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TOdays Festival – Day Three, atto finale: l’indie rock anglosassone saluta Torino

Torino, domenica 28 agosto: la terza e ultima giornata del TOdays Festival si accende tra il fermento generale, per una serata che si preannuncia densa di musica interessante. La line-up accosta sapientemente le diverse sfumature di un indie rock tutto diviso tra il Regno Unito e gli USA: esordio e chiusura arrivano dalla Scozia, con gli Arab Strap ad aprire e il gran finale con i Primal Scream; i newyorkesi DIIV e gli inglesi Yard Act, nell’ordine, si spartiscono il ripieno dello show.

La golden hour è alle porte: quello che era un piccolo capannello in transenna, nel giro di poco si è trasformato in una folla nutrita ed effervescente. Che l’evento abbia inizio.

Arab Strap: il frontman Aidan Moffat. Credits: Martina Caratozzolo

La band di Aidan Moffat si presenta sui colpi serrati di un ritmo elettronico: è “The Turning of Our Bones”, che prende forma dal suo minimale riff di chitarra. Il frontman, look a dir poco coraggioso – camicia nera e jeans bermuda – attacca con un testo dalla metrica concitata, perfetto per una voce a tinte fosche come la sua. I suoni di chitarra, generalmente puliti, si mantengono su queste coordinate per tutto lo show, mentre il gruppo sfoggia una presenza poderosa nel suo stile caratteristico. I ritmi si infiammano con gli influssi dance in tempo dispari di “Compersion Pt. 1”, per poi distendersi drammaticamente con “New Birds” e riaccendere tutto nel finale, nell’elettronica forsennata di “The First Big Weekend”. Moffat si destreggia anche su un sintetizzatore e su un pad elettronico. Grande performance, contrassegnata in larga misura da mood musicali e testuali vagamente – nettamente, in alcuni casi – sinistri.

DIIV: da sinistra, Colin Caulfield e Andrew Bailey. Credits: Martina Caratozzolo

È poi il turno dei DIIV, che si presentano ostentando un distacco solo di facciata. Zachary Cole Smith prende posto sul palco e presenta con poche parole la band: comincia così “Loose Ends”. La qualità live è ottima e incorpora le peculiarità della produzione musicale del gruppo: protagonisti assoluti gli intrecci melodici tra chitarre effettate, con echi onirici tra lo shoegaze e il dream pop. A prendersi la scena è il chitarrista Andrew Bailey, immerso con lo strumento in un mondo tutto suo, a partire dai capelli annodati in due trecce sulle spalle e dalle smorfie istrioniche che ne fanno un personaggio. Picchi di adrenalina durante “Under the Sun”, scandita a gran voce dai presenti, gli stessi che pogano sfrenati a partire dalla potentissima “Doused”, tratta dall’album d’esordio Oshin (di cui si festeggia il decennale), e fino alla fine della scaletta. Chiusura degna con “Blankenship”; merita una menzione anche la componente ritmica, con la devastante batteria di Ben Newman ed il basso di Colin Caulfield.

Yard Act: il frontman James Smith. Credits: pagina Facebook TOdays festival

Gli Yard Act, band più giovane della serata (formatasi 3 anni fa, con album d’esordio lo scorso gennaio), salgono sul palco con personalità: il cantante James Smith si contraddistingue prontamente per il suo fare loquace, prima di immergersi a capofitto nel groove deciso e scanzonato di “Dark Days”. Il batterista Jay Russell e il bassista Ryan Needham compongono un duo tagliente, ed è proprio lungo le coordinate del ritmo che la band inglese si muove, ritmo cui i pungenti riff chitarristici di Sam Shjipstone – apprezzabili e apprezzati – cedono in generale il passo. Molto orecchiabile “Land of the blind”, molto incisiva la title track “The Overload”, molto accattivante “Rich”: il complesso mostra grande grinta, unita ad un atteggiamento spregiudicato di ispirazione quasi punk (o meglio, post-punk). Smith ama raccontarsi e raccontare le storie dietro ai brani, e la folla gli dà tutta la soddisfazione che merita la sua presenza scenica.

