano sicuramente non indimenticabile.

Voto: 23/30

Modà – Lasciami

Il ritorno del gruppo di “Un tappeto di fragole” non lascia il segno rispetto ai successi del passato. Un attacco in sordina del frontman Kekko Silvestre sfocia in un ritornello orecchiabile e da… Modà. Data la grande aspettativa del pubblico si poteva fare di meglio.

Voto: 20/30

Sethu – Cause perse

Presenza nervosa quella di Sethu. De gustibus, certo, ma il brano appare fin dalle prime note un’accozzaglia trita e ritrita di cliché. L’ultima posizione in classifica a fine serata conferma quanto di poco interessante mostrato sul palco. Gli ultimi saranno i primi? Non di certo in questo caso.

Voto: 19/30

Articolo 31 – Un bel viaggio

Alla loro prima partecipazione al festival J-Ax e DJ Jad portano sul palco un brano che celebra la loro carriera prima della separazione artistica. Domina il loro stile di sempre e non passa inosservata una parte in scratch, ma nulla di entusiasmante.

Voto: 24/30

Lazza – Cenere

Stupisce e non poco Lazza. La produzione firmata Dardust dà carattere ad un brano che già dal primo ascolto lascia il segno. L’outfit nero di paillettes scintilla come la sua performance.

25/30

Giorgia – Parole dette male

In teoria una delle favorite, in pratica una performance decisamente al di sotto delle aspettative. Un brano sottotono, così come la sua voce che a tratti è risultata imprecisa. Il palco dell’Ariston non perdona, nemmeno se sei Giorgia e hai una carriera ricca di successi intramontabili. 

Voto: 23/30

Colapesce, Di Martino – Splash

Non è facile tornare convincere dopo un successo come “Musica Leggerissima”. Lo scetticismo viene però spazzato via rapidamente dai due cantautori siciliani, che portano freschezza sul palco. Un brano dalle nuances vintage che convince al primo ascolto e probabilmente una hit radiofonica che sentiremo a lungo. Nota dolente: le metro affollate al posto del mare.

Voto: 27/30

Shari – Egoista

La firma di Salmo c’è, ma non si direbbe. Un brano che risulta anonimo e una performance altrettanto piatta. Ma abbiamo ascoltato di peggio.

Voto: 22/30

Madame – Il bene nel male

Avere una propria personalità artistica riconoscibile è fondamentale. Madame rientra senza dubbio in questa categoria e lo dimostra in un brano che assomiglia a ciò che ha già prodotto in precedenza senza però risultare ripetitiva. A volte rimanere nella propria zona di comfort premia e questa ne è la prova.

Voto: 25/30

Levante – Vivo

Un brano senza infamia e senza lode che probabilmente ha bisogno di essere ascoltato più volte per risultare incisivo, soprattutto a livello testuale. La presenza scenica di Levante, però, è un dato di fatto e la sua grinta è contagiosa. 

Voto: 24/30

Tananai – Tango

L’ultimo posto della scorsa edizione con “Sesso Occasionale” ha paradossalmente fatto cavalcare l’onda del successo a Tananai, alzando l’asticella delle aspettative. I telespettatori pronti a ballare sono rimasti incollati sul divano, con in sottofondo una ballad piatta e piena di frasi fatte. Nota positiva: meno stonature rispetto alla passata edizione.

Voto: 23/30

Rosa Chemical – Made In Italy

Un brano divertente e orecchiabile, che movimenta una seconda serata a tratti noiosa. Rosa Chemical risponde alle critiche dei giorni scorsi rimanendo credibile e non facendosi inghiottire dal personaggio. Molto probabilmente l’outsider di questa edizione.

Voto: 24/30

LDA – Se poi domani

Un brano adolescenziale di cui avremmo fatto volentieri a meno. Data l’ora tarda e la performance banale, un Deus Ex Machina che calasse sull’Ariston a ristabilire l’ordine e chiudere le danze sarebbe stato gradito.

Voto: 18/30

Paola&Chiara – Furore

Grande attesa per l’iconico duo pop di inizio anni duemila. Paola&Chiara sfoggiano un outfit scintillante e un brano disco dance arricchito da una coreografia facilmente replicabile. A tratti dà l’impressione di essere costruito ad hoc per l’Eurovision.

