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Il punk tra libertà e ironia: i Viagra Boys e i Tre Allegri Ragazzi Morti al Flowers Festival

La rassegna torinese, quest’anno, osa con una line-up composta da band dalle attitudini molto diverse, ma sorprendentemente compatibili. Il risultato è una serata intensa e difficile da dimenticare.

La serata si apre con i Circus Punk, un duo chitarra e batteria che fa subito entrare il pubblico nel mood con brani molto grezzi e veloci.

Subito dopo salgono sul palco i Tre Allegri Ragazzi Morti. Molti nel pubblico sono venuti principalmente per loro, come si nota dalle centinaia di maschere a forma di teschio, simbolo della band. Sono rimasto piacevolmente colpito dalla naturalezza di Toffolo sul palco e dal modo quasi colloquiale con cui si interfaccia con il pubblico. Il live scorre con leggerezza e, nonostante le sonorità più soft, si confermano un’ottima scelta come band di appoggio per gli headliner svedesi.

Dopo i TARM, il palco si riempie di tecnici che montano gli strumenti, mentre sul maxischermo appare a caratteri cubitali la scritta endless anxiety e le casse iniziano a suonare musica house e techno ad alto volume, per prepararci a tutto quello che succederà da lì a poco.

Le luci si spengono, uno dopo l’altro i musicisti fanno il loro ingresso. Per ultimo arriva Sebastian, il frontman: a petto nudo e con gli occhiali da sole. Attaccano con “Man Made of Meat”, traccia dall’ultimo album che fa subito impazzire il pubblico, la cui metà è già un enorme pogo.

Il live va avanti così, tra brani vecchi e nuovi che non lasciano un secondo di respiro per la potenza dei suoni e della performance. I “boys” portano uno spettacolo non perfetto ma indimenticabile, anche per la sfacciata ironia che caratterizza i brani e i discorsi del cantante. Un esempio è la performance di uno dei loro pezzi più famosi, “Research chemicals”, suonata con un loop di basso per più di 10 minuti, durante i quali il tastierista e Sebastian si scambiano continuamente diversi strumenti, tra cui una keyboard guitar da band anni 80.

La serata si rivela un successo dimostrando come, anche in Italia, quando un festival viene ben organizzato e ha il coraggio di osare, può dar vita a risultati sorprendenti e di grande valore.

Alessandro Ciffo