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Il regista de L’Esorcista questa volta parla di un celebre amore: Aida torna al Regio

Continua la stagione del Teatro Regio con le anteprime delle opere rivolte ai giovani under 30. Il programma che vuole avvicinare i ragazzi al mondo dell’opera funziona molto bene: biglietti sold out in quattro giorni. Ancora una volta i giovani si vedono avvicinati ad una realtà che sembra a loro distante e inaccessibile ma che viene sfruttata come occasione di crescita.

Torino il 24 febbraio 2023 ospita nuovamente l’Aida di Giuseppe Verdi, questa volta diretta da Michele Gamba, un giovane direttore d’orchestra attivo in ambito sinfonico e con un interesse per la musica contemporanea. Creando brevi interventi tra un cambio di scena e l’altro e rivolgendosi al pubblico con un linguaggio diretto, semplice e comprensibile, Gamba ha aderito pienamente alla proposta del Regio.

Riccardo Fracchia decide di riprendere la regia di William Friedkin, regista Premio Oscar di cui si ricorda il celebre film L’Esorcista, che curò l’allestimento dell’Aida nella stagione 2005-2006: una scelta particolare per un regista dedito alla cinematografia horror e thriller.

Foto dal link https://www.teatroregio.torino.it/area-stampa/comunicato-stampa/aida-anteprima-giovani

Un’introduzione all’opera è stata offerta nel foyer del toro dall’attrice Chiara Buratti sostenuta al pianoforte da Giulio Laguzzi, direttore musicale del palcoscenico del Regio. Con grande dimestichezza e a mo’ di “jukebox”, Laguzzi ha suonato al pianoforte alcuni dei temi principali dell’opera e, con voce soave, ha riprodotto il canto del soprano Aida trasportando gli spettatori nel clima e nella disperazione della protagonista. Il pubblico, tra cui pochi neofiti, attraverso il racconto della vicenda e piccole curiosità su Verdi, ha avuto la possibilità di entrare nella trama di Aida, di conoscerla e ammirare dal suo interno elementi fondamentali per la sua lettura. L’idea che il melodramma sia uno spettacolo polveroso sta forse pian piano sparendo dalle menti dei giovani? Come dice il direttore d’orchestra Gamba «L’opera non è un cumulo di cenere, è qualcosa di rilevante per noi…parla di noi e dell’oggi».

«L’opera lirica è l’unione di quasi tutte le forme d’arte di cui l’uomo è capace, è l’unione della musica, del canto, del recitativo, della poesia, della scenografia, dei trucchi, dei balli…» ha detto Buratti, e Verdi, uomo di teatro, ci dimostra la sua capacità di utilizzare tutti questi elementi per creare uno spettacolo che colpisce per la sua grandezza. Un’opera, dunque, maestosa ma allo stesso tempo intima, in cui le fragilità vengono affrontate con forza. Grandi masse vocali che hanno travolto il pubblico con potenza, si contrapponevano a frasi sottili, in pianissimo e ancora più piano trasportando la mente in un sogno onirico, quello della pace tra i popoli. La dinamica è una caratteristica fondamentale delle composizioni verdiane, ma talvolta è stata trascurata in funzione di altri aspetti della scrittura musicale. Durante i suoi interventi il direttore d’orchestra ha affermato che «…la musica ci evoca qualcosa… l’evocazione di un’atmosfera è più di una semplice pittura di paesaggi…» gli spettatori, infatti, hanno condiviso insieme ai personaggi le vicende e le emozioni. La musica ha rievocato ambienti a noi estranei, mai vissuti. Eppure, tutto sembrava essere così familiare.

Anna Nechaeva (Aida), Gaston Rivero (Radamès) e Silvia Beltrami (Amneris)
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Musiche che risuonavano lontane alla vista ricreavano una spazializzazione e un’ambientazione che riprendeva le maestose architetture visibili sul palco. Statici e imponenti edifici si stagliavano sulla scena, rendendo i personaggi piccoli e quasi impotenti. Nonostante questo, con grande abilità i cantanti sono riusciti ad emergere dalla possente scenografia. In particolare il soprano Anna Nechaeva che con grande capacità e poco preavviso ha sostituito Angela Meade nel ruolo di Aida: con la sua performance, è riuscita a trasmettere abilmente al pubblico le emozioni e il dolore della protagonista.

La scenografia e la regia ci sono parse troppo statiche nonostante i cambi di scena abbiano continuamente variato le dimensioni del palco. Hanno trovato comunque modo di alleggerirsi con momenti coreografici eleganti che, con la raffinatezza e leggerezza del corpo di ballo, hanno donato movimento e dinamicità all’opera. Pochi colori hanno contraddistinto il palcoscenico. Luci calde gialle e rosse si alternavano a luci fredde sulle tonalità del blu per donare una particolare atmosfera ai diversi quadri. In particolare la scena del trionfo ha visto contrapposti il bianco delle tuniche dei sacerdoti e il grigio della pietra ad uno sfondo blu acceso, poco funzionale alla vicenda, e alle luci calde che hanno creato un’ambientazione fedele all’Antico Egitto, ma un clima poco maestoso. Una marcia trionfale, più efficace nella scenografia che nella musica, ha accompagnato l’ingresso vincitore di Radamès nella città di Tebe. Con stendardi e trombe ai lati del quadro, la scena è risultata infatti di grande impatto visivo, con una geometria e simmetria che probabilmente vuole ricordare anche il grande interesse di Verdi per l’architettura non solo musicale ma anche legata allo spazio.

