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Il regista de L’Esorcista questa volta parla di un celebre amore: Aida torna al Regio

Continua la stagione del Teatro Regio con le anteprime delle opere rivolte ai giovani under 30. Il programma che vuole avvicinare i ragazzi al mondo dell’opera funziona molto bene: biglietti sold out in quattro giorni. Ancora una volta i giovani si vedono avvicinati ad una realtà che sembra a loro distante e inaccessibile ma che viene sfruttata come occasione di crescita.

Torino il 24 febbraio 2023 ospita nuovamente l’Aida di Giuseppe Verdi, questa volta diretta da Michele Gamba, un giovane direttore d’orchestra attivo in ambito sinfonico e con un interesse per la musica contemporanea. Creando brevi interventi tra un cambio di scena e l’altro e rivolgendosi al pubblico con un linguaggio diretto, semplice e comprensibile, Gamba ha aderito pienamente alla proposta del Regio.

Riccardo Fracchia decide di riprendere la regia di William Friedkin, regista Premio Oscar di cui si ricorda il celebre film L’Esorcista, che curò l’allestimento dell’Aida nella stagione 2005-2006: una scelta particolare per un regista dedito alla cinematografia horror e thriller.

Foto dal link https://www.teatroregio.torino.it/area-stampa/comunicato-stampa/aida-anteprima-giovani

Un’introduzione all’opera è stata offerta nel foyer del toro dall’attrice Chiara Buratti sostenuta al pianoforte da Giulio Laguzzi, direttore musicale del palcoscenico del Regio. Con grande dimestichezza e a mo’ di “jukebox”, Laguzzi ha suonato al pianoforte alcuni dei temi principali dell’opera e, con voce soave, ha riprodotto il canto del soprano Aida trasportando gli spettatori nel clima e nella disperazione della protagonista. Il pubblico, tra cui pochi neofiti, attraverso il racconto della vicenda e piccole curiosità su Verdi, ha avuto la possibilità di entrare nella trama di Aida, di conoscerla e ammirare dal suo interno elementi fondamentali per la sua lettura. L’idea che il melodramma sia uno spettacolo polveroso sta forse pian piano sparendo dalle menti dei giovani? Come dice il direttore d’orchestra Gamba «L’opera non è un cumulo di cenere, è qualcosa di rilevante per noi…parla di noi e dell’oggi».

«L’opera lirica è l’unione di quasi tutte le forme d’arte di cui l’uomo è capace, è l’unione della musica, del canto, del recitativo, della poesia, della scenografia, dei trucchi, dei balli…» ha detto Buratti, e Verdi, uomo di teatro, ci dimostra la sua capacità di utilizzare tutti questi elementi per creare uno spettacolo che colpisce per la sua grandezza. Un’opera, dunque, maestosa ma allo stesso tempo intima, in cui le fragilità vengono affrontate con forza. Grandi masse vocali che hanno travolto il pubblico con potenza, si contrapponevano a frasi sottili, in pianissimo e ancora più piano trasportando la mente in un sogno onirico, quello della pace tra i popoli. La dinamica è una caratteristica fondamentale delle composizioni verdiane, ma talvolta è stata trascurata in funzione di altri aspetti della scrittura musicale. Durante i suoi interventi il direttore d’orchestra ha affermato che «…la musica ci evoca qualcosa… l’evocazione di un’atmosfera è più di una semplice pittura di paesaggi…» gli spettatori, infatti, hanno condiviso insieme ai personaggi le vicende e le emozioni. La musica ha rievocato ambienti a noi estranei, mai vissuti. Eppure, tutto sembrava essere così familiare.

Anna Nechaeva (Aida), Gaston Rivero (Radamès) e Silvia Beltrami (Amneris)
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Musiche che risuonavano lontane alla vista ricreavano una spazializzazione e un’ambientazione che riprendeva le maestose architetture visibili sul palco. Statici e imponenti edifici si stagliavano sulla scena, rendendo i personaggi piccoli e quasi impotenti. Nonostante questo, con grande abilità i cantanti sono riusciti ad emergere dalla possente scenografia. In particolare il soprano Anna Nechaeva che con grande capacità e poco preavviso ha sostituito Angela Meade nel ruolo di Aida: con la sua performance, è riuscita a trasmettere abilmente al pubblico le emozioni e il dolore della protagonista.

La scenografia e la regia ci sono parse troppo statiche nonostante i cambi di scena abbiano continuamente variato le dimensioni del palco. Hanno trovato comunque modo di alleggerirsi con momenti coreografici eleganti che, con la raffinatezza e leggerezza del corpo di ballo, hanno donato movimento e dinamicità all’opera. Pochi colori hanno contraddistinto il palcoscenico. Luci calde gialle e rosse si alternavano a luci fredde sulle tonalità del blu per donare una particolare atmosfera ai diversi quadri. In particolare la scena del trionfo ha visto contrapposti il bianco delle tuniche dei sacerdoti e il grigio della pietra ad uno sfondo blu acceso, poco funzionale alla vicenda, e alle luci calde che hanno creato un’ambientazione fedele all’Antico Egitto, ma un clima poco maestoso. Una marcia trionfale, più efficace nella scenografia che nella musica, ha accompagnato l’ingresso vincitore di Radamès nella città di Tebe. Con stendardi e trombe ai lati del quadro, la scena è risultata infatti di grande impatto visivo, con una geometria e simmetria che probabilmente vuole ricordare anche il grande interesse di Verdi per l’architettura non solo musicale ma anche legata allo spazio.

Baobab! e gli Atlante
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Come da programma, la serata si è conclusa con Contrasti, format che vede unire drammi del passato a protagonisti della scena Torinese. Ospiti in questa serata gli Atlante e Baobab! che, con pochi brani, hanno commosso molti dei presenti con canzoni che hanno visto unire voce, chitarra acustica ed elettrica, basso, pianoforte e sintetizzatori.

Ancora una volta il Regio ottiene un grande successo permettendo ai giovani di vivere il teatro e di farlo vivere.

A cura di Ottavia Salvadori e Roberta Durazzi

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Ozmotic con Elusive Balance: la musica elettronica arriva anche a teatro

Come può la musica dialogare con altre arti? A questa domanda risponde bene il duo Ozmotic, accolto dall’Unione Musicale al teatro Vittoria il 18 febbraio 2023.

Portando in scena Elusive Balance, primo album italiano ad entrare nel catalogo dell’etichetta londinese Touch, esplorano il rapporto tra esseri umani e natura. Sette pezzi in cui musica elettronica, jazz, sperimentazione e visual art si fondono per creare un flusso continuo che trasporta gli spettatori in un lungo viaggio. L’equilibrio elusivo è destinato a rompersi per creare nuovi contrasti e provvisorie stabilità attraverso nuovi orizzonti sonori generati da accostamenti musicali di elementi che sembrano essere quasi incompatibili tra loro: oggetti di uso quotidiano, microfoni, computer, un sassofono soprano, superfici di controllo, strumenti percussivi e uno schermo nel quale sono state proiettate immagini che interagivano con i diversi suoni.

Screenshot dal video: http://www.ozmotic.it/works/elusive-balance/

L’atmosfera in cui il duo Ozmotic ha immerso il pubblico è stata fin dall’inizio stupefacente: un susseguirsi di stabilità e instabilità emotiva che ha generato molta curiosità in tutto il pubblico presente. Nonostante il duo non abbia mai rivolto uno sguardo verso gli spettatori, è riuscito a catturare i loro occhi e a raccontare la sua visione del rapporto tra l’uomo e la natura, creando un viaggio quasi fantascientifico.

