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Oltre la concorrenza: Underdog Fest, la ribellione musicale della provincia

Tra “Cigarettes & Alcohol”, dischi che girano sul piatto e musica dal vivo, domenica 1° giugno l’Open Factory di Nichelino ha ospitato Underdog, il primo festival targato The Vinyl Club. Un evento che celebra la riscoperta del vinile e il piacere dell’ascolto collettivo, portando nuova energia nella scena musicale della provincia torinese.

Prima dei concerti degli artisti emergenti, il pubblico ha potuto partecipare a Vinyl On the Sofà, un talk curato da Polvere, Duedischi e Backdoor, incentrato sull’ascolto collettivo di una selezione di dischi.

Particolarmente interessante è stata la scelta di coinvolgere Sun 16 Zine ed Eterogenesi, due fanzine indipendenti torinesi che raccontano e valorizzano la scena musicale locale, offrendone una prospettiva genuina.

PIT COCCATO: “When my loneliness is through/ Won’t you sit on the throne beside me?”

Vinile consigliato dall’artista: Songs:Ohia, Jason Molina- Magnolia Electric Co.

Pit Coccato, cantautore di Novara, sale sul palco interpretando alcuni brani di Tales of Lonely Night, un album accompagnato da un progetto originale: un fumetto, disegnato da giovani illustratori, che traduce ogni traccia del disco in immagini. Un’idea creativa che aggiunge una dimensione visiva alla sua musica.

Foto di Joy Santandrea

L’EP, intimo e avvolgente, si muove tra sonorità folk e rock, costruendo atmosfere malinconiche che cullano l’ascoltatore. Durante il live, Pit ha regalato anche alcuni inediti in italiano, che non vediamo l’ora di ascoltare in loop appena usciranno.

BEST BEFORE: “Giorni persi per ricordi che non ho”

Vinile consigliato dalla band: Egyptian Blue – A Living Commodity, da cui abbiamo ascoltato “Nylon Wire”.

Se Ian Curtis fosse ancora vivo e cantasse in italiano, probabilmente sarebbe il frontman dei Best Before. La loro musica è un’esplosione di tensione e urgenza, con una vocalità tesa, ossessiva, quasi rituale, capace di catturare e inquietare.

Foto di Joy Santandrea

Il gruppo non si limita a suonare, ma sputa emozioni senza filtri. Le chitarre taglienti dai toni metallici si intrecciano con un basso cupo e pulsante, perfettamente in linea con le atmosfere crank wave.

La sezione ritmica martella senza tregua, alternando momenti di frenesia claustrofobica a pause che aumentano la tensione. La combinazione tra ritmi, atmosfere alienanti e testi intensi rende il live magnetico. Impossibile restare immobili: chi sta sotto il palco resta completamente incollato alla band, incapace di distogliere lo sguardo.

I Best Before riescono a coniugare rabbia e lucidità, incanalando il caos in un suono che non è semplicemente un grido generazionale, ma una vera e propria esperienza sensoriale.

BRX!T: “Notti a caso sporcano questa città e adesso/ portami via di qua

Vinile consigliato dalla band: Soundtrack from Twin Peaks, da cui abbiamo ascoltato “Twin Peaks Theme”.

I BRX!T, da veri padroni di casa, hanno coinvolto il pubblico con un pogo sottopalco esplosivo, partendo da brani carichi di energia come “Salta l’intro” e “Notti a caso”, tra rock alternativo e influenze pop oscure.

Foto di Joy Santandrea

La band ha poi regalato un’anteprima: “Voyager”, il nuovo inedito in uscita a settembre, che segna l’inizio di un nuovo percorso sonoro destinato a lasciare il segno questo autunno. L’energia sul palco è stata contagiosa, con la band sempre in movimento e Dave, bassista e cantante, che ha persino raggiunto il pubblico nel pogo finale, amplificando l’adrenalina del live.

A chiudere la serata, un finale perfetto: “Song For the Dead” dei Queen of the Stone Age, un pezzo iconico che ha scatenato l’ultima ondata di salti e urla lasciando il pubblico soddisfatto, chiudendo il festival con entusiasmo.

Underdog: il palco dove la musica indipendente si fa sentire

In un’industria dominata dalla concorrenza feroce, Underdog è una boccata d’aria fresca, un palco dove le nuove proposte possono esibirsi e trovare il proprio spazio. Molte band meriterebbero più attenzione, e un festival come questo offre uno spazio essenziale per scoprire nuovi suoni, creare connessioni e portare avanti la realtà musicale torinese indipendente.

Non è stata solo una serata di musica e pogo sottopalco: Underdog ha acceso i riflettori sulla musica italiana, ricordandoci che esiste, resiste e sa farsi sentire.

Sofia De March

BRX!T senza filtri: tra musica, rivoluzioni e ansia

Per il loro nuovo singolo Ansia, abbiamo fatto un’ intervistare ai BRX!T, gruppo piemontese composto da Davide Barbieri/ Dave (basso e voce), Alessio Ferrara/ Ale (batteria) e Gabriele Ferrara/ Gabe (chitarra), scoprendo le ispirazioni dietro al brano, il loro processo creativo e cosa riserva il futuro per loro.