Primal Scream: il frontman Bobby Gillespie. Credits: pagina Facebook TOdays festival

Dulcis in fundo, i Primal Scream: le premesse sono ottime, specie se aggiungiamo l’hype generato intorno all’annunciata esecuzione di Screamadelica. La partenza sicuramente ha molta elettronica, con “Swastika Eyes”: Bobby Gillespie ha addosso i colori e il disegno del loro disco più famoso, suona le maracas, e naturalmente accentua il suo ruolo di leader. Anche con “Pills” e “Deep Hit of Morning Sun” – dedicata al compianto Mark Lanegan –la linea continua; a metà dell’esibizione, però, la rotta cambia improvvisamente, abbandonando le sonorità da rave per atmosfere più intime, come in “English Town”, oppure più classicamente rock, come nella celebre “Movin’ on Up” (primo pezzo tratto da Screamadelica) o in “Country Girl”. Morale della favola, i brani dello storico album sono soltanto due, tra cui “Loaded”, suonata in chiusura dopo aver fatto credere a tutti che il concerto fosse finito. Purtroppo, per quanto riguarda i Primal Scream sembra mancare qualcosa: lo si è percepito anche da una certa stanchezza (forse mista a delusione) aleggiante tra il pubblico. Evidente il gap tra le aspettative e l’offerta della band, che ha comunque regalato momenti divertenti e altri di vigore ed esaltazione.

Una timida pioggia ha iniziato a scendere proprio verso il termine dell’evento; nel complesso, una grande serata e una conclusione in bello stile per questa edizione del TOdays, che ha regalato spunti di rara bellezza dall’immenso patrimonio della musica indipendente. I quali, si spera, saranno fonte di ispirazione per migliaia di musicisti, e non solo a Torino.

A cura di Carlo Cerrato

TOdays Festival – Day Two

Continua il racconto del TOdays Festival, con la seconda giornata che si è svolta sabato 27 agosto. Il pubblico accorso a sPAZIO211 è piuttosto internazionale ed è pronto a godersi una line-up di generi diversi, ma all’insegna della musica suonata. Gli spettatori si godono l’aria da festival che si respira nella periferia torinese, bevendo una birra in compagnia e discutendo di musica.

L’atmosfera si scalda quando a salire sul palco è la band inglese Squid, che con il suono distorto e sporco è in grado di catturare il pubblico dal primo istante. Il revival post-punk sta attualmente vivendo la sua golden age, grazie a band che si fanno portavoce di un sound anni Settanta e Ottanta, come – tra le tante – i Fontaines D.C., gli Idles e gli Shame. Gli Squid, originari di Brighton, non sono da meno: l’album d’esordio Bright Green Field, uscito dopo una serie di ep validi, ha convinto gli spettatori del festival, che hanno accolto il quintetto a colpi di headbanging e pogo sfrenato.

Ollie Judge, batterista e al tempo stesso tempo vocalist della band, è l’anima punk del gruppo, che a furia di colpi su piatti e rullante dà il groove per la schizofrenia mostrata sul palco. Il loro set è un susseguirsi frenetico di brani feroci, che si alternano a jam strumentali, beat elettronici, momenti ambient per soli fiati e cenni jazz. Tra i brani proposti c’è “Narrator”, otto minuti in pieno stile Talking Heads e Wire che sfocia in una frenesia di voci sconnesse, e le immancabili “Houseplants” e “G.S.K”. Lo sperimentalismo degli Squid è la ricetta giusta per scaldare i motori per il resto della serata.

Ollie Judge (credit foto: pagina Facebook TOdays Festival)

Congedati gli Squid è tempo di cambiare decisamente atmosfera. Sul palco salgono le Los Bitchos, quartetto tutto al femminile proveniente da Londra. La band propone un vero e proprio party strumentale, fatto di rimandi caraibici e di ritmi della cumbia colombiana. L’assenza dei testi nei loro brani non si fa sentire: la loro performance convince gli spettatori, che improvvisano anche qualche passo di danza in maniera spensierata. La fine dell’estate alle porte non intacca lo spirito del pubblico, che si gode l’atmosfera gioiosa a mo’ di festa sulla spiaggia.

La loro musica dance rock dall’energia contagiosa ha attirato l’attenzione di molti, tra i quali Alex Kapranos dei Franz Ferdinand. Il loro album d’esordio Let the Festivities Begin! – eseguito per intero sul palco di Torino – è stato infatti prodotto dal frontman della band inglese.