Voto: 21/30

A cura di Martina Caratozzolo

MusiDams consiglia: i 10 migliori singoli di giugno

Fra un esame e l’altro, ecco la top 10 del mese di giugno secondo MusiDams:

We’ll Be Back – Megadeth

Il primo assaggio da prossimo album The Sick, The Dying… and the Dead! è una leccornia degna degli anni d’oro di Dave Mustaine e colleghi. Brano velocissimo e affilato, l’alternanza tra riff nevrotici e assoli a cascata ne fanno un potenziale nuovo classico della band.

Voto: 28/30

Power – Toxik

Ritorno in grande stile anche per questo gruppo di culto, autore tra gli anni ottanta e novanta di due perle del trash metal tecnico, World Circus e Think This. “Power” è un brano frenetico e intricato che sembra uscito direttamente da quei due lavori e in cui si sente la penna – mai troppo celebrata – di Josh Christian. Signori, avevate il mio interesse, ora avete la mia attenzione.

Voto: 28/30

In Extremis – Queensryche

Dopo l’arrivo di Todd LaTorre dietro al microfono, la band ha lentamente ma inesorabilmente risalito la china uscendo dalla brutta situazione in cui era sprofondata negli ultimi anni con Geoff Tate. Ah sì, il pezzo è molto carino e ha tutti i crismi del miglior US metal anni ‘80, incluso un buon refrain memorizzabile e cantabile sin dal primo ascolto. 

Voto: 25/30

Ov My Herculean Exile – Behemoth

Ogni volta che esce musica nuova della band di Nergal la comunità metal va in brodo di giuggiole. E io resto ad osservare come sia facile abbindolare le masse con un po’ di make-up, un’immagine curata e proclami altisonanti in nome di Satana pur facendo black metal di plastica. Bah!

Voto: Fate la differenziata, altrimenti Greta si arrabbia /30

Electrified Brain Municipal Waste

I trasher della Virginia fanno praticamente la stessa canzone sin dai tempi del debutto. Tuttavia, se vi piacciono i tupa-tupa a raffica e lo spirito goliardico di cui è intrisa la musica dei nostri, non potrete certo rimanere delusi.

Voto: 26/30

A cura di Stefano Paparesta

Anarchici – Ginevra

Non ne sbaglia una, Ginevra. Tra le artiste più sottovalutate del momento, confeziona un’altra piccola perla autoprodotta e scritta con intelligenza.  Reminder per la prossima estate: meno Sangiovanni, più Ginevra. 

Voto: 28/30

Dove vai? – Chiello

Questo Chiello paninaro anni ‘80 con i sassofoni e le chitarre alla Stray Kids sembra l’alter ego cattivo dell’ex membro di Fsk. Da fare i soldi per la droga per comprarsi una pistola a Riccione 1986 è un attimo. 

Voto: 27/30

Tutto Matto – Fuera

In pieno clima KappaFutur festival, un po’ di minimal non fa male. Ci pensano i Fuera con un ritorno in bellezza e un album ambient estivo, per non appendere del tutto le pastiglie al chiodo, ma cambiarne il dosaggio.

Voto: 28/30

Polka 3 – Rosa Chemical

Uscita il 2 giugno per festeggiare in bellezza lo spirito italico, la terza versione di Polka è una tamarrata in levare che manco i migliori matrimoni bulgari. Imprescindibile per le estati italiane nel profondo Sud.

Voto: 29/30

Gasolina – Anna

Anna ci insegna che i demoni del passato, prima o poi, ci raggiungono. Anche il Mondo di Patty, in versione twerk nel privé. Riuscite ad immaginare qualcosa di meglio?

Voto: 30 e lode

A cura di Clarissa Missarelli

Immagine in evidenza: screenshot da https://www.youtube.com/watch?v=vu8DDbY0jZA

Tananai in concerto al teatro della concordia

Quando Tananai aveva detto sul palco di Sanremo che l’avremmo rivisto all’Eurovision, non pensavamo dicesse sul serio. Venerdì 13 maggio, non al PalaAlpitour – la location del contest – ma al Teatro della Concordia di Venaria si è tenuta in effetti la data torinese del cantante, il cui vero nome è Alberto Cotta Ramusino. E tra la semifinale e la finale di Eurovision, tantissime sono le persone che hanno trovato il tempo per riempire il teatro e assistere al concerto dell’ultimo classificato di Sanremo. Appena salito sul palco anche lui stesso ne sembra particolarmente sorpreso.