Immagini, luci, musica e musicisti si sono amalgamati perfettamente per creare uno spettacolo in cui gli elementi hanno trovato un equilibrio audiovisivo alquanto efficace. La scelta di iniziare e concludere l’esibizione con le luci semi accese in platea ha permesso al pubblico di immergersi completamente in questo viaggio e di prendervi parte. Allo stesso modo il surround sound ha avvolto gli spettatori catapultandoli in un’altra dimensione fino a fargli perdere il contatto con la realtà.

Presenti in sala alcuni degli assidui frequentatori del teatro ma anche, e soprattutto, giovani, probabilmente appassionati di musica elettronica e/o visual art: un pubblico insolito per la sala del teatro Vittoria. Peccato, però, per le numerose sedie vuote. Forse ciò che risulta distante dalla classica idea di “musica” non è ancora campo di interesse di un pubblico più legato alla canonica idea di sala da teatro?

Il duo Ozmotic dimostra come esista la possibilità per la musica di unire mondi che sembrano diversi ma in realtà appartenenti ad uno stesso universo.

A cura di Ottavia Salvadori e Roberta Durazzi

Immagine in evidenza:   https://cloud.unionemusicale.it/index.php/s/3knF33n3zjsox6D

SANREMO 2023 – Le pagelle della terza serata

Fra cantanti dispersi, bambini rapiti da Amadeus perché tifosi del Milan e Gianni Morandi che sale su un piedistallo per provare l’ebbrezza di essere alti come Paola Egonu, anche la terza serata del Festival di Sanremo 2023 è volta al termine. È stata dura tirare avanti fino alle 2, ma eccoci qua puntuali con le nostre pagelle.

Paola & Chiara – Furore

La due sorelle si presentano con un abito di pizzo total black e puntano tutto sulla colata di brillantini in faccia per aprire il varco di luce che ci teletrasporterà ai primi anni 2000; la musica dance e il corpo di ballo arricchiscono la produzione degna di Eurovision. Potrebbe essere difficile raggiungere il Contest, ma per ora sembra essere un’ottima coreografia per TikTok.

Voto: 21/30

Mara Sattei – Duemila Minuti

È chiara l’impronta di thasup e Damiano David, tra gli autori del brano. Ci si aspettava forse  qualcosa di più fresco – tenendo sempre in considerazione la presenza del fratello −, ma rimane una canzone con una sua dignità. Performance sottotono con una Sattei un po’ rauca che non ha dato il meglio di sé (come invece aveva fatto la prima serata).

Voto: 24/30

Rosa Chemical – Made in Italy

Rosa Chemical vuole essere iconico e gli basta poco per riuscirci. Un electro-swing perfetto per un giro sul tagadà e ci siamo guadagnati la dose di trash di cui c’è sempre bisogno.

Voto: 100/30

Gianluca Grignani – Quando ti manca il fiato

Sono solo le 21:08 e Grignani ci regala il 70% dei meme della sera. Ci sono problemi tecnici, lui alza la mano e arrivano i primi flashback di guerra, ma per fortuna non ci sono rose sul palco. Lui si scusa, spiega che non si sente in cuffia e chiede di ricominciare. Questo comporta la perdita di 50 punti al FantaSanremo (e forse anche delle nostre orecchie). Poi una scena surreale al termine del brano: dopo essersi tolto la giacca per mostrare la scritta “NO WAR” sbrilluccicosa sulla camicia (+10 e +5), scappa via lasciando Amadeus con il mazzo di fiori in mano e la stessa espressione del Bugo gate.

Voto: 18/30 (x2)

Levante – Vivo

Continuiamo tutti a chiederci perché Levante abbia deciso di decolorare sia i suoi capelli e che la sua produzione musicale. Rimane il messaggio profondo che sottende al brano e una Levante che ci lascia le sue spiegazioni tramite twitter. Niente da aggiungere.

Voto: 23/30

Tananai – Tango

Tananai è il riscatto di tutti coloro che “è intelligente, ma non si applica”. Per questa sua seconda partecipazione sveste i panni del bad boy e indossa quelli del secchione seduto in prima fila con gli occhiali e la camicia. Ha riversato tutto il dolore della relazione andata male nello studio del canto: infatti è intonatissimo. Ed è impeccabile anche nei look da bravo ragazzo. Sarebbe tutto perfetto se non stessimo parlando di Tananai, lo stesso che lo scorso anno brindava per l’ultimo posto in classifica. Quindi bella la consapevolezza, bello il fatto che si stia riprendendo la sua rivincita ma Tananai, per favore, ritorna in te.

Voto: 24/30

Lazza – Cenere

C’erano delle aspettative, poche, ma nessuno avrebbe mai scommesso su questo brano. Invece la combo produzione di Dardust (che funziona sempre) e la scrittura di Lazza porta i suoi frutti. Il brano rimane in testa dopo il primo ascolto e sembra essere destinato a piacere sempre di più. Quello che non funziona è il completo di velluto rosso zebrato, ma lui è pur sempre un maranzino.

Voto: 27/30

LDA – Se poi domani

Direttamente dalla cerchia dei nipotini di Maria ed erede di Gigi D’Alessio nazionale avrebbe potuto regalarci grandissime soddisfazioni. Eppure, la sua è una canzone destinata a cadere nell’oblio. LDA però sta giocando benissimo la sua partita al FantaSanremo, per questo lo perdoniamo e gli diamo dei punti in più.

Voto: 18/30 politico

Madame – Il bene nel male

Anche in questo caso la produzione di Dardust è dirompente. Il testo in pieno stile Madame, in alcuni punti sembra un disco rotto. Tutto sommato è una canzone che fa ballare e si rivela abbastanza piacevole.

Voto: 23/30

Ultimo – Alba

L’unica alba che aspettiamo è quella del giorno in cui Ultimo avrà la sua svolta Tananai (quello vecchio però). Ultimo propone una canzone da Ultimo: inspiegabilmente si guadagna il secondo posto nella classifica generale. Per il secondo posto di Fedez erano stati accusati i followers della Ferragni. E tu, Ultimo, ci sveli il tuo segreto?

Voto: rimandato al prossimo appello/30

Elodie – Due

Questo brano sembra un po’ sbiadito. È una hit estiva, ma con gli angoli smussati. Però funziona bene, a differenza dell’olio cosparso sul corpo di Elodie. Menzione speciale per Carolina Bubbico che oltre a dirigere l’orchestra, intona i cori di accompagnamento.

Voto: 25/30

Mr. Rain – Supereroi

Classica ballad sanremese. Tutto già visto e sentito, tranne Amadeus che a fine esibizione si carica in spalla uno dei bambini del coro come fosse un sacco di patate. Canzone né troppo interessante, né troppo poco, si riesce a cantare già dopo il secondo ascolto. In gara tra quelle che passeranno di più in radio.

Voto: 23/30

Giorgia – Parole dette male

Questo è un brano che va ascoltato e riascoltato per potersi convincere che, tutto sommato, la strizzata d’occhio alle vibes anni ’90 funziona. Ovviamente meglio concentrarsi sulla versione in studio, perché due volte su due Giorgia sembra avere qualche problemino esecutivo. La seconda volta meglio della prima, ma siamo ancora lontani da un’esecuzione degna della suddetta. Vuoi vedere che Tananai a questo giro supera anche la prima della classe?