Josefine Jonsson, bassista de Los Bitchos (credit foto: pagina Facebook TOdays Festival)

La serata prende una svolta quando sul palco salgono i Molchat Doma. “Il cielo su Torino sembra muoversi al tuo fianco” cantavano i Subsonica ed è proprio così che è andata durante l’esibizione della band bielorussa. I fulmini hanno contribuito alla scenografia, fino a quando la minaccia non si è trasformata in un temporale torrenziale. Paradossalmente lo scenario perfetto per la musica dei Molchat, che con il loro sound dark hanno trasportato il pubblico in una dimensione crepuscolare.

Una miscela vincente di post-punk, new-wave e synth-pop, con influenze dei Joy Division e dei Cure (da segnalare a proposito l’apertura di un brano con il riff iniziale di “A Forest”). La voce cupa di Egor Shkutko e l’uso massivo del synth da parte di Roman Komogortsev convincono gli spettatori, che cercano un riparo dalla pioggia senza perdere di vista ciò che accade sul palco.

I Molchat Doma (credit foto: pagina Facebook TOdays Festival)

La pioggia cessa e uno scosso pubblico torna in un parterre ormai inondato dal fango. Ma per FKJ aka French Kiwi Juice – il producer e polistrumentista francese nu jazz di musica elettronica – si può sopportare il disagio provocato dal maltempo. L’eleganza della sua musica è testimoniata dall’allestimento del palco: un salotto con tanto di divani e lampade dalla luce calda, che rendono il clima familiare. FKJ ringrazia il pubblico per essere rimasto nonostante la pioggia, dopodiché attacca a suonare, destreggiandosi con talento tra tastiere, chitarre, loop station e strumenti a fiato. Il temporale, però, torna in maniera ancora più intensa e i fan si dividono tra chi torna a casa in anticipo e chi balla sotto il diluvio. “The show must go on”, dunque il polistrumentista e i musicisti proseguono proponendo un’esibizione sensoriale, ricca di melodie jazz. “Tadow”, il suo brano più famoso, chiude il concerto ed è il premio finale per i più temerari.

FKJ (credit foto: pagina Facebook TOdays Festival)

Sul cammino di casa c’è la sensazione di aver vissuto due realtà opposte: da una parte l’energia dei Squid e il party delle Los Bitchos, dall’altra la cupaggine dei Molchat e le vibes ipnotiche di FKJ. Comunque sia, anche nel day two il pubblico esce soddisfatto dalle quattro ore di live.  

A cura di Martina Caratozzolo

TOdays Festival – Day One

Venerdì 26 agosto nel cortile di sPAZIO211 si è tenuta la prima giornata del TOdays, il festival torinese dedicato alla musica alternativa. Il pubblico è transgenerazionale, data la ricca proposta della rassegna, che vede esibirsi quattro artisti differenti per tre serate dal 26 al 28 agosto.

Il primo artista ad esibirsi è Eli Smart, cantautore delle Isole delle Hawaii trapiantato a Liverpool che ha preso il posto dei Geese nella line up del festival, dopo l’annullamento del tour europeo del gruppo. Il cantautore, accompagnato dalla sua band, stupisce parlando un italiano quasi perfetto e confessa di sentirsi a casa, rivelando le sue origini venete. Imbraccia la chitarra e presenta il suo ep Bonnie Town, ricco di melodie orecchiabili e dallo stile vintage, in pendant con la sua camicia a righe rosa e i Levis sbiaditi. Smart si diverte e fa passare una mezz’ora di leggerezza al pubblico, che lo accompagna tenendo il ritmo con le mani, in particolare duranti i brani “Come on, Come on, Come on” e “Hold on the Feeling”.

Eli Smart (credit foto: pagina Facebook TOdays Festival)

Successivamente è il turno dei Hurray For The Riff Raff, capitanati dalla frontwoman Alynda Lee Segarra, che sfoggia un’acconciatura mullet alla David Bowie. L’energia è evidente sia sul palco che tra il pubblico, che inizia ad assieparsi sempre di più sottopalco mentre il buio inizia a fare capolino su Torino. La band statunitense presenta l’ultimo album Life on Earth, uscito lo scorso febbraio. I testi dei brani trattano il rapporto dell’uomo con la natura, mentre il sound risulta elettronico e ritmico, con una presenza centrale affidata ai synth, che sprigionano un collage di suoni dissonanti.

