Muti dirige «Babij Yar» di Šostakóvič

«T’ho visto: eri tu, –l’accusa di Quasimodo all’Uomo del mio tempo– con la tua scienza esatta, persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta»: è l’atto di dolore di quella menzogna («Andiamo ai campi») giunta sino a noi, che ha sostituito l’insegnamento del Cristo con la legge di Caino; coltivato la pietra e la fionda. Una riflessione che potrebbe prestarsi all’interpretazione implacabile di Riccardo Muti, che dirige Sinfonia n.13, op. 113, «Babij Yar» di Šostakóvič –con il basso Aleksej Tichomirov e Chicago Symphony Orchestra, per CSO Resound quest’anno. L’esecuzione massiccia contro la violenza di dimenticare, la mortificazione di negare, per una trasmutazione dei valori.

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Moncalieri Jazz Festival 2020 Vive!

La XXIII edizione in live streaming

Con una proiezione del logo in Piazza Caduti per la Libertà, al grido di «Moncalieri Jazz 2020 Vive!!» si annuncia che quest’anno, nonostante tutto, la XXIII edizione del Festival si farà. In questo momento difficile in cui tante rassegne artistiche e tanti festival sono stati cancellati, il Festival, sotto la guida del direttore artistico Ugo Viola, avrà luogo, con tutti i rischi e le problematiche che ne derivano.

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Il Quintetto Bislacco e il penultimo Concerto della storia dell’umanità

“Non siete emozionati di partecipare al penultimo concerto della storia dell’umanità?”

La domanda è stata posta al pubblico riunitosi il 25 ottobre al Teatro Vittoria per ascoltare il Quintetto Bislacco: una platea partecipe e molto fortunata, visti gli effetti del decreto legge annunciato poche ore prima del concerto. Siamo infatti riusciti a goderci il pomeriggio appena in tempo, perché tutti gli appuntamenti dell’Unione Musicale tra il 26 ottobre e il 24 novembre sono stati rimandati a data da destinarsi.

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TOP 10 OTTOBRE

I dieci singoli migliori di Ottobre, secondo Musidams.

A LA MUERTE – Speranza (feat. Tedua)
Potente, tamarro, incazzato: il primo album di Speranza non poteva che essere nato da l’improbabile, riuscitissima, unione tra Secondigliano e gli Champs Elysées.
28/30

Bottiglie Privè – Sfera Ebbasta
Più atteso delle elezioni americane c’è solo il ritorno di Sfera. I fan si commuovono, la scena trema.
27/30

Demoni – Mecna
In questi tempi bui tutti diventano più indie, Mecna non è da meno.
Si piange in autotune.
26/30

On Gang – Thelonious B.
Di amore e di trap non ce n’è mai abbastanza, allora viva chi bacia in bocca suo fratello perché lo ama davvero.
25/30

Let me love you like a woman – Lana Del Rey
La voce di Lana Del Rey è proprio quello che ci vuole per abbandonarsi in questa cullante malinconia autunnale.
24/30

a cura di Clarissa Missarelli

5G – Ackeejuice feat. Tormento & Nomercy Blake
Un brano che dal titolo sembra richiamare una teoria di complotto, ma che ti trascina con il suo ritmo.
28/30

Ultimo tango – La Scelta
Da un leggero sapore vagamente lunapoppiano.
27/30

Parli parli – Carl Brave (feat. Elodie)
Potrebbe essere la versione moderna, con tutto il rispetto, del duetto di “Non amarmi”
25/30

Il Cielo è di tutti – Bungaro e Fiorella Mannoia
Un valzer/ballata che accompagna le parole di Gianni Rodari, nel centenario della sua nascita.
26/30

Contatto Negramaro (24/30)
Sognare di cercare un contatto con qualcuno, probabilmente per colpa della distanza di sicurezza.
24/30

a cura di Luca Lops

LE PAGELLE DI X FACTOR 2020

Si è tenuta giovedì 29 ottobre la prima puntata dei live di X Factor, che è giunto alla sua 14esima edizione. Dopo un confronto con produttori e autori d’eccezione, i 12 concorrenti hanno presentato in prima serata i loro inediti, già disponibili su tutte le piattaforme streaming.
E con loro, ecco anche i nostri giudizi.

Melancholia – ”Leon”
Sono considerati i favoriti di quest’edizione, e forse non hanno tutti i torti. La voce della cantante è estremamente graffiante – sicuramente rimane impressa nella memoria di chi la ascolta – e la presenza scenica di cui è dotata la band sembra che riesca a trasportarla anche in studio. Il testo del brano è ispirato all’omonimo film di Luc Besson.
27/30

Cuore Nero – “Blind”
Con Frenetik&Orang3 a produrre il brano, è davvero difficile sbagliarsi: la base è un campionamento di “Ashes” di Stellar, artista che sta spopolando già da mesi sul noto social TikTok. Il pezzo è ritmato e divertente, il ritornello è molto catchy, ma sicuramente niente di originale.
24/30