Voto: 23/30

Colla zio – Non mi va

Sul fatto che si tratti della quota caciarona dell’edizione non ci sono dubbi. Simil Lo Sato Sociale anni ’90, pur essendo milanesi (quasi non si direbbe) non cantano in corsivo. Tra i più interessanti delle nuove proposte, sono da tenere d’occhio.

Voto: 23/30

A cura di Alessia Sabetta

Marco Mengoni – Due Vite

Marco Mengoni porta un brano costruito a tavolino per mettere in risalto le sue doti vocali senza tuttavia riuscirci al 100%: fa fatica e si vede, ma al pubblico sembra non interessare e lo premia con una standing ovation – la prima del Festival – e con il primo posto nella classifica generale. Bonus per l’outfit nostalgico dei Village People.

Voto: 23/30

Colapesce e Dimartino – Splash

Sono poche le garanzie al Festival, e una di queste è sicuramente il duo Colapesce Dimartino. Un inizio che sembra ricordare un brano di Carmen Consoli per poi sfociare in un sound nostalgico dalle vibes anni ’80. Non diventerà virale come “Musica Leggerissima” ma va bene così, ci piace lo stesso.

Voto: 26/30

Coma_Cose – L’addio

I Coma_Cose puntano sulla loro complicità e sull’interpretazione per cercare di farci dimenticare la loro mediocre performance canora. Molto carini, ma la canzone non convince.

Voto: 22/30

Leo Gasmann – Terzo Cuore

Leo Gasmann che plagia i Pinguini Tattici Nucleari con l’aiuto di Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari. Il risultato non è entusiasmante.
P.S. La canotta della salute non andava di moda l’anno scorso?

Voto: 20/30

Cugini di Campagna – Lettera 22

I Cugini di Campagna sembrano brillare più del nostro futuro con questo brano scritto da La Rappresentante di Lista. Non solo convincono, ma si impegnano anche a fare punti al FantaSanremo.

Voto: 23/30

Olly – Polvere

Sono le 00:40 quando Amadeus decide di graziarci con un brano un pochino più ritmato e allegro, facendoci riprendere dall’abbiocco potente. Inedito senza troppe pretese ma con un ritornello che si fa ricordare. Tutto sommato un buon debutto per Olly.

Voto: 21/30

Anna Oxa – Sali (Canto dell’anima)

Anna, chi ti ha fatto male? Diccelo, ti prego.

Voto: Premio Aiello/30

Articolo 31 – Un bel viaggio

Gli Articolo 31 decidono di tornare alla ribalta con un polpettone nostalgico degli anni ’90. Forse avrebbero potuto essere nostalgici per conto loro, senza partecipare a Sanremo.

Voto: 20/30

Ariete – Mare di guai

Ariete riprende ad indossare il suo classico berretto e con esso sembra recuperare anche l’intonazione. Stavolta il fattore Dardust non riesce a fare la differenza e il brano passa in sordina per la critica, ma viene comunque premiato al televoto.

Voto: 21/30

Sethu – Cause perse

Ogni volta che cerco di ricordarmi questo brano puntualmente non ci riesco. Però Sethu sembra avere potenziale, quindi gli diamo la sufficienza.

Voto: 18 politico/30

Shari – Egoista

Una bella voce sprecata su un brano dimenticabile: strano visto che la produzione porta la firma di Salmo – oltre a quelle di Riccardo Puddu e Luciano Fenudi –. Speriamo di sentirla presto in qualcosa di più interessante.

Voto: 19/30

gIANMARIA – Mostro

gIANMARIA canta e ci crede davvero. Quasi quasi ci crediamo anche noi.

Voto: 21/30

Modà – Lasciami

I Modà hanno un pregio: quello di essere riconoscibili. Talmente riconoscibili che se cambi una canzone con un’altra non si nota assolutamente la differenza. D’altronde è lo stesso per Kekko Silvestre, che da 20 anni è sempre uguale. Ma come si fa?  

Voto: 22/30

Will – Stupido

Will sa che non vincerà Sanremo ma lotta con tutte le sue forze per portarsi a casa almeno il premio del FantaSanremo. Anche per lui un brano che passa piuttosto inosservato.

Voto: 22/30

A cura di Ramona Bustiuc

MUSIDAMS CONSIGLIA: i 10 migliori singoli di gennaio

Ecco la top 10 del mese di gennaio 2023 secondo MusiDams!

Bologna – maniviola

A quasi un anno dalla pubblicazione del suo ultimo singolo, la giovane Irene Badaloni, in arte maniviola, torna con un singolo che si discosta dal caratteristico binomio voce e ukulele. Il ritornello in chiave rock dà un tono fresco ed energico ad una canzone con un testo piuttosto malinconico.

Voto: 25/30

Tutto inutile – Fulminacci

Fulminacci rivisita insieme a okgiorgio la famosissima “Misirlou” – avete presente Pulp Fiction? Ecco, quella – in un pezzo ironico che invita al cambio di prospettiva, anche se a volte ci si lamenta solo per il puro gusto di farlo.

Voto: 26/30

Gimme (feat. Koffee & Jessie Reyez) – Sam Smith

Dopo il successo dirompente di “Unholy”, Sam Smith pubblica una nuova collaborazione che anticipa l’uscita di Gloria, suo quarto album studio. Un brano sensuale e ipnotico arricchito dall’influenza dancehall reggae, sicuramente merito della cantautrice giamaicana Koffee.

Voto: 27/30

Gossip (feat. Tom Morello) – Maneskin

I Maneskin stanno facendo tutto bene, forse troppo bene. Il merito è sicuramente del loro talento, ma anche di una casa discografica che li fa percorrere la strada giusta: la collaborazione con Tom Morello, chitarrista dei Rage Against The Machine è solo una delle tante ciliegine sulla torta. Bravi, non c’è che dire.

Voto: 28/30

Flowers – Miley Cyrus

Miley Cyrus comincia l’anno con i migliori propositi e con un pezzo che ti incita ad eliminare tutte le persone tossiche della tua vita. Miley, io so che puoi comprarti i fiori da sola – potresti comprarti anche l’intero fioraio se solo volessi –, ma permettici almeno di regalarti il nostro cuore.

Voto: 28/30

Menzione speciale: Shakira: Bzrp Music Sessions, Vol.53 – Bizarrap, Shakira

Shakira vince il premio disagio di questo primo mese del 2023, portandoci una canzone talmente assurda che non puoi non amarla.

A cura di Ramona Bustiuc

Screaming Suicide – Metallica

La precedente “Lux Aeterna” scimiottava i Diamond Head e la New Wave of British Heavy Metal, citandola spudoratamente in ogni sua parte. Ora i Four Horsemen chiamano in causa i Motorhead, ma in una versione edulcorata, col freno a mano tirato e ripulita dal sentore di alcool, tabacco, dalla sporcizia e dall’impatto di Lemmy & co. Metal per famiglie, ma nella sua accezione negativa questa volta.

Voto: Forse era meglio Load/30

Okkvlthammer  – Hellcrash

Ci spostiamo in Liguria, per lo sguaiatissimo ritorno degli ultrareazionari speed metaller nostrani. Si sente Satana in questo brano che unisce Motorhead, Venom e Exhumer in un’orgia musicale alcolica travolgente. Bravi!

