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Moor Mother in concerto al Bunker di Torino

Un viaggio attraverso scenari alternativi realizzati con lo scopo di fare luce su una nuova identità nera, lontana da un passato di schiavitù e di discriminazioni razziali, un’epopea che a partire dalla musica di Sun Ra e di George Clinton prosegue fino ai giorni nostri unendo l’iconografia africana, la fantascienza e l’avanguardia: un’odissea in un’Africa 2.0 che comprende l’esposizione di copertine di album tratti dalla storia della musica afroamericana.

Ecco cosa è stato proposto durante la mostra con aperitivo Visioni Soniche. Cover Afrofuturiste a cura di Juanita Apráez Murillo, tenutasi sabato 7 maggio dalle 18:00 presso i locali nell’area Jigeenyi del Bunker come preludio al concerto di Moor Mother per la seconda anteprima di Jazz is Dead festival.

Le danze iniziano alle 22:00 con il gruppo di apertura SabaSaba; il pubblico affluisce timidamente e, dopo qualche minuto, la sala si riempie. Il sound che vede come protagonisti il mellotron, campioni di suoni rielaborati attraverso filtri e la batteria, si basa sulla riproduzione di rumori, atmosfere distorte e repentini sbalzi di volume che simulano bene l’ira della natura in grado di generare maremoti, esplosioni vulcaniche, scontri tra placche.

Foto: Eleonora Iamonte

E se il viaggio dei SabaSaba termina con un terremoto, è con il cinguettio degli uccellini, simulati dai fischietti del percussionista Dudù Kouate, che comincia quello di Moor Mother. La voce calda della poetessa sembra sostituirsi a quella della coscienza dei presenti, mentre gli slogan da lei pronunciati riecheggiano nella mente anche nei giorni a seguire. Oltre all’elemento etnico proposto da Dudù con i suoi strumenti a percussione tipici della tradizione afroamericana si affianca quello sperimentale e futuristico di Camae Ayewa – vero nome di Moor Mother –, che grazie all’ausilio di un tablet e di un computer seleziona campioni di rumori e di suoni elettronici. È una musica che si potrebbe ascoltare anche senza il senso dell’udito: il giro di basso attivato riesce ad entrare dritto nel petto dell’ascoltatore fino a sostituirsi al battito cardiaco e in un attimo sembra che tutti i cuori presenti nella sala battano allo stesso tempo. Un evento ipnotico, onirico, avvolto dal mistero; una sorta di rituale, forse una lode alla vita – come suggerisce il simbolo egiziano Ankh stampato sulla sua camicia –.

Foto: Eleonora Iamonte

Dopo circa un’ora e mezza, il silenzio di fine concerto viene interrotto dagli applausi di un pubblico rapito che richiamano sul palco l’artista. Moor Mother ora si dirige verso gli spettatori, li guarda negli occhi, tocca le persone nelle prime file mentre interpreta l’ultimo brano, l’unico fra quelli proposti ad avvicinarsi alla forma canzone, forse al genere hip hop, ma che rimane ancora una volta impossibile da etichettare.

La serata si conclude con i dj set di Stefania Vos, DOPS e Sense Fracture aka Birsa.

A cura di Eleonora Iamonte

LE PAGELLE DI X FACTOR 2020

Si è tenuta giovedì 29 ottobre la prima puntata dei live di X Factor, che è giunto alla sua 14esima edizione. Dopo un confronto con produttori e autori d’eccezione, i 12 concorrenti hanno presentato in prima serata i loro inediti, già disponibili su tutte le piattaforme streaming.
E con loro, ecco anche i nostri giudizi.

Melancholia – ”Leon”
Sono considerati i favoriti di quest’edizione, e forse non hanno tutti i torti. La voce della cantante è estremamente graffiante – sicuramente rimane impressa nella memoria di chi la ascolta – e la presenza scenica di cui è dotata la band sembra che riesca a trasportarla anche in studio. Il testo del brano è ispirato all’omonimo film di Luc Besson.
27/30

Cuore Nero – “Blind”
Con Frenetik&Orang3 a produrre il brano, è davvero difficile sbagliarsi: la base è un campionamento di “Ashes” di Stellar, artista che sta spopolando già da mesi sul noto social TikTok. Il pezzo è ritmato e divertente, il ritornello è molto catchy, ma sicuramente niente di originale.
24/30

Casadilego – “Vittoria”
Davvero difficile sbagliarsi con la penna di Mara Sattei e la produzione di Slait e Strage. La vocalità dolce e delicata della giovanissima cantante, accompagnata per lo più da un pianoforte, contrasta con il testo di un brano che racconta di rabbia e frustrazione. Bello, ma non esplode.
26/30

MYDRAMA – ”Cornici Bianche”
Anche questo brano vede la collaborazione di Mara Sattei per il testo e Young Miles per la produzione. L’inedito, particolarmente ritmato e ricco di contaminazioni, racconta di una dipendenza affettiva del passato della cantante. Interessante ed efficace la scelta di utilizzare una sezione d’archi per il bridge.
25/30

Vergo – ”Bomba”
Il reggaeton è arrivato ad X Factor, ma non al suo meglio. Eccessivo l’uso dell’auto tune. L’unica nota a suo favore, è che se fosse uscito in estate sarebbe alla vetta di tutte le classifiche.
18/30

Little Pieces of Marmelade – ”One Cup of Happiness” 
Un duo rock che fa per un’intera band, la “grande scommessa” del giudice Manuel Agnelli. Il loro è un brano esplosivo, che strizza l’occhio al garage rock di una volta, con qualche sfumatura punk e pop che compare nel ritornello. Sicuramente è strano vedere un inedito simile ad un talent come X Factor, che normalmente predilige generi più vicini al gusto del pubblico giovane.
25/30

Blue Phelix – “South Dakota”
Se questo brano fosse uscito negli USA, probabilmente sarebbe già diventato una hit: testo semplice ma importante, sonorità che ricordano quelle di cantanti già affermati come Troye Sivan e Labrinth. Ahimè in Italia avrà vita breve.
26/30

Manitoba – ”La domenica”
Molti considerano l’indie italiano un insieme di canzoni tutte uguali, e quando si ascolta un brano simile, viene un po’ da dare loro ragione. Questo in particolare, rappresenta il ritorno dei The Giornalisti con qualche nota anni ’80, e stufa già dopo la prima strofa. Non possono ovviamente mancare i riferimenti a Maradona.
22/30

NAIP – ”Attenti al loop”
Dopo averla ascoltata due volte, stiamo ancora cercando di metabolizzare. Quello che possiamo dire, è che probabilmente un featuring fra Elio e Le Storie Tese e Skrillex suonerebbe così: strano, sconnesso, apparentemente privo di senso e con un sound elettronico. Sembra assurdo, ma funziona.
24/30

cmqmartina – ”Serpente”
Pezzo estremamente radiofonico, decisamente pop. Una virata strana – ma nemmeno troppo – per una cantante che si è sempre mostrata affine alla musica elettronica. Anche qui la produzione è firmata da Strage, mentre il testo è di cmqmartina.
23/30

Eda Marì – “Male”
L’inedito nasce da un quesito: “Fanno più male le cose o le persone?”, e racconta della violenza che spesso e volentieri colpisce le relazioni. Il brano, che si avvicina al mondo dell’urban e dell’hip hop, sembra avere buone potenzialità, ma non spicca.
23/30

Santi – ”Bonsai”
Chissà se riceverà un’accusa per plagio da mezza scena It pop. Noi diciamo di sì.
21/30