Archivi tag: gayageum

Sunday Morning Brings the Dawn In: korale in concerto al Teatro Vittoria

Come ogni festival che si rispetti, il Torino Jazz Festival nel programma di questa edizione presenta vari appuntamenti con giovani musicisti del jazz contemporaneo, offrendo così spazio per farsi conoscere alle nuove generazioni. Tra quelli più interessanti c’è l’esibizione del gruppo Korale che domenica mattina 27 aprile al Teatro Vittoria ha dato il via a una lunga giornata di concerti. 

Foto di Ottavia Salvadori

Il gruppo, nato lo scorso anno durante una residenza artistica presso il festival Grey Cat di Follonica, è composto da due talenti del panorama italiano come Michelangelo Scandroglio (contrabbasso) e Francesca Remigi (batteria) e due musicisti sudcoreani Youngwoo Lee (pianoforte) e DoYeon Kim (gayageum e voce). Alla base di tutto c’è l’incontro di diverse sensibilità e tradizioni musicali, che trovano il modo di rinnovarsi e ampliare i propri orizzonti. I brani eseguiti durante il concerto sono stati composti dai diversi membri del gruppo: un insieme sfaccettato di approcci creativi che mescola tecniche e stili esecutivi differenti, ma che coesistono solidamente.

Foto di Ottavia Salvadori

Una peculiarità di questo ensemble è la presenza del gayageum, strumento a corde pizzicate della tradizione coreana che DoYeon suona da seduta al centro della sala, come se fosse il crocevia degli scambi musicali che circolano durante l’esibizione. Ma non solo, anche il canto è l’aspetto portante di vari brani durante i quali DoYeon in piedi dirige i tempi di attacco del gruppo. Di tutt’altro stile invece il pianista Youngwoo che, in posizione defilata, quasi di spalle al pubblico e col volto chinato sul pianoforte, dialoga con gli altri quasi in un inseguimento reciproco di ritmi e suoni che si avvolgono tra di loro. Durante i momenti solisti il pianista segue un’idea frammentaria che però torna sempre, in una sorta di scrittura improvvisata. Chiudiamo il quadro con la batteria e il contrabbasso: Scandroglio è l’ideatore di tutta l’iniziativa che supervisiona e accompagna i brani, con incursioni sottili e raffinate, mentre la batterista, che chiude il concerto con un suo brano, è al centro dei cambi di ritmo e tempo che si sviluppano nelle singole composizioni.

Foto di Ottavia Salvadori

Più in generale il concerto ci restituisce una visione aperta della musica: come forma di scambio e connessione culturale che si può creare attraverso la sperimentazione di percorsi non canonici. Questi quattro giovani musicisti hanno saputo dimostrarlo e ci hanno reso partecipi delle loro ricerche. 

Alessandro Camiolo