Voto: da Maneskin a maneschi il passo è breve/30

Taurus – Haken

Forse il singolo meno orecchiabile pubblicato sino ad oggi a nome della band britannica. Ci vuole più di un ascolto per metabolizzare il progressive metal raffinato che fa da spina dorsale al brano, ma come sempre l’eleganza delle linee vocali innalzano ne la qualità, ergendosi come appiglio solido utile a decifrare gradualmente la complessità degli arrangiamenti sofisticati.

Voto: 26/30

The Surgeon – Overkill

Si inizia con un giro di basso arrogante, alzato a cannone nel mix e dall’iconico sound ultra metallico. Poi entra la voce inacidita dagli anni di Bobby Blitz e ci sentiamo subito a casa. Il primo singolo tratto dall’album numero venti di casa Overkill – intitolato Scorched – ci ricorda quanto siano dei maestri indiscussi del thrash e garanzia di qualità, carisma e tanta cazzimma.

Voto: 28/30

The Wrong Time – Obituary

Il riff di chitarra è sempre quello. Il groove di batteria che innesca l’headbanging istantaneo pure. Il latrato da redneck della Florida di John Tardy anche, ma va bene così. Il ritorno degli Obies è inaspettatamente ispiratissimo e ha aperto l’annata nel migliore dei modi, con un singolo ed un album – The Dying of Everything da cui è tratto il brano in esame – tanto essenziale e morbosamente crudo quanto estremamente godibile e sostanzioso.

Voto: 30/30

A cura di Stefano Paparesta

Immagine in evidenza: screenshot dal video https://www.youtube.com/watch?v=XrsbfrFPATs

CAPODANNO: La nostra top 20

Il 2023 è ormai qui, e fra malinconia, ansia ed eccitazione per il nuovo anno – si spera senza un’altra pandemia possibilmente – MusiDams è pronto ad accompagnare il vostro conto alla rovescia.

10:35 – Tiësto feat. Tate McRae

Quando ormai sono passate ore dal countdown e dai trenini l’unica cosa che può ancora tenerti in piedi è una buona dose di musica elettronica: il dj olandese e la cantautrice canadese uniscono le forze per un brano che sicuramente dominerà le radio nell’anno che verrà.

Barbie Girl – Aqua

Un immancabile brano in qualsiasi festa che si rispetti e un must have in vista dell’uscita del film Barbie la prossima estate. Diffidate di chi non canta «I’m a barbie girl, in the barbie world / life in plastic, it’s fantastic» con la mano sul cuore.

Cuff It – Beyoncé

Il secondo singolo estratto dall’album Renaissance è un’esplosione di luci stroboscopiche, stelle e navicelle spaziali: inseritelo nelle vostre playlist di Capodanno e vi assicuriamo che non ci sarà una persona seduta nella sala.

Dancing Machine – Jackson 5

La leggenda narra che il momento più topico sulla pista da ballo sia quando il più intraprendente decide di lanciarsi con il famigerato robot: non c’è canzone migliore per eseguire la famosa street dance se non quella che ha contribuito a popolarizzarla.

Let’s Groove – Earth, Wind & Fire

C’è una serata migliore del 31 dicembre per lasciarsi andare sulle note delle hit del passato? Poco importa se hai sentito questa canzone all’alba degli anni ‘80 o se l’hai scoperta l’altro ieri su TikTok, il groove della leggendaria formazione di Chicago farà sempre il suo sporco lavoro.

A cura di Giulia Barge

DESPECHÁ – Rosalía

Con questo brano Rosalía lancia un messaggio forte e chiaro: non vale la pena essere tristi per persone che non lo meritano, bisogna essere felici e godersi la vita. Decisamente il brano migliore per affrontare il nuovo anno con le vibes giuste.

Firework – Katy Perry

Dal 2010 a questa parte, Katy Perry canta l’inno di chi è timido e insicuro ma vorrebbe soltanto esplodere come i fuochi d’artificio. Capodanno segna sempre la possibilità di un nuovo inizio, e con esso la possibilità di riprendere in mano il proprio destino.

Mon Amour – Gigi d’Alessio

Il neomelodico potrà anche non piacere, ma Gigi d’Alessio rimane comunque il mito delle folle. Dopotutto non c’è nulla di meglio di un «Quando esta noche tramonta el sol, mon amour, mon amour» urlato a squarciagola.

Musica – Fly Project

Non è mai troppo tardi per tornare alle origini della vera musica dance degli anni 2000, non sono mai abbastanza le volte in cui urli “ommalleo simpallao” senza sapere effettivamente cosa la canzone stia dicendo. È tempo di riprendere questa tradizione.

Thoiry Remix – Achille Lauro, Boss Doms feat. Gemitaiz, Quentin40, Puritano

Anche chi non è un grande frequentatore delle discoteche sa che questo pezzo è talmente potente che lo cantano pure i sassi. E per il 2023 Achille Lauro è decisamente quello di cui abbiamo bisogno.

A cura di Ramona Bustiuc

Bad Habit – Steve Lacy

Se per molti Steve Lacy è una delle rivelazioni del 2022, il ventiquattrenne di Compton ha in realtà alle spalle già un EP da solista e numerosi singoli e album con la band The Internet. La sua “Bad Habits”, contenuta in Gemini Rights, è stata tra le canzoni più popolari su TikTok. Il brano parla di tutte le volte che facciamo un passo indietro ed evitiamo di prendere una decisione, direi proprio una brutta abitudine. Che il 2023 sia finalmente l’anno per recuperare tutte le occasioni perse?

Bloody Mary – Lady Gaga

Ritorniamo indietro di qualche anno, precisamente nel 2011. Dopo il successo di “Running Up That Hill” di Kate Bush con Stranger Things, questa volta è toccato alla Mother Monster che ha visto schizzare in Top Ten Spotify la sua “Bloody Mary”. Complice un video divenuto virale che l’accosta all’ormai celebre ballo di Mercoledì Addams, dell’omonima serie firmata Netflix. Un brano per far ballare tutti, anche la nonna.

Kill Bill – SZA

Sicuramente l’inizio del nuovo anno è l’occasione migliore per lasciarsi alle spalle una storia finita male. Ma come reagire alle foto del tuo ex insieme alla sua nuova ragazza durante le festività? Sza, come si evince dal testo della sua nuova canzone, non sembra che l’abbia presa molto bene. Ecco forse è meglio prenderla con filosofia e seguire il consiglio del suo terapista, «Got me a therapist to tell me there’s other men».

KI-KI – Yendry

A maggio, l’artista italo-dominicana è tornata con un nuovo singolo. Il brano parla di indipendenza e dell’importanza di dire di no per prendersi cura di sé. Una celebrazione alla vita per iniziare il nuovo anno con i migliori propositi. Il ritmo latino non vi terrà incollati alla sedia, ne sono certa.

T’Appartengo – Ambra Angiolini

Credo che non ci sia bisogno di presentazioni, in quanto è una delle canzoni italiane più amate, anche dalle nuove generazioni. Dopo 28 anni dalla sua pubblicazione, è bastata l’esibizione di Ambra ad X-Factor per far diventare il brano virale sui social. Un cult intramontabile da cantare a squarciagola mentre si aspetta l’inizio del nuovo anno.

A cura di Erika Musarò

Aria nuova – Fusaro

Anno nuovo, vit… ah no, aria nuova. Non ci sono molte cose da dire su questo brano, va ascoltato in assoluta contemplazione. In un momento propizio come Capodanno speriamo che questa canzone serva a far tornare qualcosa o qualcuno nella nostra vita. E nell’attesa che ci venga a trovare bussando alla porta, come suggerisce Fusaro stesso, ci facciamo travolgere da un pizzico di nostalgia.

