Stefano Guarnieri è innanzitutto un compositore. Ma poi è anche pianista, baritono, insegnante e vocal trainer, nonché figura di primo piano nella creazione e divulgazione della musica a Genova. Si è dedicato da sempre ad una ricerca musicale d’avanguardia che sia allo stesso tempo radicale e libera da qualsiasi tipo di dogma novecentesco. E in questo senso, più etimologico della parola, la sfida della sua musica è di essere “assoluta”, cioè “sciolta”, svincolata da tutte quelle possibili gabbie stilistiche, concettuali, e ideologiche in cui, non di rado, si finisce imprigionati. Ma in questa parola c’è anche la traccia di una funzione dell’arte dei suoni che gli sta particolarmente a cuore. La possibilità di vivere l’ascolto come atto in sé, come accoglienza e presa di coscienza del suono nel suo puro manifestarsi. E quindi, come occasione per approfondire il sé più profondo e stimolare un confronto dialettico con gli altri.
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Intervista ad Andrea Liberovici
Non è cosa di tutti i giorni per un compositore della scena contemporanea arrivare a essere eseguiti all’Apollo Theatre di New York e vedere, alla fine del concerto, uno dei curatori del MoMA alzarsi e dire: “Questa è la prima cosa nuova vista a New York negli ultimi cinque anni!”. È successo ad Andrea Liberovici, compositore e regista di teatro, che, in quell’occasione, aveva presentato le sue Mephisto’s songs, la cellula madre dell’opera da camera Faust’s Box che avrebbe debuttato qualche anno dopo (nel 2016) alla Philharmonie di Parigi.
Continua la lettura di Intervista ad Andrea LiberoviciRigoletto di John Turturro
La stagione del Teatro Regio, inaugurata dall’appassionante vena melodica di Trovatore e Traviata, sceglie di concludere la cosiddetta Trilogia Popolare verdiana dal suo principio: Rigoletto. La partitura, prediletta dallo stesso Giuseppe Verdi, scaturisce nel 1851 dall’incontro con il testo di Hugo, Le roi s’amuse, adattato da Francesco Maria Piave. Continua la lettura di Rigoletto di John Turturro
“Le strade del suono”: concerto di apertura
Divulgare la musica contemporanea a un pubblico sempre più numeroso senza rinunciare all’alto profilo artistico dei musicisti coinvolti e delle musiche proposte non è un’utopia. Questa è la convinzione che ha messo in moto “Le strade del Suono” a Genova, uno dei pochissimi festival (se differenziato dalle varie stagioni concertistiche) in tutta Italia che si occupa esclusivamente di musica contemporanea. Dal 2012 quella che era una piccola realtà locale, ingranditasi di stagione in stagione con un trend inversamente proporzionale alla generosità con cui vengono stanziati fondi alla cultura, offre l’occasione ogni anno di scoprire quanto questi arcipelaghi sonori così distanti da ciò che si trova comunemente nel mainstream musicale siano un luogo bello (un’eu-topia) da “abitare”.
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