Baobab! e gli Atlante
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Come da programma, la serata si è conclusa con Contrasti, format che vede unire drammi del passato a protagonisti della scena Torinese. Ospiti in questa serata gli Atlante e Baobab! che, con pochi brani, hanno commosso molti dei presenti con canzoni che hanno visto unire voce, chitarra acustica ed elettrica, basso, pianoforte e sintetizzatori.

Ancora una volta il Regio ottiene un grande successo permettendo ai giovani di vivere il teatro e di farlo vivere.

A cura di Ottavia Salvadori e Roberta Durazzi

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La Traviata di Gatti-Martone all’Opera di Roma

Quando Daniele Gatti e Mario Martone avevano messo in scena a dicembre Il barbiere di Siviglia per l’inaugurazione della stagione 2020-2021 dell’Opera di Roma, molti erano rimasti senza fiato davanti a uno spettacolo che non solo era magnifico di per sé, ma aveva anche più di altri una forza e una necessità tali da costringerci a ripensare il modo di fare teatro e di esserne spettatori. Perciò, a seguito anche della sorprendente unanimità di elogi piovuti dalla critica (da ultimo il Premio speciale «Franco Abbiati»), dal bis della golden couple Gatti-Martone – una novissima Traviata – era lecito aspettarsi gran belle cose.

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Currentzis, Traviata di Verdi: Amore e Morte

In collaborazione con Sony Classical, Frammenti è il nuovo progetto di Teodor Currentzis. Abbiamo lasciato il direttore d’orchestra all’interpretazione terrible della Quinta di Beethoven; ora lo vedrà colpire con un altro impegno, che propone scene tratte da opere differenti, e distribuito nel corso dell’anno sui canali digitali. L’obiettivo che si pone il greco, insieme alla sua MusicAeterna, è quello di «ripristinare la bellezza abusata; l’abbondanza dei sapori e colori che sono stati sacrificati all’altare del mainstream e dell’industria della musica». Una dichiarazione provocatoria che denuncia una tradizione mortale; il decostruzionismo con cui si riconosce nell’opposizione alle convenzioni, ai cliché, assurgendo al suo ruolo di sciamano e di inventore.

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I consigli letterari di Maggio

Maggio è stato un mese ricco di novità per il nostro blog: tra le tante (tra cui le recensioni di album, #playitsam e le top 10), sulle nostre pagine social abbiamo anche inaugurato una nuova rubrica letteraria. Tra le nostre storie ogni mercoledì troverete saggi, romanzi, poesie e opere teatrali, ben distribuiti tra autori classici ed emergenti; insomma, libri di ogni genere e lunghezza, con l’unica costante dell’argomento, ovviamente musicale. Ecco i nostri consigli mensili:

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“Nabucco” di Verdi al Teatro Regio

Il Teatro Regio di Torino rimette in scena, a ventitre anni di distanza e in collaborazione con il teatro Massimo di Palermo, il Nabucco di Verdi. Rimodellata nella struttura, questa produzione osserva l’opera da una prospettiva nuova. Di seguito qualche dettaglio.

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Teatro Regio: la stagione 2019/2020

La prossima del Teatro Regio sarà una stagione particolarmente ricca. Ben diciassette titoli (un record) distribuiti tra opere italiane, francesi, tedesche, balletti, musical, opere-non-opere, opere celebri, opere meno celebri, persino una prima assoluta per l’Italia. E in tutto ciò c’è pure qualche nome interessante, tra registi, cantanti e direttori d’orchestra. C’è insomma di che farsi venire l’acquolina.

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Il Riflesso della Traviata – “La Traviata” di Giuseppe Verdi

Il sipario è aperto. L’orchestra, diretta dal Donato Renzetti, intona la famosa ouverture dell’opera, e con lo sviluppo della melodia la scenografia prende forma: agli occhi degli spettatori avviene il graduale innalzamento dello specchio, elemento scenico chiave della messinscena firmata da Henning Brockhaus (regia e luci) e Josef Svoboda (scene). L’allestimento, Premio Abbiati 1993, è anche conosciuto propriamente come “La traviata degli specchi”.

Siamo al secondo appuntamento della stagione 2018-2019 del Teatro Regio con la trilogia popolare di Verdi: La TraviataContinua la lettura di Il Riflesso della Traviata – “La Traviata” di Giuseppe Verdi