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Presentata la 18ª edizione di MiTo Settembre Musica

«È difficile scrivere musica in un momento in cui ci sono tante incertezze e paure; la musica non può cambiare il mondo ma la funzione di un operatore culturale, come un festival, è di far riflettere, mettere in comunicazione e suggerire connessioni»

Con queste parole Giorgio Battistelli – nuovo direttore artistico del biennio 2024-2025 – apre la conferenza stampa del festival MiTo Settembre Musica, tenutasi il 27 marzo presso il museo Rai della radio e della televisione. Un festival che dal 6 al 22 settembre connette le città di Milano e Torino: storie urbane diverse che cercano dialogo e mescolano le loro identità. Uno dei temi è proprio quello dei “MOTI”: gioco di parole per trasformare MiTo in elemento provocatorio che muove le menti, le scuote e le porta alla riflessione. MiTo crea relazioni tra città e connette musica e vita quotidiana.

Il 6 settembre si inaugura a Torino la diciottesima edizione in Piazza San Carlo con la Nona Sinfonia di Beethoven eseguita da orchestra e coro del Teatro Regio. La rassegna continua poi con altri trentaquattro appuntamenti che mescolano musica contemporanea e musica classica in un programma ricco e differenziato tra le due città – come nelle prime edizioni – per creare un palcoscenico condiviso e permettere uno scambio di idee e creare relazioni. Cinque sono i filoni tematici su cui si sviluppa il cartellone. Quest’anno grande punto fermo della programmazione sono le orchestre, non poteva dunque mancare il format “Mitologie Orchestrali” che porta sui palchi alcune grandi formazioni come la Filarmonica della Scala, l’orchestra dell’Opéra de Lyon e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Nella sezione “Artistiche Imprese” Stefano Massini racconterà con due monologhi la storia di due aziende storiche di Milano e Torino.
Il rapporto con la contemporaneità, dice Battistelli, è spesso problematico ma con “Ascoltare con gli occhi” si vuole dimostrare che è possibile far convivere queste apparenti dissonanze attraverso una proposta di ascolto che transita verso l’aspetto visuale e immaginifico.
Entrambe le città hanno una grande storia calcistica; pertanto sembrava doveroso, a 75 anni dalla tragedia di Superga, omaggiare questo tipo di cultura con “Musica su due piedi”.  Un altro anniversario caratterizza il 2024, il centenario dalla morte di Puccini, e “Puccini, la musica, il mondo” vuole proprio rendere omaggio a questo grande operista con tredici incontri: anche Toni Servillo interverrà con una narrazione degli aspetti più intimi di Giacomo Puccini.

Sarà un festival intenso e vario, che guarda al presente, al passato e al futuro creando legami ma anche scuotendo gli animi.

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A cura di Ottavia Salvadori

Song Context – Transmedia perspectives on Eurovision: SECONDA PARTE

Continua il ciclo di incontri “Song Contest / Song Context Transmedia perspectives on Eurovision” del cartellone di UniversoxEurovision.

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Le musiche di Beethoven e Dvorák incantano all’Auditorium RAI

Giovedì 21 aprile 2022 presso l’Auditorium Rai “A. Toscanini” di Torino, si è tenuto il decimo appuntamento della stagione concertistica in corso. Protagonista l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. A guidarla Fabio Luisi, oggi direttore della Dallas Symphony Orchestra, della DR Symfoni Orkestet danese e, a breve, della NHK Orchestra di Tokyo, nonché direttore emerito dell’OSN stessa. Al pianoforte, come solista, sedeva Federico Colli, giovane e talentuoso pianista del panorama nostrano ed internazionale.

Il celebre programma della serata ha alimentato ulteriormente il carico di aspettative: nella prima parte, il Concerto n. 4 per pianoforte ed orchestra di Beethoven, e, a seguire, la Sinfonia n.9 “Dal Nuovo Mondo” di Dvořák.