L’ultima volta era il 2022, cos’è successo in questi anni?

Gabe: Sono cambiate un bel po’ di cose…l’ultima volta eravamo in quattro ora siamo in tre. 

(sorride, ndr). Abbiamo cambiato formazione e il modo di scrivere: siamo felici di aprire una nuova fase della nostra vita musicale.

Per chi non vi conosce, chi siete?

B: Siamo i BRX!T e veniamo da Nichelino. Fino a cinque anni fa ci conoscevate come Fratellislip, ma nel 2021 abbiamo deciso di cambiare nome. BRX!T era il titolo del nostro doppio EP, che avrebbe dovuto uscire nel 2020 ma è stato bloccato dalla pandemia. Quando abbiamo scelto di modificare genere e lingua, volevamo comunque restare fedeli alle nostre radici, ed è per questo che abbiamo deciso di chiamarci così… nonostante la grande rivoluzione che stavamo vivendo—una delle tante che abbiamo affrontato! (ridono, ndr)

Perché suonate e cosa vi ha spinto a far parte di una band?

Ale: Nel mio caso e in quello di mio fratello (Gabe), è stato nostro padre, da sempre appassionato di musica, a trasmetterci questa passione. Ricordo un Natale, o forse un compleanno, quando avevo otto anni: ci regalarono Guitar Hero, e da quel momento abbiamo preso in mano gli strumenti senza mai più abbandonarli.

Dave: io dovevo fare qualcosa e non mi piaceva il calcio, allora ho iniziato a suonare.

Se doveste descrivervi con tre parole, quali sarebbero?

Per descriverci, useremo HEAVY-POP, il genere in cui cerchiamo di identificarci oggi. Non crediamo molto nella categorizzazione musicale, ma se dovessimo sceglierne una, sarebbe questa.

Il 30 aprile è uscito il vostro ultimo singolo Ansia, com’è nata questa canzone? Avete un metodo preciso per scrivere i brani o, nasce tutto in modo spontaneo?

Dave: Non abbiamo un metodo fisso per scrivere: a volte lavoriamo individualmente, altre volte in gruppo. Ma la maggior parte delle volte componiamo jammando, lasciando che la musica nasca spontaneamente.

Ansia è nata dalla necessità di esprimere un sentimento che tutti e tre proviamo, seppur in forme diverse. Io non la sento sul palco, ma nella vita quotidiana.

L’idea del testo è scaturita da un periodo di circa sei mesi in cui mi sono ritrovato a fare visite inutili, per poi scoprire che era “solo” ansia—quella che stringe il petto e ti fa sentire senza via d’uscita.

Quest’ansia che stringe la gola

Non prendermi, lasciami ora 

Foto di Elisabetta Ghignone dal profilo Facebook dell’artista

L’ansia è un’emozione di cui si parla molto spesso, forse è anche uno dei temi che più accomuna la nostra generazione. Viene spontaneo chiedervi quale sia il vostro rapporto con lei?

Ale: L’ansia per me? Ogni secondo in cui respiro essenzialmente (sorride, ndr) …ogni istante della mia vita è soverchiato, occupato dall’ansia.

Dave: Per me è guidare fino a Torino. (ridono,ndr)

Gabe: È uno stato d’animo che provo quando mi sento sopraffatto da troppe cose. Quando mi sento pieno, l’ansia diventa intensa. La sfogo in modi diversi, ma in generale la percepisco come un peso che mi opprime.

Dave: Poi, secondo me, è un tema che accomuna tutti, qualsiasi persona e quindi ci sentivamo di scrivere qualcosa per noi e per tutti.

Qual è il vostro obiettivo come band? Quali sono i vostri progetti futuri e dove vi vedete tra 5 anni?

 B: Conquistare il mondo vale come obiettivo? In realtà, il nostro sogno nel cassetto è vivere di questo.

Vederci tra cinque anni è molto difficile, non ci aspettavamo nemmeno che ci saremmo trovati in tre a fare musica ancora perché molti mollano per diversi motivi. È difficile vedersi ma saremo sicuramente sul palco.

Qual è il vostro featuring dei sogni?

Gabe: Abbiamo un sogno, si chiama Antonino Cannavacciuolo, è un feat difficile ma ci proviamo.

Lele adani è diventato un cantante, si può fare tutto. (ridono, ndr)

Dove possiamo venire a sentirvi suonare dal vivo?

B: Il primo giugno all’ Underdog Fest, un festival organizzato da noi, e il 12 luglio a Caselle.

Abbiamo pochi live estivi ma ci riscaldiamo per l’autunno quando usciranno gli altri singoli. 

L’ultima domanda: se doveste creare un manifesto che rappresenti la vostra filosofia di vita e la vostra musica cosa ci scrivereste?

B: Fate quello che volete, fate ciò che vi rende felici e seguite quello che vi fa stare bene. Finché si è giovani, felici e spensierati, nulla peserà davvero. Non ponetevi confini.

Guardate anche la video – intervista sul nostro profilo Instagram

di Sofia De March e Joy Santandrea