È la prima data del tour, ma Tananai non sembra troppo agitato: fin dal primo brano si muove sicuro sul palco, cantando e salutando gli spettatori. Tra una canzone e l’altra non perde l’occasione di chiacchierare e scherzare con il pubblico. Quando gli lanciano un reggiseno dal parterre è entusiasta, afferma che è la prima volta che gli accade. La scaletta prevede diversi brani dall’ultimo album Piccoli boati (2020), alternati con gli ultimi singoli pubblicati quest’anno come “Esagerata” e “Maleducazione”.

Credits: https://www.instagram.com/tananaimusica/

Arriva presto uno dei brani più attesi della serata, “Baby Goddamn”, singolo virale su TikTok nonché disco di platino. La gente balla e canta con Tananai che, elettrizzato, scende più volte tra il pubblico, a volte sporgendosi dalla transenna a volte scavalcandola direttamente e attraversando il teatro gremito. Verso metà serata spunta sul palco un enorme fungo giallo, la band scompare nelle quinte e Tananai si sposta alla console. Da quel momento ai brani cantati si alternano pezzi che ricordano l’inizio della sua carriera quando, sotto il nome di Not For Us, faceva il dj.

Momento centrale è stato quando il pubblico ha iniziato a chiamare l’ospite atteso da tutti i presenti: dopo la prima strofa di Tananai compare infatti  Rosa Chemical, vestito in completo bianco e sorpreso anch’egli dal calore con cui viene accolto. I due cantano “Comincia tu”, duetto sul celebre brano della Carrà presentato in anteprima durante la serata cover dell’ultimo festival di Sanremo. Tananai e il rapper di Alpignano hanno una buona chimica e senza difficoltà fanno ballare tutti i presenti.

Credits: https://www.instagram.com/tananaimusica/

Verso la conclusione del concerto Tananai canta  anche, naturalmente, “Sesso Occasionale”, brano che gli ha permesso di conquistare il venticinquesimo posto al Festival di Sanremo 2022.

Sicuramente Tananai non sarà un erede della nobile arte del bel canto, ma intrattiene e diverte come un valido performer, senza “tirare troppe stecche” (come lui stesso al contrario ha invece affermato più volte).

A cura di Isabella Ravera

Sanremo 2022 – Le pagelle della serata cover

Attesa più dell’elezione del Presidente della Repubblica, la serata delle cover al 72° Festival di Sanremo è finalmente arrivata, tra piacevoli sorprese e dolorosissime conferme.

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Bloody Vinyl 3: chi ha paura della machete?

La Machete e lo scettro della scena italiana

Come la Trinità, i Moschettieri e le Grazie anche la Machete sa che tre è il numero perfetto, e all’alba dello scorso 2 ottobre, è arrivato il terzo episodio della saga Bloody Vinyl Mixtape: dal fantasma della dubstep e lo scratching old school che aleggiavano nel primo capitolo nel 2012, ai primi accenni di 808 nel BV2, tre anni dopo, anche quest’anno, Salmo si riconferma tra i più intelligenti imprenditori musicali del momento.
Astri nascenti, meteore, padri e padrini della scena t(rap) sui beat dei producer di punta dell’anno: questo è Bloody Vinyl 3.
Bastano i nomi: Slait, Tha Supreme, Low Kidd, Young Miles (e una capatina di Greg Willen).

Salmo, copyright ColdMasterKilla / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)

Già con il discusso, amato e odiato Machete Mixtape 4, da cui Salmo è uscito ora come il Cristo Redentore della scena italiana, ora come un pagliaccio venduto, la Machete si era dimostrata quantomeno in grado di intercettare i sound e i nomi del momento, tra cui appunto quello di Davide Mattei aka Tha Supreme, anticipandone l’esplosivo successo che lo avrebbe investito di lì a poco con il primo album targato Epic Records,
sottoetichetta della Sony , 236451.
Bloody Vinyl 3, che sembra aver calmato le acque e momentaneamente anestetizzato le polemiche contro Salmo e l’eterna querelle con Luchè, ha tutte le carte in regola per essere una delle più interessanti uscite dell’anno e stabilire chi è fuori e chi è dentro al gioco.