È festa – PFM

Potrebbe essere la giustificazione per tutti i momenti scomodi della serata: hai bevuto un bicchiere di troppo e hai inviato molti messaggi imbarazzanti? Non preoccuparti, perché «Come sempre è una festa», e la PFM ha pensato anche a un testo facilissimo da cantare a prova di ubriacatura!

Giornata di merda – Ciliari

Ciliari traduce «Smile, it’s a bad day, not a bad life» con questa canzone che ha un ritmo trascinante, di quelli che ti fanno venire voglia di ballare male e non pensare a niente. Capodanno è preceduto da giornate interminabili di visite dai parenti e delle loro domande scomode, così se anche tu ne hai abbastanza di questa giornata, premi play e scatenati perché «Come è arrivata se ne va». P.S. Buon proposito per l’anno nuovo: ascoltare questa canzone alla fine di ogni brutta giornata (chissà perché, sarà la prima del Wrapped 2023)!

Goo Goo Muck – The Cramps

Lo sappiamo, avete la home di TikTok invasa da questo balletto e vorreste farlo anche voi, ma non ne avete il coraggio. Quest’anno anziché il solito trenino di gruppo tipico di Capodanno fate partire questa canzone e coinvolgete chiunque sia con voi a farvi diventare virali. Chissà, magari farete nascere una nuova tradizione, scardinando il noioso trenino. (Per il balletto è ammessa anche “Bloody Mary” di Lady Gaga).

Valzer dei fiori − Pëtr Il’ič Čajkovskij

Ma poi, chi l’ha detto che Capodanno significhi solo spumante e scintille? Fare le persone un po’ radical chic può essere divertente. Quindi niente festa, solo un bel biglietto per il teatro (magari a Vienna) dove ascoltare questo brano imprescindibile per ogni concerto di Capodanno che si rispetti.

A cura di Alessia Sabetta

NATALE: La nostra top 20

La sessione invernale imperversa, ma Natale è alle porte e questo significa che c’è un altro motivo per procrastinare gli studi. E perché non farlo con le nostre playlist in sottofondo?

Carol of the Bells – Peter Wilhousky

La conosciamo tutti e non può mancare in una playlist di Natale che si rispetti. Un brano natalizio talmente magniloquente e teatrale che se Babbo Natale avesse veramente il lanciafiamme come dicono gli Old 97’s, prenderebbe il posto di “Jingle Bells” o “Santa Claus Is Coming to Town”.

Castaway Angels – Leprous

Il quintetto norvegese ci accompagna lungo un viaggio dinamico all’insegna delle vocals di Einar Solberg, che aumentano costantemente d’intensità con l’andare del brano. Tratta dall’album Aphelion, non è propriamente una canzone di Natale, ma è stata pubblicata a dicembre accompagnata da un video in cui la band è in uno studio sperduto tra i monti innevati, indossando camicie e maglioni invernali, prestandosi perfettamente all’atmosfera. Del resto, ha anche la parola “Angels” nel titolo.

Greensleeves – Blackmore’s Night

Ritchie Blackmore, chitarrista prima dei Deep Purple e poi dei Rainbow, rivisita in chiave folk rock la melodia popolare di tradizione inglese. Riarrangiato da Blackmore, il brano è occasione per sfoggiare il suo virtuosismo sulla chitarra acustica, accompagnato dalla morbida voce di Candice Night.

I Don’t Know What Christmas Is (But Christmas Time is Here) – Old 97’s

Brano festoso e simpatico dall’animo rockabilly che affronta il Natale dal punto di vista di un alieno che cerca di comprenderlo (e infatti apre lo special televisivo natalizio del film Marvel I Guardiani della Galassia). Il testo passa per una miriade di fraintendimenti sulle feste: Babbo Natale riempie le calze di letame e ha un lanciafiamme con cui arrostisce le castagne dei bambini cattivi, mentre gli elfi si preparano a sferrare un attacco letale.

Octavarium – Dream Theater

Cosa c’entra una suite progressive rock di ventiquattro minuti col Natale? Assolutamente niente, ma nel marasma di citazioni ed easter egg musicali presenti in “Octavarium”, i Dream Theater hanno trovato spazio anche per “Jingle Bells” (precisamente al minuto 17:45). Così come Trappola di cristallo si qualifica come film di Natale, allora anche “Octavarium” può benissimo occupare un (ampio) spazio durante le feste, grazie anche alle atmosfere candide della prima metà.

A cura di Mattia Caporrella

Delicate – Damien Rice

Una ballata che invita a guardare avanti e a lasciarsi alle spalle il passato. Il sottofondo giusto per incartare gli ultimi regali e per lasciarsi trasportare lontano dalla voce del cantautore irlandese. Insomma, a Natale la malinconia non è mai troppa.

Do They Know It’s Christmas? – Band Aid

Nel 1984 il supergruppo Band Aid incise questo singolo natalizio per la raccolta fondi in aiuto della carestia in Etiopia. C’erano dentro (quasi) tutti: gli U2, Sting, i Duran Duran, gli Spandau Ballet e molti altri. Per chi sente il bisogno di fare un tuffo negli anni Ottanta.

Hallelujah – Jeff Buckley

Un classico immortale che non può essere dimenticato. In quale versione non ha importanza, se quella originale di Leonard Cohen o una delle tante cover realizzate nel tempo. Noi vi consigliamo la versione di Jeff Buckley, estratta dal leggendario album Grace del 1994 (a proposito di album da ascoltare in questi giorni…).

Happy Xmas (War is Over) – John Lennon e Yōko Ono

Non è Natale senza questo brano che non ha bisogno di presentazioni. In questi giorni di frenesia basta mettersi in ascolto del lavoro creativo di una delle coppie più iconiche dello scorso secolo per dimenticarsi di ogni superficialità. Da ascoltare con la mano sul cuore.

Through The Echoes – Paolo Nutini

I giorni natalizi sono l’occasione giusta per prendersi una pausa ed andare a recuperare i migliori album pubblicati durante l’anno. Last Night In The Bittersweet, l’album dal quale è estratto questo singolo, è senza dubbio uno di questi. Effetto collaterale: la voce graffiata di Paolo Nutini potrebbe rendervi malinconici, ma per tirarvi su sappiamo che avrete a disposizione dosi massicce di prosecco e pandoro.

A cura di Martina Caratozzolo

Ain’t No Mountain High Enough – Tammi Terrel & Marvin Gaye

Questo brano, che sicuramente ricorderete nel finale di Guardiani della Galassia, è la scusa perfetta per evitare le domande imbarazzanti dei parenti ed iniziare a ballare dando il via alla vera festa. Tammi Terrel e Marvin Gaye danno il loro meglio in questo duetto incalzante che lascia una sensazione ottimismo immotivato a tutti coloro che l’ascoltano.

Call Me Irresponsable – Bobby Darin

La voce calda del crooner Darin, la big band con i suoi fiati e i cori di questa canzone proiettano immediatamente l’immagine di una coppia di innamorati su una pista di pattinaggio o di bambini che giocano con la neve. Perfetta come colonna sonora delle giornate che precedono il Natale.

