Archivi categoria: Classica

Rota: Chamber Works (Bidoli, Canino, Mercelli, Sanzin)

Pubblicato da Decca Italy, il lavoro discografico 2020, che il violinista Alessio Bidoli interpreta insieme al pianista Bruno Canino, al flautista Massimo Mercelli e all’arpista Nicoletta Sanzin, seleziona alcune delle pagine cameristiche più espressive di Nino Rota –nome d’arte di Giovanni Rota Rinaldi (Milano 1911, Roma 1979).

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Perfezione ed estasi nella moderna Quinta diretta da Currentzis

In occasione dei 250 anni dalla nascita di Ludwig van Beethoven, il greco Teodor Currentzis dirige la Quinta sinfonia alla tesa di MusicAeterna – l’orchestra russa che lui stesso ha fondato nel 2004. La registrazione, incisa in coppia con la Sinfonia n.7 in la maggiore op.92 –che verrà rilasciata separatamente in autunno 2020- è stata distribuita da Sony Classical e resa possibile grazie al supporto di VTB Bank.

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#PLAYITSAM : “Les Cousins” di Claude Chabrol

Inauguriamo la nuova rubrica Play it Sam con un film di un regista che nel rapporto tra musica e immagine ha raggiunto alcune delle più alte espressioni nella storia del cinema: il regista è Claude Chabrol, il film Les Cousins, datato 1959, nel pieno sbocciare della Nouvelle Vague.

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Il Furibondo, nuova interpretazione dei Trii per archi di Reger

«La registrazione si distingue per una sonorità fresca, per la chiarezza delle linee e per l’ampiezza melodica e calorosa. I Trii di Reger brillano di colori nuovi, italiani»: così si è espresso Stephan König, direttore scientifico del progetto discografico per conto del Max Reger Institut di Karlsruhe.

 È nuovo infatti il lavoro del Trio d’archi Il Furibondo -dal 2001 composto rispettivamente da Liana Mosca (violino), Gianni De Rosa (viola) e da Marcello Scandelli (violoncello)-per la collana bavarese Solo Musica, e distribuito da Sony Music Entertainment. Si caratterizza per quella cantabilità, peculiare da sempre, degli interpreti italiani che si sono dedicati ai grandi autori esteri. Il gruppo, che collabora regolarmente con rinomati ensemble quali Il Giardino Armonico e Les Concert des Nations, affronta un repertorio ampio, spaziando dal Barocco (con strumenti d’epoca) al Novecento storico. L’incisione del disco è avvenuta nell’estate 2017 con il supporto tecnico di Andrea Dandolo, nella Chiesa romanica di San Bartolomeo di Nomaglio (To), nel Canavese.

Per il panorama musicale, il disco rappresenta una grandissima novità, dal momento che il compositore tedesco è poco conosciuto ed eseguito. Di qui, anche l’originalità e il valore della scelta musicale, irta di non poche difficoltà tecniche.

Max Reger (Brand 1873-Lipsia 1916), figura singolare del suo tempo, è stato pianista, direttore d’orchestra e organista di enorme rilievo, al punto da essere associato al repertorio specifico di Johann Sebastian Bach. «Bach per me è l’inizio e la fine di tutta la musica; ogni vero progresso poggia e si basa su di lui […] Essere un bachiano vuol dire essere autenticamente germanico e inflessibile». Queste le parole del compositore, a manifesto di un credo estetico molto solido; e ancora «Se Bach non fosse nato, io non esisterei, non sarei qui neanche fisicamente». Epigono ed erede per certi versi, all’avanguardia per altri, Reger riprende alcune forme musicali del Barocco, quali la Fantasia su Corale e la Fuga, ora dilatando i modelli, ora recuperando la severità del contrappunto. Eclettico di formazione, coltiva numerosi generi, alterna componenti tardoromantiche e un solido classicismo, influenzato inoltre da Wagner, Mahler, Bruckner, Brahms, ed elevando la tradizione tedesca sino ai confini della tonalità.

Al di là della sua eccellenza in campo organistico, non meno importante fu la produzione cameristica, cui appartengono i Trii per archi Op.77b e Op.141b, rispettivamente del 1904 e del 1915. La genesi della prima composizione è interessante perché rappresenta una svolta radicale nello stile regeriano: il compositore, che in quel periodo è a Monaco di Baviera e gode della fama di progressista, sceglie di fare un passo indietro, mettere in discussione quanto composto in precedenza. Sostenendo che la Germania musicale del primo Novecento fosse in sofferenza e rintracciando la causa di quella crisi nel tecnicismo compositivo -da lui ritenuto troppo opprimente, asfissiante- si era accorto che «ciò che mancava era un Mozart», musicalmente il ripristino di quella fluidità compositiva, quell’olimpica leggerezza che l’austriaco incarnava. Certamente poco capito ma molto stimato: Schönberg lo definì «un vero genio», mentre Hindemith «l’ultimo gigante della musica».

