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Motta alle OGR: il racconto del live

Lo scorso 19 aprile Motta ha radunato alle OGR un pubblico che non si è lasciato fermare dai festeggiamenti di Pasquetta del giorno precedente, ma che, al contrario, era prontissimo a scatenarsi ad un concerto.

Il cantautore toscano sta girando l’Italia in tour, fresco della pubblicazione del nuovo singolo “Caro fottutissimo amico” – canzone nata dalla collaborazione con gli Zen Circus -. Il fatto che il suo ultimo album Semplice sia uscito circa un anno fa permette a Motta di sperimentare e spaziare tra la sua discografia, portando al pubblico brani che non suonava live da tempo.

All’apertura dei cancelli i fan di Motta si sono diretti di corsa verso la transenna per ottenere un posto tra le prime file. Una volta giunti sottopalco gli spettatori aspettano con trepidazione l’inizio del live. Le luci si tingono di rosso, il cantautore sale sul palco e l’atmosfera inizia a scaldarsi.

Motta e Francesco Chimenti (bassista) [© Martina Caratozzolo]

Motta stupisce aprendo il live con “Prenditi quello che vuoi”, uno dei brani meno noti dell’album di debutto La Fine Dei Vent’anni (2016). Il polistrumentista si mostra di poche parole tra un pezzo e l’altro, ma avvisa i presenti che il concerto durerà a lungo: «Le facciamo tutte, sarà un sequestro di persona», afferma tra le risate generali. I fan gioiscono per le numerose canzoni che si susseguono e apprezzano il sound alternative rock, a tratti elettronico, dei musicisti che lo accompagnano.

Motta [ © Martina Caratozzolo]

Motta è un animale da palcoscenico: salta da una parte all’altra, scuote la chioma riccia mentre percuote i tamburi con le bacchette, incita il pubblico a cantare ancora più forte, si inginocchia per lasciarsi andare durante le parti strumentali dei brani. Ogni centimetro di palco viene calpestato dal cantautore, che, quando non si scatena, imbraccia la chitarra e suona in acustico, creando un’atmosfera raccolta, impreziosita dai testi introspettivi delle sue canzoni. Due dei momenti più memorabili del live sono quando invita i fan a sedersi per terra per ascoltare con ancora più trasporto il brano “La Fine Dei Vent’anni” e quando sorprende con “Fango”, un brano dei Criminal Jokers, la sua band precedente all’esperienza solista, che solo i fan più affezionati ricordano.

Il pubblico alle OGR durante il live di Motta [© Martina Caratozzolo]

A concerto finito, un emozionato Motta ringrazia e promette al pubblico torinese di tornare presto, lasciando intendere ai più attenti che potrebbe annunciare a breve un tour estivo. Il cantautore lascia il palco tra gli applausi degli spettatori, che escono dal locale con il passo lento di chi vorrebbe che il live ricominciasse da capo per rivivere ogni emozione.

A cura di Martina Caratozzolo

TOP 15 GENNAIO 2021

I quindici singoli migliori di Gennaio, secondo Musidams.

Lo vas a olvidar – Billie Eilish & Rosalia 
Eterea, leggera e importante allo stesso tempo. Una collaborazione perfetta.
Voto:28/30

Mantieni il bacio – Michele Bravi 
I primi accordi sono quelli di “Heal” di Tom Odell, per poi distaccarsene completamente. In questo periodo serve a tutti un po’ di amore. 
Voto: 27/30

Drivers license – Olivia Rodrigo
Taylor Swift si è reincarnata in una 17enne del 2021. Perfetta da urlare mentre guidi e fuori piove.
Voto: 26/30

Vibez- ZAYN
Gigi Hadid e ZAYN hanno una figlia e lui decide di scrivere una canzone per spiegare come è successo. Okay?
Voto: 25/30

Chemtrails over the country club – Lana del Rey  
Allegra e gioiosa come sempre, Lana non si smentisce mai. Ci piace.
Voto: 25/30

a cura di Ramona Bustiuc

Don’t Judge Me – FKA twigs ft. Headie One, Fred Again.
Il cantato etereo di FKA twigs si fonde perfettamente al rap di Headie One in un brano a tratti da pelle d’oca.
28/30

All My Favorite Songs – Weezer
Canzone semplicissima ma dall’arrangiamento mai banale, soprattutto incredibilmente orecchiabile.
27/30

Alphabet – shame
Post punk arrabbiato e dissonante, old school ma non scontato.
26/30

Gravity – Brent Faiyaz ft. Tyler, The Creator
R&B malinconico con tanto di featuring di Tyler, cosa si può volere di più? 25/30

My Immolation – Portrayal of Guilt
Un’ulteriore conferma di come hardcore e black metal possano convivere dando vita a qualcosa di originale. 
25/30

a cura di Maurizio Minazzi

The Passing of Time – Liquid Tension Experiment
Un sano bagno d’umiltà per tutti quegli shredder da cameretta che avevano dato per bolliti i LTE. In sette minuti troverete peripezie strumentali, macchie di colori alla Jakson Pollock e i bicipiti di John Petrucci sempre più abnormi per dimensioni.  
28/30

Looking For The Light – Translatantic
Portnoy, Stolt, Morse,Trewavas: una lezione su come ancora oggi si possa suonare arioso progressive rock anni settanta senza risultare datati, rimanendo sempre in bilico tra melodie irresistibili e virtuosismo strumentale di alto profilo. 
28/30 

Illusion – Soen
Torna a farsi sentire il progetto progressive dell’ex batterista degli Opeth Martin Lopez. Di metal c’è ben poco, tuttavia il pezzo convince per il suo taglio emozionale che non risparmia echi anni settanta e fa assolutamente ben sperare nell’ottica del full-lenght.  
27/30

Rivers – Epica
Ennesimo centro per la band olandese: tra archi, pianoforte e il cantato da usignolo della sempre fenomenale Simone Simons d’altronde non poteva andare diversamente.
27/30

Sonata Cosmica – Agent Steel
Fa male sentire come sia caduto in basso John Cyriis, e con lui i quattro musicisti assoldati per riesumare il logo del gruppo autore del seminale Skeptics Apocalypse. A ferire maggiormente non è tanto la banalità del pezzo assemblato su non appena due riff ripetuti stancamente, ma soprattutto l’abuso dell’autotune da parte di un cantante che ha fatto dei falsetti lancinanti la propria cifra stilistica. Bocciati su tutta la linea.
10/30

a cura di Stefano Paparesta


Plastic hearts, la svolta pop rock di miley cyrus

Se c’è qualcuno che nel corso della sua carriera ha sempre saputo reinventarsi, questa è Miley Cyrus, probabilmente uno dei nomi più sottovalutati nel pop mainstream di questa nuova decade. 

Venerdì 27 novembre 2020 è uscito infatti Plastic Hearts, un album che richiama le sonorità degli anni ’70 e ’80 e riprende la linea già accennata nel suo album di debutto, Breakout.

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