Change The World – Eric Clapton

È il 1996 e il cantante e produttore Babyface chiede a Eric Clapton di registrare insieme questo pezzo per la colonna sonora del film Phenomenon. I cori, le chitarre insieme alle tastiere portano inevitabilmente alla mente gli anni ’90 ed in particolare i film di natale del periodo, da Una poltrona per 2 a Mamma ho perso l’aereo

Your Song – Al Jarreau

Al Jarreau, per chi non lo conoscesse l’unico cantante ad aver vinto il Grammy in tre categorie diverse (jazz, R&B e pop), grazie alla sua voce calda e l’atmosfera soul esegue una versione magistrale del singolo del 1970 di Elton John, ottima per iniziare questa giornata di festa con il piede giusto.

Pearly-Deawdrops’drops – Cocteau Twins

Cambiando genere e decennio arriviamo al singolo del 1984 della band scozzese Cocteau Twins, che grazie al loro particolare timbro e alle atmosfere eteree rendono questa canzone adatta per i momenti più malinconici, ma non per questo tristi, che accompagnano questo periodo.

A cura di Elisabetta Ghignone

Bianco Natale – Achille Lauro feat. Rasty Kilo 

Se gli indie boys odiano il Natale, i trappisti non possono fare a meno di darsi cameratistiche gomitate quando si parla di città innevate, zucchero a velo, polverine bianche, palle di neve e Polo Nord. Lauro non è stato da meno, prima di Amadeus, mamma Rai e i “me ne frego”. 

Christmas Treat – Julian Casablancas

Dagli Strokes Julian si porta dietro il ciuffo un po’ unto che fa tanto brit pop ma anche un po’ di quell’ironia sfacciata che ci piace tanto. “Christmas Treat” è ridere dell’ipocrisia americana – e non solo – del fingere che il Natale renda tutto migliore.

Fairytale of New York – The Pogues

Questa dolceamara ballata folk irlandese ha trasfigurato le censure della BBC e di Mtv per continuare ad essere l’unica vera canzone di Natale per eccellenza. Ce le ha tutte: la tragica storia di immigrazione, i sogni sbiaditi di un domani migliore, una sbornia triste in una prigione di New York il 25 dicembre.

Have Yourself a Merry Little Christmas – Judy Garland

L’archetipo della canzone di Natale del secondo dopoguerra calorosa e familiare ma con un retrogusto di terrificante fatalismo. Perché sì è bello mangiare il tacchino ma magari l’anno prossimo siamo tutti morti. La versione languida di Judy Garland in “Meet me in Saint Louis” è in pieno spirito natalizio post apocalittico.

Il pranzo di Santo Stefano – I Cani

La prima regola dell’indie italiano è non parlare dell’indie italiano. La seconda è che il Natale fa schifo perché significa famiglia, convenzioni sociali, divertimento imposto, regali brutti e altre cose che fanno schifo. Anche I Cani danno il loro ottimo contributo alla causa.

A cura di Clarissa Missarelli

MUSIDAMS CONSIGLIA: i 10 migliori singoli di novembre

Ecco la top 10 del mese di ottobre 2022 secondo MusiDams!

La verità – Cosmo

Scanzonate paturnie esistenziali alla Cosmo con una bella base uptempo e una produzione pulita, tanto che arriva pure in rotazione radiofonica.

Voto: 25/30

Non lo dire a nessuno – Gazzelle

Dopo due album ben fatti e sudati Gazzelle ha capito che la solita zuppa è buona lo stesso se riscaldata a puntino e con un ritornello in più. E funziona dannatamente bene, ogni volta.

Voto: 26/30

Quelli come noi – Tananai

In memoriam dei defunti rave con più di 50 persone, Tananai fa una versione caciarona da balera degli Underworld. Ma Trainspotting è a Quarto Oggiaro e Born Slippy è la prossima canzonaccia da urlare ai festival estivi.

Voto: 27/30

Così stupidi – Ernia

Non sono i Gemelli Diversi, non è una hit dell’estate ’04 ma Milano nel 2022 con un Ernia in gran forma. In mezzo ad un album che ha convinto tutti e che sa di old school ma non troppo, un salto negli anni d’oro dell’hip-hop italiano in grande stile.

Voto: 27/30

Traccia 0 – ANSIAH

Pezzo sincero, un po’  brutto e cattivo, un po’ tamarro, pieno di cocaina e cassa dritta. Ansiah è emergente ma il sound c’è, l’attitudine pure, si può solo migliorare.

Voto: 28/30

A cura di Clarissa Missarelli

Caravan of Broken Ghost – Darkthrone

Benché sia uscito a ottobre, non potevamo esimerci dal parlare di Fenriz e Nocturno Culto, vista l’importanza enorme all’interno della scena black metal. Il brano non è niente di nuovo, poiché è da almeno vent’anni – diciamo da Plaguewielder– che il duo ricorre a quella che potremmo definire puro Celtic Frost worshipping

Voto: Meh/30

It’s The Sickness – Sadus 

Certo che con un titolo del genere e tenendo conto dell’enormità del coefficiente tecnico individuale del power trio in questione, ci saremmo aspettati realmente un brano sparato a velocità folli e tecnico all’inverosimile, in modo da essere coerenti col titolo della canzone. E invece no, i Sadus del 2022 mettono due riffini semplicistici in croce e per di più senza poter contare sul roboante basso fretless di Steve di Giorgio, ora impegnato con i Testament.

 Voto: Swallowed in Black era n’altra cosa/30

Seven Words – Xentrix

Gli inglesi non hanno mai brillato per inventiva sin dagli esordi risalenti alla seconda metà degli anni ottanta. Malgrado ciò, consiglio a tutti di andarsi a recuperare i primi due album (Shattered Existence e For Whose Advantage?), vere gemme di thrash metal abbastanza tecnico chiaramente ispirate ai migliori Metallica. Questo singolo, nonché title track del nuovo album, prosegue nel solco delle stesse sonorità. 

 Voto: 26/30

Ghost Of Reality – Riot City

Inseriamo in lista questo singolo, nonostante sia uscito già qualche mese fa, perché il secondo album dei canadesi – Electric Elite – è uscito a novembre. La canzone, manco a dirlo è una bomba ad orologeria che ben rappresenta la qualità altissima del disco, ovviamente tutto incentrato sullo speed metal e il metal tradizionale alla Judas Priest. 

Voto: 28/30

Lux Aeterna – Metallica

La vera notizia è che Hammett non usa il pedale wha nell’assolo. Il singolo anticipatore del prossimo 72 Seasons, la cui uscita è prevista per Aprile 2023, è un ganzissimo omaggio ai Diamond Head e alla NWOBHW, da sempre primo amore musicale di James Hetfield e Lars Ulrich, tanto da riprenderne spudoratamente lo stile nel riff portante. Una canzone che per quanto essenziale e di mestiere, difficilmente si schioderà dalla vostra testa.

Voto: 1982/30

A cura di Stefano Paparesta

MUSIDAMS CONSIGLIA: i 10 migliori singoli di ottobre

Ecco la top 10 del mese di ottobre 2022 secondo MusiDams!

Voci stonate – Emma Nolde

La giovane cantautrice toscana Emma Nolde pesca dal suo Dormi un ultimo singolo: “Voci stonate” è un inno per gli outsiders, tutti quelli che non riescono ad“andare dritti”. La strofa, in cui Nolde si muove con grinta a metà tra spoken word e rap, si alterna al ritornello colmo di cori ed energia vulcanica. Un brano che colpisce dritto sul muso!