Alynda Lee Segarra (credit foto: pagina Facebook TOdays Festival)

Grande attesa per la terza band: i Black Country, New Road. I giovanissimi inglesi partono timidamente a suonare, mostrando un bagaglio tecnico interessante. Tuttavia, la loro performance non convince. Il motivo? Il frontman Isaac Wood ha abbandonato il gruppo dopo l’uscita del secondo album, sull’onda di un successo che etichettava la band come una delle più interessanti del panorama post-punk attuale. La mancanza del cantante non è stata tempestivamente colmata, ma al contrario il gruppo risulta ancora privo di una voce leader. Sul palco i membri della band si alternano infatti tra di loro, cantando varie parti di ogni brano, inedito o proposto in una versione del tutto rivisitata. Chi si aspettava di ascoltare i successi di For the first time e Ants From Up There è rimasto deluso dall’ora scarsa di live.

Un live che è stato teatrale, con suoni a tratti avanguardistici, come quello del basso suonato con l’archetto del violoncello. Nonostante il loro evidente talento i BCNR non sono però animali da palcoscenico e la loro staticità non coinvolge il pubblico. Non si può, però, non provare empatia e comprensione per un giovane gruppo che sta cercando una nuova dimensione per ripartire.

Lo sperimentalismo dei BCNR (credit foto: pagina Facebook TOdays Festival)

Il nome più atteso è quello di Tash Sultana, che sale sul palco alle 23:00. L’artista australiana si presenta inizialmente in solitaria, accompagnata dalla miriade di strumenti che affollano il palco: una Stratocaster, una Telecaster, una chitarra acustica, un basso, un synth, un sassofono, una tromba, un flauto traverso e un ricco strato di pedaliere ai suoi piedi. Ciò che più sorprende è che ogni strumento viene suonato dall’artista con una tecnica impeccabile, che lascia a bocca aperta i presenti. Il suo talento è evidente come polistrumentista, vocalmente ma anche come intrattenitrice: Tash Sultana ha personalità e sa coinvolgere, correndo instancabilmente da una zona all’altra del palco. In scaletta si susseguono principalmente i brani del suo ultimo lavoro Terra Firma – proposti in una versione strumentale arricchita e piena di loop -, ma anche alcuni del suo repertorio precedente, tra i quali “Notion” e “Jungle”.

Tash Sultana (credit: pagina Facebook TOdays Festival)

Il groove elettrizzante e i riff ipnotici di Tash Sultana chiudono la prima giornata del TOdays, che nella prima serata si conferma all’altezza delle aspettative, soprattutto grazie alla sua memorabile performance.

A cura di Martina Caratozzolo

TOdays: presentata la settima edizione del festival alternative rock

Il 14 luglio all’interno del dehors di Edit si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della settima edizione del TOdays. Tre giorni di musica con 96 artisti per 16 band, 11 delle quali in esclusiva unica nazionale e 14 per la prima volta a Torino: è questo il programma del festival torinese in programma nell’ultimo fine settimana di agosto, dal 26 al 28, a sPAZIO211 e all’ex Fabbrica Incet.

A presentare gli artisti che saliranno sul palco ci hanno pensato Alessandro Isaia, Segretario Generale di Fondazione per la Cultura Torino e Gianluca Gozzi, direttore artistico del festival. Entrambi hanno spiegato come per tre giorni Torino diventerà una delle mete europee d’elezione per i giovani e gli appassionati della musica rock d’avanguardia, grazie alla variegata proposta di artisti alternative sia internazionali che italiani. Ha preso parola anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, che si è detto orgoglioso dell’arricchimento del programma culturale torinese, grazie anche alla scelta coraggiosa degli organizzatori di valorizzare la periferia della città.

Stefano Lo Russo, Alessandro Isaia e Gianluca Gozzi [credits foto: Martina Caratozzolo]

I palchi su cui si svolgerà il festival saranno due: il main stage degli spettacoli sarà il palco all’aperto di sPAZIO211, dove si alterneranno i concerti tra le ore 18.00 e le 24.00 per tutte le tre giornate. In tarda serata i live proseguiranno tra le mura della ex fabbrica Incet, con una serie di performance che permetteranno al pubblico di godere della musica dal vivo fino a tarda notte.