Foto dalla pagina ufficiale Facebook dell’OSN

Il primo tempo del capolavoro beethoveniano si apre – contrariamente alle consuetudini dell’epoca che prevedevano l’introduzione orchestrale – con un intervento del solista. Colli si è distinto per un approccio assai originale e brillante che ha piacevolmente sorpreso gli spettatori.

Si è concesso, poi, un bis fuori dagli schemi: Alla turca di Mozart, rivisitato nella versione saloon di Fazil Say, ha coinvolto anche gli spettatori più tradizionalisti. Colli, prendendo parola, confessa al pubblico che una qualsiasi performance immediatamente successiva alla straordinaria bellezza del Quarto appena sentito non avrebbe potuto reggere il confronto; si rendeva necessario qualcosa di tanto originale quanto spavaldo da non lasciare indifferenti.

Conclude infine la sua performance con un classico di Scarlatti, vero e proprio cavallo di battaglia del suo repertorio.

Foto dalla pagina ufficiale Facebook dell’OSN (credits: PiùLuce/OSN)

Dopo una breve pausa, il concerto si riapre con Dvořák che subito rinvigorisce l’attenzione degli uditori. Trattasi di un vero must del repertorio tradizionale sinfonico, una hit diremmo oggi.
L’incedere dirompente e glorioso di corni e tromboni sembra catapultarci in un kolossal del premiato sodalizio Spielberg/Williams. Il pathos emotivo cresce nel corso dei quattro movimenti, per poi culminare in un finale energico che manda in visibilio l’intera sala.

Terminato il concerto, il pubblico si è dimostrato entusiasta, gli applausi hanno riempito i palchi e tutta la platea. Ancora una volta, la musica classica sopravvive allo scorrere delle generazioni e si dimostra più vivida che mai.

Foto dalla pagina ufficiale Facebook dell’OSN

A cura di Ivan Galli

Sanremo 2022 – Le pagelle della seconda serata

Fra sketch comici che non fanno ridere, monologhi infiniti, ritardi e cambiamenti in scaletta, anche la seconda serata di questo Sanremo 2022 è andata – per fortuna, aggiungerei -.

Sangiovanni – “Farfalle”
Sangiovanni, ovvero un confetto rosa che spunta direttamente dall’era house degli anni ‘80 per aggiungere un po’ di auto tune a questo festival – giusto perché non bastava -. Se “Malibu” non vi è bastata, preparatevi a sentirlo in radio anche quest’estate.
Voto: 24/30

Giovanni Truppi – “Tuo padre, mia madre, Lucia”
Giovanni Truppi si presenta con un look degno delle migliori spiagge di Sanremo e canta anche come se fosse ad uno dei migliori falò delle spiagge di Sanremo. Testo bellissimo, performance dimenticabile.
Voto: Camp Rock/30

Le vibrazioni – “Tantissimo”
Caro Sarcina, è proprio vero, fa male tantissimo questa canzone, perchè non c’è proprio verso che azzecchi una nota. Forse è tempo di prendere in considerazione la pensione e di lasciare il palco a chi stona un po’ meno.
Voto: anche basta/30

Emma – “Ogni volta è così”
Un ritorno sul palco dell’Ariston un po’ sottotono per Emma: è ormai chiaro che questo Sanremo se lo stiano contendendo Dardust e Mahmood, dato il loro coinvolgimento in quasi tutti i brani in gara. E si vede.
Voto: 23/30

Matteo Romano – “Virale”
Un Matteo Romano emozionantissimo alla sua prima apparizione davvero importante, che sorprende piacevolmente. C’è un buon margine di miglioramento.
Voto: 23/30

Iva Zanicchi – “Voglio Amarti”
Iva Zanicchi torna a Sanremo cercando di rimpiazzare la sensuale performance di Orietta Berti dello scorso anno, ma con scarsi risultati. +1 CFU per l’esibizione senza autotune.
Voto: 20/30

Ditonellapiaga e Rettore – “Chimica”
Un’accoppiata interessante su un pezzo ancora più interessante, che fa ballare dall’inizio alla fine, con un ritornello che sembra non uscirti più dalla testa. Divertente e leggero.
Voto: 27/30