Voto 28/30

Lightworker – Devin Townsend

Devin Townsend torna trionfante con il terzo e ultimo singolo che anticipa Lightwork, disco in uscita il 3 novembre. Atmosfere maestose, testi sull’universalità dell’amore, voci operistiche e un ritmo cadenzato non sono novità in casa Townsend, ma è una formula ben consolidata, vincente anche in questo caso.

Voto 26/30

Place Your Debts – Jimmy Eat World

Quello dei Blink-182 non è l’unico ritorno pop-punk di questo mese. La band di “The Middle” non si è mai fermata, ma ora si concentra sull’uscita di singoli “orfani” di album. “Place Your Debts” è il secondo di questi, e sta agli antipodi del genere: lungo, malinconico, atmosferico, con un ritornello strappalacrime.

Voto 26/30

This Is War – Alter Bridge

La settimana prima dell’uscita dell’album Pawns & Kings, gli Alter Bridge pubblicano la traccia di apertura “This Is War”. Il loro alternative metal dominante fa da sfondo ai presagi di guerra del testo, che a detta del vocalist Myles Kennedy gli è arrivato in sogno. Un brano accattivante, che apre il disco con il giusto trasporto.

Voto 25/30

Atrium – Katatonia

Primo estratto da Sky Void of Stars, in uscita a gennaio, “Atrium” vede gli svedesi Katatonia destreggiarsi in un brano semplice e melodico. L’impronta malinconica tipica della band è riservata soprattutto alla voce di Jonas Renkse, che, incupito, ci racconta del deteriorarsi di un rapporto tra due persone, ambientando la vicenda in un albergo.

Voto 25/30

A cura di Mattia Caporrella

Shirt – SZA

Nuovo singolo della cantante R&B e neo soul statunitense che anticipa il nuovo album. Presentato per la prima volta su Instagram Stories due anni fa, vede la luce solo alla fine di questo mese. Il brano racconta dell’amore ossessivo e disastroso, di quelli che ti privano della dignità, e della conseguente disaffezione. Con una voce sofferente ma allo stesso tempo potente ed evocativa, Sza si spoglia completamente e svela tutte le proprie insicurezze.

Voto 29/30

Lift Me Up – Rihanna

Dopo sei anni lontana dalla musica, Rihanna ritorna con un nuovo singolo: farà parte della colonna sonora di Black Panther: Wakanda Forever, come tributo al compianto attore Chadwick Boseman. Un brano emozionante, con la bellissima voce di Rihanna che avvolge e culla come se stesse cantando una ninna nanna. Un testo semplice ma che si presta benissimo per una colonna sonora.

Voto 28/30

Hide & Seek – Stormzy

Secondo estratto del nuovo album del rapper inglese in uscita il prossimo mese. Una canzone introspettiva, delicata che parla di come ravvivare l’amore in una coppia che sta per raggiungere il punto di non ritorno. Caratterizzato da pochissima strumentazione e da una produzione minimalista, Stormzy si lascia andare a tutta la sua vulnerabilità.

Voto 27/30

Nyash –NSG feat Giggs

Il collettivo afro-fusion NSG, con sede a Londra, collabora con il rapper britannico Giggs per il suo nuovo singolo. Il caratteristico sound afrobeat incontra hip-hop e l’R&B britannici e statunitensi, con la presenza di influenze caraibiche, rendendolo il pezzo perfetto per muoversi un po’.

Voto 25/30

Likkle Miss (The Fine Nine Remix) – Nicki Minaj feat Spice, London Hill & More

Se uno dicesse Nicki Minaj tutti risponderebbero “The Queen of Rap”. Eppure questa volta la rapper di Trinidad ha voluto cimentarsi con un remix della sua canzone di successo “Likkle Miss”, accompagnata da nove delle migliori artiste dancehall del momento. Un brano travolgente, tutto da ballare o meglio twerkare, fino all’ultimo minuto. Ecco forse meglio di no, vista la durata di ben sei minuti che rischierebbe di regalarvi un bel viaggio in ospedale.

Voto 23/30

                                                                                                                   A cura di Erika Musarò

Immagine in evidenza: screenshot dal video https://www.youtube.com/watch?v=YvFjkpP6EIA

MUSIDAMS CONSIGLIA: i 10 migliori singoli di settembre

Ecco la Top 10 del mese di settembre 2022 secondo MusiDams!

I nostri giorni – Andrea Laszlo De Simone 

Dopo la momentanea assenza dalla scena musicale dello scorso anno, Andrea Laszlo De Simone pubblica a sorpresa un lavoro inedito. “I nostri giorni” è un brano triste, a detta dell’autore, che rappresenta l’altra faccia della medaglia di “Vivo”, che al contrario celebrava con gioia la vita. Un brano dal sapore vintage e con un sound ricercato, che cela un testo che tocca tematiche sociali. Il videoclip (qui) esplicita le intenzioni di un artista a 360°, la cui musica va oltre il mainstream radiofonico. Da ascoltare in una giornata di malinconia o semplicemente per riflettere. 

Voto 30/30

Chaise Longue – Verdena 

Settembre di fuoco per i Verdena: dopo sette anni di pausa la band torna con il nuovo album Volevo Magia, anticipato dal singolo “Chaise Longue”. Una ballad acustica in vecchio stile, che ai fan di lunga data ricorda la delicatezza di brani come “Trovami Un Modo Semplice Per Uscirne” e “Angie”. L’anima rock della band si intravede, però, nel ritornello, dove c’è spazio per il suono distorto della chitarra elettrica. Bentornati. 

Voto 28/30

Eddie – Red Hot Chili Peppers

I Red Hot – dopo la pubblicazione di Unlimited Love ad aprile – non si fermano e pubblicano un nuovo singolo, che anticipa il secondo album del 2022 Return of The Dream Canteen (atteso il 14 ottobre). Le intenzioni sono chiare già dal titolo: omaggiare Eddie Van Halen, uno dei chitarristi di riferimento della band e della storia del rock. Anthony Kiedis racconta che una bassline proposta da Flea ha fatto nascere “Eddie” istintivamente e in pochi minuti. Frusciante non si risparmia negli assoli e la sua Stratocaster è la protagonista della gran parte del brano. Impossibile non amarla.

Voto 27/30

Storia di un bacio – Emma Nolde  

La giovane cantautrice toscana presenta il suo nuovo album Dormi, il cui singolo di punta è “Storia di un bacio”. La sua penna si dimostra credibile e convincente così come la decisione di sperimentare l’unione tra vena cantautorale e beat elettronici. Un grande sì. 

Voto 27/30 

Body Paint – Arctic Monkeys

Gli Arctic Monkeys presentano “Body Paint”, il nuovo singolo dopo l’uscita di “There’d Better Be A Mirrorball”. Chi si aspettava un ritorno nello stile dei primi album non è stato accontentato neppure in questo caso. Alex Turner & co sposano un sound delicato, lasciando intendere che la direzione del nuovo progetto continuerà sulla linea sonora di Tranquility Base Hotel & Casino (2018). “I Bet You Look Good On The Dancefloor” e “R U Mine?” appaiono ormai come un ricordo lontano. Prima di dare il giudizio definitivo bisogna attendere l’uscita di The Car del 21 ottobre, ma per il momento godiamoci le vibes ipnotiche di questo nuovo brano, in linea con la nostalgia dell’estate appena terminata. 