Casadilego – “Vittoria”
Davvero difficile sbagliarsi con la penna di Mara Sattei e la produzione di Slait e Strage. La vocalità dolce e delicata della giovanissima cantante, accompagnata per lo più da un pianoforte, contrasta con il testo di un brano che racconta di rabbia e frustrazione. Bello, ma non esplode.
26/30

MYDRAMA – ”Cornici Bianche”
Anche questo brano vede la collaborazione di Mara Sattei per il testo e Young Miles per la produzione. L’inedito, particolarmente ritmato e ricco di contaminazioni, racconta di una dipendenza affettiva del passato della cantante. Interessante ed efficace la scelta di utilizzare una sezione d’archi per il bridge.
25/30

Vergo – ”Bomba”
Il reggaeton è arrivato ad X Factor, ma non al suo meglio. Eccessivo l’uso dell’auto tune. L’unica nota a suo favore, è che se fosse uscito in estate sarebbe alla vetta di tutte le classifiche.
18/30

Little Pieces of Marmelade – ”One Cup of Happiness” 
Un duo rock che fa per un’intera band, la “grande scommessa” del giudice Manuel Agnelli. Il loro è un brano esplosivo, che strizza l’occhio al garage rock di una volta, con qualche sfumatura punk e pop che compare nel ritornello. Sicuramente è strano vedere un inedito simile ad un talent come X Factor, che normalmente predilige generi più vicini al gusto del pubblico giovane.
25/30

Blue Phelix – “South Dakota”
Se questo brano fosse uscito negli USA, probabilmente sarebbe già diventato una hit: testo semplice ma importante, sonorità che ricordano quelle di cantanti già affermati come Troye Sivan e Labrinth. Ahimè in Italia avrà vita breve.
26/30

Manitoba – ”La domenica”
Molti considerano l’indie italiano un insieme di canzoni tutte uguali, e quando si ascolta un brano simile, viene un po’ da dare loro ragione. Questo in particolare, rappresenta il ritorno dei The Giornalisti con qualche nota anni ’80, e stufa già dopo la prima strofa. Non possono ovviamente mancare i riferimenti a Maradona.
22/30

NAIP – ”Attenti al loop”
Dopo averla ascoltata due volte, stiamo ancora cercando di metabolizzare. Quello che possiamo dire, è che probabilmente un featuring fra Elio e Le Storie Tese e Skrillex suonerebbe così: strano, sconnesso, apparentemente privo di senso e con un sound elettronico. Sembra assurdo, ma funziona.
24/30

cmqmartina – ”Serpente”
Pezzo estremamente radiofonico, decisamente pop. Una virata strana – ma nemmeno troppo – per una cantante che si è sempre mostrata affine alla musica elettronica. Anche qui la produzione è firmata da Strage, mentre il testo è di cmqmartina.
23/30

Eda Marì – “Male”
L’inedito nasce da un quesito: “Fanno più male le cose o le persone?”, e racconta della violenza che spesso e volentieri colpisce le relazioni. Il brano, che si avvicina al mondo dell’urban e dell’hip hop, sembra avere buone potenzialità, ma non spicca.
23/30

Santi – ”Bonsai”
Chissà se riceverà un’accusa per plagio da mezza scena It pop. Noi diciamo di sì.
21/30

To be or not to bop

Una jam session di All-Star tutta torinese

Il concerto conclusivo del TJF di domenica 11 Ottobre si svolge al Combo, locale alla moda a pochi metri da Porta Palazzo: di giorno marasma di persone e bancarelle, di notte luogo di concerti ed eventi di una certa risonanza. Il concerto comincia alle 22.00, ma alle 21.30 i posti sono già quasi tutti esauriti: un Jazz Festival che sembrerebbe esclusivo, ma è solo l’effetto delle limitazioni di posto dovute all’emergenza sanitaria. Non è un caso che il titolo della serata sia To be or not to bop, come l’autobiografia di Dizzy Gillespie, tra i trombettisti più famosi del bebop; sicuramente lo stile più conosciuto, il jazz per antonomasia.

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250 anni e non sentirli? Maratona Beethoven in casa De Sono

In tutto il mondo si celebra la nascita, a 250 anni di distanza da noi, del grande compositore Ludwig van Beethoven. Anche qui a Torino, nonostante le avversità di quest’anno, non ci siamo persi d’animo e la De Sono ha omaggiato il Maestro, sabato 10 ottobre al teatro Vittoria, con una maratona di concerti. Di seguito raccontiamo com’è andata.

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Bloody Vinyl 3: chi ha paura della machete?

La Machete e lo scettro della scena italiana

Come la Trinità, i Moschettieri e le Grazie anche la Machete sa che tre è il numero perfetto, e all’alba dello scorso 2 ottobre, è arrivato il terzo episodio della saga Bloody Vinyl Mixtape: dal fantasma della dubstep e lo scratching old school che aleggiavano nel primo capitolo nel 2012, ai primi accenni di 808 nel BV2, tre anni dopo, anche quest’anno, Salmo si riconferma tra i più intelligenti imprenditori musicali del momento.
Astri nascenti, meteore, padri e padrini della scena t(rap) sui beat dei producer di punta dell’anno: questo è Bloody Vinyl 3.
Bastano i nomi: Slait, Tha Supreme, Low Kidd, Young Miles (e una capatina di Greg Willen).