Mossa azzeccata aprire con i bassi distorti di “Machete Satellite”, in cui, nell’improbabile ma riuscita collaborazione con Taxi B, Salmo rievoca il suo passato metal e hardcore con uno screamo perfetto che sorprende i fan nuovi e accontenta i vecchi, e che suona un po’ come un voler dimostrare la tecnica che vince sugli urli scoordinati di Taxi, e che in fondo ’sti giovani trapper di oggi non si sono inventati niente.
Le sonorità esplosive e il flow destrutturato che segue l’andamento del beat, firme d’autore di Tha Supreme, fanno scintille con i suoni ricercati e tendenti all’elettronica di Young Miles, in due dei brani più riusciti del mixtape: “X 1 MEX” con un beat che guarda alla dance anni ‘90 e con il feat. di Dani Faiv e il suo flow fluido e scorrevole che si incastra con le sillabe sincopate di Tha Supreme e “Baby” feat. Rosa Chemical, che quando si parla di “tre bitch sul dick come Paul”, è sempre in prima fila.
Il sound più dark di Low Kidd viene fuori nei momenti meno d’impatto della tracklist, ma altrettanto riusciti come “Telephone” (feat. Capo Plaza e Sick Luke) e “5G” in collaborazione con Nitro, Fabri Fibra e Jake La Furia.

Che la si veda come una mera strategia di marketing o meno, è innegabile l’intelligenza della mossa, più che riuscita e decisamente di qualità.
A dimostrazione non solo che Salmo, e la Machete con lui, è stato capace di collaborare con i nomi giusti e nel modo giusto, ma anche che è ormai chiaro chi, per un motivo o per l’altro, è fuori dal gioco.

TOP 10: LUGLIO

I dieci migliori singoli del mese, secondo Musidams.

Offline – tha Supreme (feat bbno$)
ThaSup ne sa una più del diavolo e confeziona una sorta di
Blun7 A Swishland goes to Hollywood con tanto di feat. internazionale.
28/30

BACK UP! – Radical
Traccia in sintonia con un album che chiude la trilogia dell’808 ultra distorto alla $uicide Boy$ del giovane Aquafina.
27/30

44 Bulldog – Pop Smoke
Le nuove uscite di Pop Smoke e Juice WRLD dimostrano che se c’è una cosa che la scena trap americana sa fare sono gli album postumi.
27/30

Hollywoo
Giorgieness
Tra una voglia di ballare un reggae in spiaggia e l’altra, un po’ di introspezione anti-estiva non fa male.
Voto in più per la citazione a Bojack Horseman.
26/30

Scoteka
– Fishball
Anche con i buchi in testa per la ketch, Fishball non riesce a uscire dal tunnel della techno.
E va benissimo così.
25/30

Clarissa Missarelli

Limelight – Touché Amoré
Il giusto connubio tra atmosfere post-rock ed energia hardcore. Non riuscirebbero a scrivere
una canzone brutta neanche se ci provassero.
30/30

America – Sufjan Stevens
Un misto tra le sonorità di The Age of Adz e Carrie & Lowell. Sufjan, col nuovo album siamo
prontissimi a piangere di nuovo come solo tu sai farci fare.
28/30

Are you even real? – James Blake
Un arrangiamento minimalista ed etereo coi violini qua e là da fare a ciliegina sulla torta. Con una strumentale del genere la sua voce è da pelle d’oca.
28/30

Pac-Man – Gorillaz (feat. Schoobloy Q)
Prima parte in pieno stile Gorillaz e seconda con uno Schoolboy Q in fiamme. Vi sfido a levarvi dalla testa quel groove catchy.
27/30

A Hymn
– IDLES
Una canzone un po’ più tranquilla del solito ma comunque in pieno loro stile. Sembra uscita dalla colonna sonora di Trainspotting.
25/30

Maurizio Minazzi