Con l’Op.77b affiora il desiderio di essere veramente compreso, insieme al ritorno a quel “libero stile” tanto auspicato. A livello compositivo, la novità risiede nella separazione tematica, per nette cesure, che consente all’ascoltatore di riconoscere e fissare i temi. L’interpretazione del Furibondo, frutto di un lavoro di riflessione matura e consapevole sulle fonti autografe del compositore che l’Istituto Max Reger di Karlsruhe ha reso disponibili, è avvenuta secondo un approccio di tipo filologico. L’approccio e l’analisi della musica hanno permesso di individuare e seguire nelle opere 77b e 141b, composte a distanza di undici anni l’una dall’altra, l’evoluzione di uno stile fortemente riconoscibile. Reger definì la 141b «opera da camera in miniatura» probabilmente riferendosi al proprio taccuino, dove appuntava la scrittura. Da notare l’uso del colore nero per le note e del rosso per la dinamica e l’agogica. Come se la sua ispirazione fosse scissa in due fasi: prima la composizione tout court; in seguito l’interpretazione, dettata dal suo più intimo sentire. L’esecuzione del Furibondo è energica, vitale, vigorosa. Un affresco di grande nitidezza, coglie sensibilmente l’uomo e l’artista Max Reger. Scandita sin dalle prime note, la musica dell’op.77b è mossa da un’agitazione; come dall’ansia di quella ricerca che è il motivo dell’opera stessa e che prosegue sino allo scioglimento nel finale, dove infine la tensione si placa. Il suono terso degli archi riempie i quattro movimenti (Sostenuto-Allegro agitato, Larghetto, Scherzo: Vivace, Allegro con moto) e restituisce –pure nelle due principali linee melodiche, ora inquiete ora pacate, che si sviluppano a passi alterni- generalmente una visione dalle tinte tenui, dolcemente malinconica, rispetto alle più fosche e brunite tinte dell’op.141b (articolata nei tre movimenti Allegro, Andante sostenuto con variazioni, Vivace). L’inizio di quest’ultima è difatti un lungo, sinistro, cupo scenario di note che si inseguono, scendono al grave e incedono, a momenti, come sospinte; il timbro è più marcato. Chiudono l’incalzante Vivace tre colpi che sembrano segnalare la fine di un’epoca, quella tardoromantica. «Molti hanno ritenuto che fosse un’aurora, invece si trattava solo di un bel tramonto»: così aveva pensato il francese Claude Debussy di Wagner, ispirato dall’immagine crepuscolare proposta da Hugo. Ma la citazione potrebbe essere valida per descrivere le transizioni di un’intera epoca, coinvolgendo lo stesso Max Reger.                                                                                                                                                      

Tra le prossime uscite in programma del gruppo, si annoverano musiche di Haydn, Wagenseil e Gluck con l’arpista Margareth Köll e il flautista Marcello Gatti (Accent), e i quartetti di Federigo Fiorillo con il flautista di Lello Narcisi (Da Vinci).

Doppio compleanno al Conservatorio

Il direttore Mario Lamberto. In copertina, il clarinettista Nino Carriglio.

Tra le tante date importanti disseminate nel mondo della musica classica ce n’è una che ogni appassionato conosce: il 27 gennaio, compleanno di Wolfgang Amadeus Mozart. Forse però non tutti sanno che, presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino, dal 2017 è in corso un interessante progetto per festeggiare questa ricorrenza: è organizzato dal clarinettista Nino Carriglio, che compie gli anni esattamente lo stesso giorno dell’illustre compositore. Il 2 febbraio questa festa è stata celebrata da un concerto ricchissimo, con la partecipazione della pianista Patrizia Fossat e dello stesso Carriglio al clarinetto; Mario Lamberto ha diretto per l’occasione l’Orchestra Tonino Pardo, fondata dal curatore del progetto nel 2018 in onore del defunto Antonino Pappalardo (in arte, appunto, Tonino Pardo). La data 2021, inoltre, è già stata annunciata: sarà domenica 31 gennaio.

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Final Time: L’Orchestra di Padova e del Veneto al Conservatorio

Il direttore Luigi Piovano.

Il 28 gennaio si è tenuto il quinto concerto della stagione 2019-20 dell’OFT, che per l’occasione ha ceduto il palco del Conservatorio “G. Verdi” di Torino all’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta da Luigi Piovano e accompagnata all’arpa da Emanuela Battigelli. La serata, costruita interamente sul tema della conclusione, interpretata come morte, come assenza e ricordo o come ultima occasione compositiva, è stata contrassegnata da un titolo decisamente evocativo: Final Time.

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Schubertiade al maschile per l’Unione Musicale

Continua la lunga traversata intrapresa dall’Unione Musicale nell’esecuzione integrale dei Lieder Schubertiani. Sabato 8 febbraio al teatro Vittoria di Torino il secondo appuntamento dell’anno: protagonista l’animo maschile, speculare al primo concerto tutto al femminile.

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Leonidas Kavakos con l’Orchestra Rai

Uno degli appuntamenti più attesi della stagione sinfonica 2019-2020 Osn RAI, di giovedì 6 e venerdì 7 febbraio, vedeva protagonista il famoso violinista Leonida Kavakos. Il musicista di origine greca, con una brillante carriera internazionale, porta al pubblico torinese tutta la sua musica vestendo contemporaneamente i panni di solista e direttore d’orchestra.

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“Violanta” di Korngold al Teatro Regio

Prima nazionale per la regia di Pier Luigi Pizzi

Martedì 21 gennaio si è svolta al Teatro Regio la prima di Violanta, atto unico dell’austriaco Erich Wolfgang Korngold. Dopo il debutto all’Hoftheater di Monaco di Baviera nel 1916, fu la seconda opera del compositore appena diciassettenne su libretto del drammaturgo Hans Müller. Dopo aver riscosso grande successo di pubblico e di critica e aver vantato una lunga storia di rappresentazioni sia in America che nel resto dell’Europa, il titolo arriva al Teatro Regio di Torino in prima nazionale.

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matrimonio segreto al Teatro Regio

Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa in scena al Teatro Regio di Torino lo scorso 15 gennaio.

Il titolo dell’opera – che pure sostituisce Il flauto magico di Mozart- soddisfa le aspettative del pubblico, che riempie la platea e assiste divertito e coinvolto dalla comicità dai toni buffi ed equivocanti su cui lo spettacolo si fonda.    

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