Salmo, copyright ColdMasterKilla / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)

Già con il discusso, amato e odiato Machete Mixtape 4, da cui Salmo è uscito ora come il Cristo Redentore della scena italiana, ora come un pagliaccio venduto, la Machete si era dimostrata quantomeno in grado di intercettare i sound e i nomi del momento, tra cui appunto quello di Davide Mattei aka Tha Supreme, anticipandone l’esplosivo successo che lo avrebbe investito di lì a poco con il primo album targato Epic Records,
sottoetichetta della Sony , 236451.
Bloody Vinyl 3, che sembra aver calmato le acque e momentaneamente anestetizzato le polemiche contro Salmo e l’eterna querelle con Luchè, ha tutte le carte in regola per essere una delle più interessanti uscite dell’anno e stabilire chi è fuori e chi è dentro al gioco.

Mossa azzeccata aprire con i bassi distorti di “Machete Satellite”, in cui, nell’improbabile ma riuscita collaborazione con Taxi B, Salmo rievoca il suo passato metal e hardcore con uno screamo perfetto che sorprende i fan nuovi e accontenta i vecchi, e che suona un po’ come un voler dimostrare la tecnica che vince sugli urli scoordinati di Taxi, e che in fondo ’sti giovani trapper di oggi non si sono inventati niente.
Le sonorità esplosive e il flow destrutturato che segue l’andamento del beat, firme d’autore di Tha Supreme, fanno scintille con i suoni ricercati e tendenti all’elettronica di Young Miles, in due dei brani più riusciti del mixtape: “X 1 MEX” con un beat che guarda alla dance anni ‘90 e con il feat. di Dani Faiv e il suo flow fluido e scorrevole che si incastra con le sillabe sincopate di Tha Supreme e “Baby” feat. Rosa Chemical, che quando si parla di “tre bitch sul dick come Paul”, è sempre in prima fila.
Il sound più dark di Low Kidd viene fuori nei momenti meno d’impatto della tracklist, ma altrettanto riusciti come “Telephone” (feat. Capo Plaza e Sick Luke) e “5G” in collaborazione con Nitro, Fabri Fibra e Jake La Furia.

Che la si veda come una mera strategia di marketing o meno, è innegabile l’intelligenza della mossa, più che riuscita e decisamente di qualità.
A dimostrazione non solo che Salmo, e la Machete con lui, è stato capace di collaborare con i nomi giusti e nel modo giusto, ma anche che è ormai chiaro chi, per un motivo o per l’altro, è fuori dal gioco.

TOP 10: SETTEMBRE

I dieci migliori singoli del mese, secondo Musidams.

Can I Believe You – Fleet Foxes

Ritorno col botto per i Fleet Foxes, meno sperimentale e più pop, ma sicuramente non di qualità inferiore. 28/30

Re-Wild – Kelly Lee Owens

Forse il miglior esempio della perfetta sintonia fra dream pop ed elettronica che è Inner Song. 27/30

Blind Youth Industrial Park – METZ

Una buona dose di noise rock a base di basso distorto e chitarre dissonanti non fa mai male. 26/30

Whole New Mess – Angel Olsen

Un arrangiamento ridotto al minimo, solo voce e chitarra lo-fi: semplice ma efficace. 25/30

Rot – Pup

I Pup continuano a dimostrare come sia possibile fare pop punk nel 2020 senza essere banali e scontati. 25/30

                                                                                                     a cura di Maurizio Minazzi

 Maleducata – Achille Lauro 

SÌ. Sì. Un grande, enorme, meraviglioso sì.

28/30 

 Diamonds – Sam Smith 

La bellezza di Sam Smith sta nel sapersi reinventare rimanendo fedele a sé stesso. Well done. 

26/30

YUNGBLUD – god save me, but don’t drown me out

Un po’ 5 seconds of summer, un po’ Sum 41. La voce pop punk della generazione Z. 

25/30 

Courage to Change – Sia

Io su questa canzone un po’ me li immagino gli Avengers lottare contro Thanos in Infinity War. 

25/30

Nuove Strade – Ernia, Gaia, Samurai Jay, Rkomi & Madame 

Tanti nomi, poco impegno. Magari la prossima volta andrà meglio. 

23/30 

                                                                                                          a cura di Ramona Bustiuc

“L’immagine in evidenza è uno screenshot dal video di “Maleducata” – Achille Lauro, Youtube “

Cage meets Satie

«Per interessarsi a Satie – sosteneva Cage – bisogna cominciare non avendo interessi, accettare che un uomo sia un uomo, lasciar perdere le nostre illusioni sull’idea di ordine, di espressione dei sentimenti e tutti gli imbonimenti estetici di cui siamo gli eredi. Non si tratta di sapere se Satie è valido. Egli è indispensabile»: è l’ago della bilancia della sua vita artistica. Sapientemente Jay Gottlieb e Anne de Fornel (pianisti) interpretano questo pensiero nel loro disco rilasciato da Paraty.

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La webzine musicale del DAMS di Torino