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TJF 2023: Louis Sclavis e Federica Michisanti Trio

La vigilia della Festa della Liberazione vede la città assorbita nell’undicesima edizione di un Festival ricco di musicisti e proposte culturali; clima e temperatura sono in linea con le medie stagionali, l’ora è quella dell’aperitivo – le 18 in punto – e al Teatro Vittoria di via Gramsci va in scena il frutto del sodalizio artistico tra il noto clarinettista lionese Louis Sclavis e la contrabbassista e compositrice romana Federica Michisanti, accompagnata dal violoncello di Salvatore Maiore e dalla batteria di Emanuele Maniscalco.

La collaborazione tra i due artisti è del tutto inedita, così come la formazione del quartetto. L’età media del pubblico non è delle più giovani, e i ragazzi presenti sono pochi, ma non mancano certo; si ha la sensazione di trovarsi attorniati da ascoltatori appassionati del genere, nonostante la grande presa esercitata dalla manifestazione anche su semplici curiosi e onnivori musicali.

Louis Sclavis
Louis Sclavis. Credits: Pagina Facebook Torino Jazz Festival

Michisanti coglie qui l’occasione per presentare il suo nuovo progetto, del quale introduce i brani intervallandoli a brevi “note d’autore” riguardo le ispirazioni che hanno dato loro vita. La musicista modella una commistione tra jazz “classico” e influssi più eterogenei, derivati soprattutto dalla musica classica contemporanea. I due brani di apertura (il titolo del primo è “Two”, mentre quello del secondo è ancora da definire, anche se avrà a che fare con l’ambiente in cui è stato composto – una mansarda), eseguiti senza presentazione, danno da subito l’idea di un incastro efficace: l’intesa tra gli artisti è palpabile, e nell’insieme si può ben cogliere la sensibilità propria di ciascun elemento. Le linee melodiche sono affidate soprattutto a Sclavis, che alterna clarinetto e clarinetto basso, e a Michisanti, con il suo contrabbasso spesso caratterizzato da fraseggi rapidi e guizzanti.

federica Michisanti Torino Jazz Festival
Federica Michisanti. Credits: Pagina Facebook Torino Jazz Festival

Diverso spazio è concesso anche a parti improvvisative più o meno larghe, in cui risalta il frizzante drumming di Maniscalco. Quest’ultimo si destreggia tra bacchette, spazzole e mazzuole, con uno stile originale; la batteria presenta un kit abbastanza essenziale, dal quale scaturiscono fantasiose sezioni ritmiche (e poliritmiche). E forse è con il violoncello di Maiore che si apprezzano maggiormente gli accenti di musica contemporanea; le sonorità tipiche dello strumento vengono infatti alternate a pratiche non convenzionali, come l’utilizzo dell’archetto tra ponticello e cordiera – che genera un suono stridente, smorzato – o addirittura un approccio percussivo sulle corde.

Salvatore Maiore Torio Jazz Festival
Salvatore Maiore. Credits: Pagina Facebook Torino Jazz Festival

Una componente evocativa è imprescindibile per l’opera di Michisanti, che intitola uno dei suoi brani “B4PM”, ovvero “Prima delle quattro [del pomeriggio]”, con riferimento a una “luce particolare” percepita nel suddetto orario della giornata; da menzionare anche “Floathing”, una sorta di neologismo inglese dedicato a una composizione che “cambia continuamente il suo centro tonale”. Proprio durante “B4PM” Sclavis si produce in un lungo assolo col quale, sfoggiando la sua esperienza e il suo talento, strappa un applauso spontaneo ai presenti.

Dopo essersi assentati per pochi secondi dal palco e avere eseguito un ultimo pezzo, gli artisti si congedano dal pubblico con ripetuti inchini, chiudendo un’ora abbondante di concerto. Un jazz che lascia in chi ascolta il sentore di un lavoro profondo, intimo, condotto con l’amore di chi in questa musica sente la propria casa.

A cura di Carlo Cerrato

Biennale College 2019: Intervista ad Alessandro De Rosa

La serata dedicata a Biennale College, che si è svolta il 6 ottobre al Teatro Piccolo Arsenale, ha segnato la conclusione del 63° Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia.

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MiTo 2019: Balcani Aumentati

‘‘Geografie’’ si chiama la tredicesima edizione di MiTo Settembre Musica. Quest’anno il festival ha offerto al suo pubblico un viaggio musicale che attraversa nazioni e territori con oltre 128 concerti distribuiti tra Milano e Torino. Era dedicato alla musica folkloristica dei Balcani l’appuntamento di mercoledì 18 settembre al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. ‘‘Balcani Aumentati’’ attraversa un lungo viaggio sonoro, scavando a fondo nelle particolari melodie del folklore albanese, croato, kossovo, ungherese e ceco.

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Il cammino di Santiago in musica

12 Settembre 2019. Al Conservatorio di Torino, nell’ambito del festival MiTo Settembre musica, alle ore 21 viene raccontata una storia, lunga mesi, di uomini che camminano senza posa verso una meta lontana e affascinante: la storia del cammino di Santiago.

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“Le strade del suono”: concerto di apertura

Divulgare la musica contemporanea a un pubblico sempre più numeroso senza rinunciare all’alto profilo artistico dei musicisti coinvolti e delle musiche proposte non è un’utopia. Questa è la convinzione che ha messo in moto “Le strade del Suono” a Genova, uno dei pochissimi festival (se differenziato dalle varie stagioni concertistiche) in tutta Italia che si occupa esclusivamente di musica contemporanea. Dal 2012 quella che era una piccola realtà locale, ingranditasi di stagione in stagione con un trend inversamente proporzionale alla generosità con cui vengono stanziati fondi alla cultura, offre l’occasione ogni anno di scoprire quanto questi arcipelaghi sonori così distanti da ciò che si trova comunemente nel mainstream musicale siano un luogo bello (un’eu-topia) da “abitare”.

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