Voto 25/30

A cura di Martina Caratozzolo

Unholy – Sam Smith ft Kim Petras

Dopo la pubblicazione del ritornello su TikTok ad agosto e oltre un mese di attesa, Sam Smith e Kim Petras hanno finalmente deciso di rendere disponibile per intero uno dei migliori brani pop dell’ultimo periodo. Decisamente la collaborazione di cui non sapevamo di aver bisogno. Il video è un gioiellino.

Voto 29/30

Proiettili (Ti mangio il cuore) – Elodie, Joan Thiele

Elodie e Joan Thiele non sono alla loro prima collaborazione: si conoscevano già dai tempi di “Siamo le ragazze di Porta Venezia (The Manifesto)” di Myss Keta. “Proiettili” è un brano dai toni malinconici che parla di speranza – «Resterò vicina sempre più al mio sogno/Che la paura è un viaggio e forse ne ho bisogno/ Per essere pronta ad avere coraggio/Buttarmi dentro al fuoco senza avere caldo», –, mettendo nel frattempo in risalto i timbri e le doti vocali delle due cantanti. Il singolo fa parte della colonna sonora di Ti mangio il cuore, film di Pippo Mezzapesa presentato recentemente a Venezia 79 nonché debutto cinematografico della stessa Elodie, ed è stato scritto in collaborazione con Elisa ed Emanuele Triglia.

Voto 28/30

Ricordi – Pinguini Tattici Nucleari

Nonostante chi scrive non sia una grande fan dei Pinguini Tattici Nucleari, questa volta ha dovuto ricredersi. Il brano racconta di una coppia che sta attraversando un momento difficile a causa della malattia neurodegenerativa che affligge uno dei due. Forse un po’ troppo Nicholas Sparks, ma comunque d’effetto.

Voto 27/30

okk@pp@ – Tha Supreme

Tha Supreme è quell’artista da cui non sai mai cosa aspettarti, ma sei sicuro che a prescindere ti sorprenderà. Il singolo che anticipa c@ra++ere s?ec!@le è un brano di musica elettronica che incorpora elementi jazz. E funziona.

Voto 26/30

Stai bene su tutto – Luigi Strangis

Vincitore della categoria canto di Amici 21, Luigi Strangis non si allontana da quel rock uptempo che ha fatto diventare una sua caratteristica e propone un brano non particolarmente innovativo, ma comunque orecchiabile. Grande curiosità per il suo prossimo disco, Voglio la gonna, in uscita il 14 ottobre.

Voto 25/30

A cura di Ramona Bustiuc

Immagine in evidenza: screenshot dal video https://www.youtube.com/watch?v=Uq9gPaIzbe8

MUSIDAMS CONSIGLIA: i 10 migliori singoli di agosto

L’autunno è ormai alle porte, così come la sessione, la pioggia e la nebbia fitta tipica della Pianura Padana. Fortunatamente la musica non ci abbandona mai, quindi anche questa volta è tempo di raccogliere le migliori proposte del mese.

Benzodiazepine e sad – Young Signorino

C’è un po’ di Young Signorino in questo Lil Peep. Arrangiamento minimo, quattro parole ripetute a mantra e un nuovo discutibile tatuaggio per far tremare i boomer: il figlio di Satana con le Nike Airmax è tornato. 

Voto 26/30

Landslide – Gus Dapperton

La cover di Dapperton non è male, ma che questa perla dei Fleetwood Mac avesse ancora qualcosa da dire, non c’erano dubbi. L’arrangiamento un po’ scialbo non si impegna abbastanza a renderla innocua e ad evitare che ti arrivi in faccia come un treno in corsa, tutte le volte. 

Voto 25/30

Less of a stranger – Julia Jacklin

Non che l’euforia dell’estate e delle vacanze ci avessero fatto dimenticare dell’orrendo rapporto che abbiamo con nostra madre, ma Julia Jacklin ci ha comunque tenuto a ribadirlo. Chitarrina acustica, voce pulita, quel giusto strascicare delle vocali che fa tanto indie. 

Voto 25/30

Bois Lie – Avril Lavigne e Machine Gun Kelly

Perché c’è uno strano piacere perverso nel vedere due ultratrentenni cantare di “lui ke nn mi ama +” e con una capovolta e un giro di Do, rendersi conto che dal 2007 sono passati quindici anni.

Voto Tvb/30

Sunset over the Empire – Arch Enemy

Il growl di Alissa White-Gluz è sempre un piacere per le orecchie. Un brano solido, che si prende i giusti spazi melodici, ben piazzato in un album che ha altrettante cose da dire. Tamarri come sempre.

Voto 28/30

A cura di Clarissa Missarelli

Hold me closer- Elton John, Britney Spears

“Hold me closer” rappresenta il grande ritorno di Britney Spears, che scende in campo con Elton John: trattasi di una rivisitazione che richiama il brano “Tiny Dancer”, arricchito con elementi disco e da cori con le voci degli stessi cantanti. Elton John, dopo le esperienze con Dua Lipa, Years & Years, Miley Cyrus e molti altri, continua una strada già tracciata di rivisitazioni di suoi brani storici e di altre leggende della musica. Le parole non sono molte, il concetto nevralgico è quello di tenersi più vicini, aspettando tempi migliori.

Voto 26/30

I can’t help it- JVKE

JVKE, un nome impronunciabile, è un tiktoker americano che avrebbe cominciato a suonare la chitarra a soli tre anni. Nell’intro di “I can’t help it” richiama il grande Elvis, riproponendo il ritornello di “Can’t Help Falling In Love”. Il brano si presenta in effetti come un insieme di generi che vanno – appunto – da Elvis alle melodie da ascoltare nei supermercati nel periodo natalizio, con le strofe di sola voce e chitarra che esplodono in musiche trionfanti richiamando alla mente un musical di Broadway.

Voto 30/30

Happier– Banners

Chiedersi incessantemente se la persona che si ha accanto non sarebbe più felice con qualcun altro, trascorrere i tempi bui senza chiudere gli occhi davanti alla tristezza della fine di un rapporto. Sono questi i temi della canzone “Happier, che si distingue con una musica incalzante rispetto al tema malinconico. La voce di Banners suona familiare:sono sue, infatti, molte delle colonne sonore che ci capita di ascoltare in film e serie TV americane. “Happier” è una di quelle canzoni che ti fanno riflettere, senza essere messe nella playlist “Momenti tristi”.

Voto 29/30

Colors of you– Nina Nesbitt

Una voce sussurrata, quella della cantante britannica Nina Nesbitt. In “Colors of you” si parla di inverno e di colori che diventano rappresentativi di una persona e della sua quotidianità, di quei colori di cui riusciamo persino ad innamorarci. Il brano è sostenuto dal pianoforte, gli accordi semplici accompagnano una voce leggera che non si sbilancia mai in eccessi o virtuosismi.

Voto 27/30

Dentista Croazia-Pinguini Tattici Nucleari

“Dentista Croazia” è l’ultimo singolo dei Pinguini Tattici Nucleari, un brano non lontano dal genere canonico della band, in grado di parlare al proprio pubblico e di innescare un processo empatico con tutta la Generazione Y. “Dentista Croazia” si potrebbe definire l’evoluzione di “Ringo Starr”, dove si diceva “Forse dovrei partire, andarmene via di qua”, che diventa ora “Strada fatta, sì, ma con l’autostop”.

Voto 26/30

                                                                                                   A cura di Milena Sanfilippo