Le tre giornate sono state presentate con tre concetti chiave differenti: le performance del 26 agosto faranno da inno al superamento dei generi, quelle del 27 al talento e quelle del 28 alla gioia. Inoltre, i colori del logo di questa edizione veicolano le idee di apertura e di dinamicità alla base del festival: il nero, per andare oltre il buio e i confini, e il rosso, come simbolo del cuore pulsante e della passione.

[credits foto: Martina Caratozzolo]

Il programma e la timetable del festival:

  • venerdì 26 agosto

sPAZIO211:

18:45 GEESE -data unica italiana-

20:00 HURRAY FOR THE RIFF RAFF -data unica italiana-

21:20 BLACK COUNTRY, NEW ROAD -data unica italiana-

22:45 TASH SULTANA

ex fabbrica INCET:

23:00 VOODOOS & TABOOS

00:00 TAMBURI NERI

01:00 ADIEL

  • sabato 27 agosto

sPAZIO211:

18:45 SQUID – data unica italiana –

20:00 LOS BITCHOS

21:20 MOLCHAT DOMA – data unica italiana –

22:45 FKJ – data unica italiana –

ex fabbrica INCET:

23:00 SPACERENZO

00:00 WHODAMANNY

01:00 MYSTIC JUNGLE

  • domenica 28 agosto

18:45 ARAB STRAP – data unica nord Italia –

20:00 DIIV – data unica nord Italia –

21:20 YARD ACT – data unica italiana –

22:45 PRIMAL SCREAM – data unica italiana -.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito ufficiale: http://www.todaysfestival.com/.

A cura di Martina Caratozzolo

BLACK MIDI @TODAYS FESTIVAL

Tornare a un concerto dopo più di un anno e mezzo è stata un’esperienza quasi surreale, ma norme anti-Covid e posti a sedere a parte è stato un ritorno a una semi-normalità quasi necessario. E quale miglior modo per tornare alla musica dal vivo se non coi black midi, freschi del secondo album che li ha confermati come uno dei più interessanti gruppi rock degli ultimi 2-3 anni?

Foto: TODAYS Festival

TODAYS Festival, tenutosi allo Spazio 211 dal 26 al 29 agosto, è arrivato alla sesta edizione e quest’anno tra gli artisti vantava nomi come Andrea Laszlo De Simone, I Hate My Village, black midi, Iosonouncane, The Comet Is Coming, Motta e Shame, giusto per citarne alcuni. La serata di venerdì 26 è iniziata con gli I Hate My Village, con un concerto davvero coinvolgente che sicuramente è servito a dare un bel mood alla serata, facendo tornare a provare emozioni ormai dimenticate da mesi e mesi.

Dopo un’intro fatta di feedback e basso distorto i black midi sono partiti in quarta con “953” e “Near DT, MI”, brani del primo album che sono stati suonati con così tanta energia da non far notare la mancanza del secondo chitarrista (attualmente in pausa dal gruppo per motivi personali). Lo stesso discorso vale per quelli dell’ultimo album, Cavalcade, come “John L” o “Slow”, eseguiti senza il reparto di fiati presente nel disco ma comunque di grande impatto. Notevoli inoltre gli inediti come “Sugar/Tzu” e i brani suonati alla chitarra acustica, che insieme alle varie jam, sono stati l’ennesima prova della creatività e delle capacità tecniche del gruppo, fra cui sicuramente spicca quella del batterista Morgan Simpson.

Foto: TODAYS Festival

Davvero uno show impressionante, suonato tutto d’un fiato senza pause o interazioni col pubblico, ma non sono mancati momenti ironici inseriti qua e là subdolamente nei brani, ai quali il gruppo ci ha già abituati in passato (Greep ha suonato il riff di “Sweet Child O’ Mine” durante la prima canzone). Una setlist quasi perfetta se non per la mancanza di “bmbmbm”, brano ormai diventato iconico tra i fan del gruppo.

Come accennato già prima, è stato fantastico poter tornare a un concerto, anche stare in coda al bar non mi è dispiaciuto, tuttavia è un periodo pieno di incertezze e non ci resta che sperare che le cose migliorino il prima possibile, perché vivere uno show del genere pogando a pochi metri dal palco e guardarlo da seduti purtroppo sono due cose diverse.