Elisa – “O forse sei tu”
Elisa ritorna a Sanremo dopo 21 anni e lo fa col botto, garantendosi il podio di questa edizione grazie a una canzone lieve, sublime, perfettamente in linea con lo stile del Festival. Approvatissima.
Voto: 28/30

Fabrizio Moro – “Sei tu”
Sì, sei tu, proprio tu, Fabrizio Moro, che hai deciso di plagiare “Che sia benedetta” di Fiorella Mannoia. E non posso perdonartelo.
Voto: premio originalità/30

Tananai – “Sesso occasionale”
Tananai decide di debuttare sul palco di Sanremo con un tributo alle sigle dei cartoni animati di Cristina d’Avena, ma meno intonato. Il “Sesso e ibuprofene” urlato di Aiello di Sanremo 71 però non si batte.
Voto: premio nostalgia/30

Irama – “Ovunque sarai”
Irama decide di omaggiare tutti i nonni d’Italia indossando un centrino, poi cerca di vincere facile con una canzone in perfetto stile Disney. Ottime doti vocali sprecate su un brano mediocre.
Voto: 22/30

Aka7even – “Perfetta così”
Aka7even tira fuori il completo più anonimo dal suo armadio per regalarci una hit estiva da boyband del 2010 – chi vuole intendere intenda -. Carina, ma dimenticabile.
Voto: 22/30

Highsnob e Hu – “Abbi cura di te”
I Coma Cose incontrano Brunori Sas per tirare fuori qualcosa di interessante verso il finire della serata. Bonus per Hu che reclama i fiori anche per il suo collega.
Voto: 25/30

A cura di Ramona Bustiuc

La Traviata di Gatti-Martone all’Opera di Roma

Quando Daniele Gatti e Mario Martone avevano messo in scena a dicembre Il barbiere di Siviglia per l’inaugurazione della stagione 2020-2021 dell’Opera di Roma, molti erano rimasti senza fiato davanti a uno spettacolo che non solo era magnifico di per sé, ma aveva anche più di altri una forza e una necessità tali da costringerci a ripensare il modo di fare teatro e di esserne spettatori. Perciò, a seguito anche della sorprendente unanimità di elogi piovuti dalla critica (da ultimo il Premio speciale «Franco Abbiati»), dal bis della golden couple Gatti-Martone – una novissima Traviata – era lecito aspettarsi gran belle cose.

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OSN Rai: Concerto d’inaugurazione

A presiedere la serata dal podio dell’arturico nonché toscaniniano Auditorium la sera dell’inaugurazione della nuova stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, il direttore principale James Conlon, lanciatosi prima nell’ouverture Egmont di Ludwig van Beethoven, poi nel Concerto in re minore per violino, pianoforte e orchestra di Felix Mendelssohn e infine nella Sinfonia n. 5 di Dmitri Šostakovič.

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Mendelssohn e Bruckner diretti da Marc Albrecht

Sono due compositori ‘proverbialmente opposti’: un diffuso luogo comune vuole infatti che Mendelssohn sia quello leggero e Bruckner quello pesante. Quest’ultimo pregiudizio è addirittura tanto radicato da ridurre il pubblico dell’Auditorium Arturo Toscanini a un terzo della sua capienza, la sera dell’8 maggio in cui Marc Albrecht ha diretto l’OSN Rai nel Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Felix Mendelssohn-Bartholdy (al pianoforte Martin Helmchen) e la Sinfonia n. 7 di Anton Bruckner. Eppure, l’impressione al termine del concerto era che i due attributi fossero al contrario: un Mendelssohn pesante e un Bruckner leggero.

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Kirill Petrenko a Torino con Beethoven e Strauss

Qualche parola per registrare l’enorme successo di Kirill Petrenko a Torino, che ha diretto l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai nella Terza sinfonia “Eroica” di Ludwig van Beethoven e nel poema sinfonico Ein Heldenleben (Vita d’eroe) di Richard Strauss.

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